Nov 07
14
La sinistra, le pellicce e u pilu
O signoria mia!° °
Che cosa non è oggi il Corriere della Sera. Rinnovato nel look e nei contenuti.
Pagina 19, poi: un vero spettacolo. Un trionfo di cultura e saggezza.
Gli articoli – incasellati nella rubrica Politica (sic!) – sono dedicati: a Elisabetta Tulliani, nuova “fiamma” di Fini; a Cofferati che è divenuto papà per la seconda volta (auguri).
E dulcis in fundo: una pietra miliare del giornalismo di via Solferino.
Un articolo che già dal titolo vola alto: “Sinistra in pelliccia, duello tra donne“.
Un brivido lungo la schiena.
E che spessore. Che spessore!
Neanche Mughini, ma che dico Mughini: nemmeno Scalfari.
Nemmeno Eco, Bocca o Pansa, signora mia: qui la cosa è seria. Mica robetta!
Leggiamo, infatti, che la senatrice dei Verdi – Loredana De Petris – ce l´ha a morte con Manuela Palermi (senatrice del Pdci).
Problemi sul “pacchetto sicurezza”? Divergenze in tema di welfare o di lavoro precario? Conflittualità sulla “Cosa rossa” e il suo simbolo?
Affatto! Queste sono inezie, al confronto.
La De Petris mal sopporta che la Palermi abbia sfoggiato un collo di pelliccia:
“Una volta aveva un collo un po’ vistoso di pelliccia, e un’altra un giubbotto con un’imbottitura. Nessuna lite tra noi. Solo che a un certo punto non ho resistito e glielo ho detto: “Manuela, ma che ti sei messa addosso? Essere di sinistra vuol dire non contraddire mai certi valori“.
Come darle torto.
Non paga, però, la De Petris aggiunge:
“Certe cadute, da noi donne di sinistra, non sono ammesse. La pelliccia è simbolo del cattivo gusto. Purtroppo molte di noi le stanno indossando. Nomi? Tanti. Mi ricordo la fodera di un impermeabile della Finocchiaro…“.
Che vergogna. Che scandalo. Che crimine!
E la Palermi? Cosa dice la Palermi?
“Discussione con De Petris? Non ricordo. E poi io non possiedo pellicce, solo un paio di colli… Ma comunque non sono una che dice: guai a chi ne indossa una. Sono per la democrazia, io“.
Già , la democrazia. Come si può pensare possa sopravvivere, senza l´uso delle pellicce?
Ma nel dibattito – il dibattito no, il dibattito no! – s´affaccia anche la moglie di Fassino.
Anna Serafini, che ammonisce:
“L’importante è rispettare sempre la propria personalità . E se una cosa ti sta bene… perché no? Per quanto mi riguarda non ho pellicce, ma perché non le amo. Mi rappresenta di più un tubino nero. Solo una volta, per il matrimonio di un amico in Canada, comprai un montone. Poi mi fu rubato e stop. Ma non criticherei mai nessuno per indossarne una: si può essere di sinistra anche con la pelliccia“.
Bertinotti – ne siamo certi – approverebbe.
Poteva mai mancare il parere di Ritanna Armeni?
Certo che no, eccolo:
“Non la metterei mai. Per un fatto simbolico. Venti anni fa in Norvegia, causa gelo, ne comprai una ma non l’ho più indossata. Se volete, c’è anche un’immagine generale della sinistra da difendere. Non sono moralista, ma il mio essere femminista e di sinistra mi fa escludere alcune cose. Come gli abiti firmati, che ho ottenuto di non indossare anche in tv, a Otto e mezzo. Insomma, mi piace una sinistra che spontaneamente si adegua a certi valori. Meglio una pizza che un ristorante gourmet, per intenderci…“.
Poi è il turno di Rina Gagliardi, di Rifondazione:
“Da animalista convinta sono contraria alle pellicce, ma non criminalizzerei. Niente dogmi, per favore. Nella nostra storia ce ne sono stati già troppi. Però… alle donne democratiche dico: evitiamo di sprecare i soldi per le pellicce. Perché alcuni valori, forti e condivisi, per noi, esistono sempre“.
Ecco, una sola cosa stupisce.
E cioè che in questa profonda discussione non sia intervenuto anche Paolo Mieli.
In fondo lo accusano di aver messo la minigonna al Corriere.
Dunque meraviglia che non abbia vergato un articolo, per consigliare: “Usate solo pellicce di pilu“!
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