Nov 07
18
La politica è come l´orgasmo femminile: tutti ne parlano, ma nessuno ci capisce un fico secco. A cominciare dal sottoscritto, ovviamente.° ° °
Così, perlustrando vari blog – più o meno riconducibili al centrodestra – in questi giorni di pseudo sconfitta del Cavaliere, e di pseudo vittoria del Mortadella, capita d´imbattersi in ricostruzioni fantasiose, quanto completamente scollate dalla realtà . In alcuni casi.
Aveva ragione Schopenhauer: il mondo è una rappresentazione.
Sicchè se si prende due persone e le si mette ad osservare una qualsiasi cosa, c´è chi in essa vedrà A. E chi, invece, vedrà l´esatto contrario di A.
Partiamo dalla Finanziaria e dalla mancata spallata.
Facendo una premessa: è bene che il Mortadella non sia caduto!
Il governo Prodi deve cadere dopo aver approvato la legge di bilancio. Non possiamo permetterci l´esercizio provvisorio. Non è nell´interesse della Nazione. Se Prodi fosse caduto, l´Italia intera avrebbe avuto nocumento da questa situazione.
Prima la Patria, e poi gli interessi di partito o coalizione.
Ciò detto, però, bisogna aggiungere che è stupendo appurare come nessuno – dicasi nessuno – abbia chiaro cosa sia avvenuto il 15 novembre: il giorno in cui si sarebbe dovuta consumare la cosiddetta spallata.
E il fatto che nessuno abbia chiaro cosa sia avvenuto quel giorno, dimostra due cose: innanzitutto che nemmeno i blogger leggano i giornali; e in secondo luogo – come sopra già s´è detto – che la politica sia come l´orgasmo femminile. Un mistero che si colloca al di là della capacità di comprensione della più parte.
Veniamo al dunque. Facendo, però, una premessa.
Se uno chiedesse: cos´è che rende interessante e di valore, la cosiddetta blogosfera di centrodestra?
Si dovrebbe rispondere: il fatto che essa annoveri molti giornalisti e prestigiosi.
Tra questi figura anche uno dei vice direttori di Libero: Fausto Carioti.
Qualcuno si chiederà : e dunque?
Dunque, se uno invece di giocare con le figurine Panini – alla Walter ego – leggesse non dico i giornali, ma almeno i blog dei giornalisti con gli attributi: potrebbe imparare qualcosina.
Ad esempio, potrebbe appurare – perché evidentemente non lo sa – che il governo Prodi non sia caduto, a causa di un emerito pirlacchione di Forza Italia.
E´ solo e soltanto colpa sua, se il Mortazza galleggia ancora!
Di chi parliamo?
Parliamo del senatore Roberto Antonione!
S´è confuso, il tapino.
Invece di premere il pulsante bianco, ha premuto quello verde: invece di astenersi – cosa questa, che avrebbe affossato l´emendamento e mandato sotto il Mortadella – ha votato a favore. E dopo è scoppiato in lacrime!
A questa cosa, la stampa di Regime ha dato pochissimo o nessun risalto. E sapete perché?
Perché aveva e ha l´interesse a far apparire Berlusconi (e quindi il centrodestra) come sconfitto, agli occhi della pubblica opinione!
E a questo giochino perverso e infame, s´è prestata – chi sa se in buona o mala fede – anche una parte della blogosfera di centrodestra!
Berlusconi ha sbagliato e sbaglia, tante cose. Ma in questa vicenda – quella della mancata caduta (promessa) di Prodi – non ha grandissime responsabilità . Non più di quante ne abbiano altri. In primis il pirlacchione Antonione!
Berlusconi – ma di questo parleremo più avanti – ha responsabilità per il fatto che il centrodestra si mostri afono rispetto ai problemi del Paese, da un anno a questa parte.
Berlusconi ha responsabilità per il fatto di aver deciso di applicare – con alcuni suoi alleati – il divide et impera. Quando non addirittura logiche di sabotaggio (a danno di Fini). Ma di questo parleremo dopo.
Capitolo Dini e sopravvivenza del Mortadella.
Siccome il masochismo è molto diffuso a sinistra, noi del centrodestra – per non mostrarci “inferiori” (è ironico, ovviamente) – abbiamo deciso di imitarli.
E dunque abbiamo deciso di autoflagellarci. In puro stile Tafazzi.
Ad esempio.
La legge Finanziaria non è stata approvata in via definitiva. Di questo siete/siamo consapevoli?
Forse no, a giudicare da ciò che si legge in giro.
Le legge Finanziaria, essendo una legge come qualsiasi altra, deve essere approvata dalle due Camere.
Vi risulta che anche la Camera dei Deputati abbia approvato la suddetta legge di bilancio?
Dove, di grazia? In quale dimensione spazio/tempo parallela?
Non solo.
Dopo che la Camera dei Deputati l´avrà approvata, potrebbe ritornare al Senato, se dovesse esserne mutato il contenuto. Perché il nostro bicameralismo è perfetto: le due camere hanno le medesime funzioni legislative, e devono approvare leggi che abbiano lo stesso contenuto. Se una delle due Camere muta una virgola in una legge, quest´ultima deve essere approvata – con la virgola modificata – anche dall´altra Camera. Punto.
Dunque, perché – anche qui – “fasciarsi la testa”, prima di aver sbattuto contro il muro?
Non solo.
Berlusconi è perfettamente consapevole che la Finanziaria – pur tra mille difficoltà – verrà approvata, alla fine. Mica è un fessacchiotto!
Cazzo, se lo sa!
Quello che in queste ore il suo partito sta facendo, la raccolta di firme in tutta Italia, è solo “campagna elettorale anticipata”!
Null´altro.
E aggiungo: fa benissimo a farla!
Anche Fini e Casini sono in campagna elettorale. Da quel di´.
Anche il centrosinistra è in campagna elettorale. Da quel di´.
Solo alcuni elettori dell´Unione, segnatamente quelli che vivono su Urano, non hanno capito che si voterà quanto prima.
Si diceva, però, di Lamberto Dini.
E qui ritorniamo al masochismo e al “mondo come (volontà e) rappresentazione”.
Per un semplice motivo.
Si legge qua e là , che Dini ce lo avrebbe messo a quel servizio.
Perché avrebbe promesso di affossare Prodi, e invece alla fine non lo avrebbe fatto.
Vero. Ma anche no!
Innanzitutto, perché l´emendamento che quel coglione di Antonione – sbagliando a pigiare il pulsante – ha fatto sì che fosse approvato (salvando, in questo modo Prodi), è stato presentato proprio da due uomini di area Dini: il senatore Manzione e Willer Bordon.
L´emendamento in questione – quello sulla cosiddetta class action – stava e sta sulle scatole a molti, nel centrosinistra.
Dunque, forse, gli “amici” di Dini lo hanno presentato di proposito. Cioè al fine di creare problemi nel centrosinistra.
Non a caso i due senatori diniani hanno perentoriamente detto: “O votate l´emendamento, o noi non votiamo la Finanziaria”.
Dunque, il “Cavallo di Troia“, era stato preparato.
Mica è colpa di Dini, se quel coglione di Antonione ha sbagliato a premere il pulsante!
Ma non è finita.
Perché Dini, dopo che il “trappolone” – class action – non è andato a buon fine, ha ribadito in modo chiaro le sue intenzioni, e il suo giudizio sul governo Prodi:
“Occorre superare l´attuale quadro politico“.
“Il governo non è in grado di superare la crisi. Occorre un esecutivo diverso e una maggioranza diversa”
“Il Paese è allo sfascio e bisogna rimediare“.
Non solo.
Visto che come s´è detto la Finanziaria non è stata approvata in via definitiva, a tal proposito ha precisato:
“Se il protocollo (quello sul welfare, che potrebbe almeno in parte essere inserito in Finanziaria, o comunque votato contemporaneamente, ndr) andasse oltre quanto concordato con le parti sociali il nostro sarà un voto negativo“.
Sono parole di sostegno a Prodi, queste? Sono parole indecifrabili o ambigue, queste?
Ancora.
Il giorno dopo, Dini ha aggiunto anche altro (se non si legge il link del Corriere, che pare essere in down, c‘è anche questo):
“Se si guarda oltre la Finanziaria, si trova un Paese in cui il degrado, il declino economico, l’insicurezza, la sfiducia nelle istituzioni, l’ondata di populismo, mostrano una situazione di scollamento della nostra società , alla quale si deve mettere assolutamente rimedio. Rimedio che il governo in carica, in questi 18 mesi, non mi pare sia stato in grado di trovare, tant’è che i consensi dei cittadini nei suoi confronti sono diminuiti costantemente“.
“Siccome è molto improbabile che questo governo, con questa Finanziaria mediata fino all’estremo con le componenti di sinistra, sia in grado di recuperare terreno, ritengo necessario rivedere e superare il quadro politico attuale al più presto“.
Ancora più chiaramente:
“Vuole sapere cosa faremo ai prossimi passaggi? Aspettiamo di vedere quale Finanziaria tornerà al Senato, che mi auguro ripristini il taglio alle sedi del Tesoro cancellato da un emendamento di FI passato anche per il mio mancato voto, non per filibustering ma per la grande confusione che c’era in quel momento in Aula. E soprattutto, vediamo cosa ne sarà del protocollo su welfare e pensioni: se il testo finale sarà quello dell’accordo tra governo e parti sociali, bene, ma se ci saranno concessioni all’estrema sinistra, se non arriveranno risposte convincenti sul punto dei lavori usuranti, noi voteremo contro“.
E un governo Prodi bis, non lo vuole:
“Un Prodi rimaneggiato che comportasse solo il cambio di alcuni ministri rimanendo invariata la maggioranza, non sarebbe un governo in grado di affrontare i problemi del Paese“.
“Un governo fotocopia o una fotocopia di questa maggioranza, non sono davvero la soluzione per le emergenze del Paese“.
Dunque Dini, in un modo o nell´altro, è già fuori dalla maggioranza. Merito nostro, se non si fosse capito. Merito di Berlusconi, se non si fosse capito.
Ma questo, comunque, è irrilevante.
Prodi non è uno zombie – un morto che cammina – perché Dini gli ha scavato la fossa.
Prodi è un morto vivente perché non lo vuole più alcuno! A cominciare dai leader della sua maggioranza.
L´eventualità – paventata a gran voce da Berlusconi – che il Mortadella potesse cadere sulla Finanziaria, era nemmeno tattica: era pura e semplice “campagna elettorale anticipata“.
Tutti “sapevamo” che non sarebbe successo alcunchè. Tutti!
A cominciare da quelli – Fini e Casini – che oggi fanno finta, ma è semplice tattica anche questa, di averci creduto.
Non cadono i governi sulla Finanziaria. Non devono cadere i governi sulla Finanziaria.
Approvata la quale, però, tutto può avvenire. E tutto avverrà .
Perché forse ciascuno di noi, dimentica un piccolo particolare.
La dichiarazione di Mastella, datata aprile 2007.
A cosa si riferisce? Si riferisce al Referendum (promosso da Guzzetta e Segni) per superare l´attuale legge elettorale.
Sui requisiti di ammissibilità del quale, entro il 20 gennaio, dovrà pronunciarsi la Corte costituzionale.
E sapete cosa accadrà il giorno che la Corte – com´è scontato che accada – lo avrà giudicato ammissibile?
Eccovi la risposta, pronunciata da Mastella:
“Lo dichiaro con molta obiettività . Se c´è il referendum, prima ci sarà la crisi“.
“Lo dico con chiarezza quando si andrà al referendum noi non ci saremo. Il rischio è la crisi di governo se c´è il referendum. Questo senza nessun timore di smentita“.
“L´idea di alcuni, che siccome le cose non vanno, si metta in piedi un meccanismo referendario… rispetto a questa brutalità si risponde con uguale determinazione“.
E sapete perché è praticamente certo che il governo debba cadere a gennaio, dopo il giudizio della Corte (se non si è iniziato a lavorare ad un‘intesa bipartisan, per una nuova legge elettorale)?
Perché se passa il Referendum, i partitini come quello di Mastella muoiono.
Ma se si indicono nuove elezioni, non può celebrarsi – per legge – il referendum.
Punto.
Siccome non è solo Mastella ad aver interesse a scongiurare questa evenienza, capirete bene che la probabilità che Prodi cada a gennaio, sia altissima.
Casini se non otterrà il proporzionale, mirerà anch´egli alle elezioni anticipate. Idem per la Lega.
Berlusconi non sogna altro che nuove elezioni, e lo stesso dicasi per Fini.
Nel centrosinistra le cose non sono differenti.
I partitini e i comunisti vari, non possono permettersi che il referendum si svolga.
Dunque, in un modo o nell´altro, Prodi è già morto.
Dunque – almeno da questo punto di vista – noi del centrodestra faremmo bene a non farci del male. E a concentrarci su cose serie.
E allora veniamo al dunque.
Capitolo Fini versus Berlusconi (e viceversa).
Berlusconi – si diceva all´inizio – ha sbagliato tante cose, negli ultimi 18 mesi.
La più importante è stata quella di aver deciso di rompere con Fini.
Così come ha bisogno di entrare nel Ppe: lì dove siedono i conservatori europei.
Berlusconi, però, teme due cose (soprattutto a causa di Casini, che è il vero problema).
Teme che se Fini ottiene ciò che vuole, nessuno riuscirà più a fermarlo nei suoi propositi: diventare leader e premier del centrodestra.
I sondaggi sono con Fini. Da sempre. E Fini surclassa – almeno nelle rivelazioni demoscopiche – anche il leader di Forza Italia.
Berlusconi – impareggiabile e straordinaria creatura, capace di collocarsi al di là del bene e del male – ha forse un po´ di paura, per questa cosa.
Anche perché non ha ancora deciso cosa farà “da grande”. E l´idea di abbandonare la politica, checché ne dica, non ce l´ha.
Dunque è legittimo che provi ad ostacolare Fini.
Anche perché il compito gli è facilitato da quel figlio di una buona donna di Casini!
Questo paraculo che non è altro, è riuscito ad ottenere – nella scorsa legislatura – proprio ciò che voleva: una legge elettorale di stampo proporzionalista, che riuscisse ad accrescere il potere di ricatto del suo partito. L´Udc.
Ora, quindi, cosa accadrebbe se Berlusconi acconsentisse a dare vita al Partito della Libertà , assieme a Fini e ad Alleanza Nazionale?
Con questa legge elettorale, gli indecisi o gli scettici sul partito unitario di centrodestra, potrebbero tutti riversarsi sul partito di Casini.
Avete idea di che cosa potrebbe significare, tutto ciò?
Per questo Berlusconi ha sbagliato!
Ha sbagliato – nella scorsa legislatura – a cedere al ricatto di Casini.
Ha sbagliato, poi in questa legislatura, a non percorrere da subito la strada della ricerca di un accordo bipartisan, per disegnare una nuova legge elettorale!
Ha sbagliato, perché ha preferito scegliere il divide et impera, come s´è detto all´inizio: tutti contro tutti, e io comando su ciascuno grazie a queste divisioni, perché sono l‘unico che riesca a mandare avanti la baracca!
Ha sbagliato, perché se non cambia legge elettorale, alle prossime elezioni – quand´anche noi si vincesse – non riusciremmo a governare bene. Faremmo solo figure di merda!
Ha sbagliato, perché s´è comportato – né più né meno – che come un democristiano consumato!
E non come quell´outsider che a noi – tutti, noi – procurava erezioni a non finire!
Per concludere questo post, lungo e tedioso.
Berlusconi adesso deve scegliere. Ha poche alternative.
Primo: deve ricucire con Fini.
Secondo: deve smettere di boicottare il leader di An, perché sennò la Cdl va a puttane.
Terzo: deve accordarsi con Fini e Bossi per ricercare una soluzione unica sulla legge elettorale.
Qui se n´è già parlato: si può ipotizzare l´adozione del sistema spagnolo.
Quantunque sia di impianto proporzionale, per ragioni che ho già espresso, assicurerebbe due obbiettivi che potrebbero stare bene a molti.
Il primo, è che la legge spagnola garantirebbe un quasi perfetto bipartitismo.
Il secondo, è che con tale legge sopravvivrebbero i partiti con forte radicamento territoriale.
Quindi la Lega, fortissima al Nord.
E i partiti “clientelari” come l´Udeur.
La legge in questione, d´altra parte, servirebbe anche a Veltroni. Perché quest´ultimo ha interesse a creare le condizioni – de facto – perché il suo Partito democratico, possa davvero avere vocazioni maggioritarie. Il sistema spagnolo, gli facilita la vita.
Dunque Berlusconi faccia la pace con Fini (che non se ne può più, di vederli litigare), e metta sul tappeto la questione “legge spagnola”: sono sicuro che il leader di An accetterebbe.
E´ nell´interesse della Nazione – questo, Berlusconi deve capire – che si abbia quella legge elettorale (o un ritorno al Mattarellum, in alternativa. Ma questa ipotesi pare non praticabile).
Senza una legge elettorale che garantisca massima coesione, e polverizzi la frammentazione partitica, la prossima legislatura non sarà migliore di questa. Affatto.
Con la legge in questione, inoltre, Berlusconi ridimensionerebbe il peso elettorale di Casini.
Che andrebbe bene solo in Sicilia. Altrove, svanirebbe.
Se ci fosse – a questo punto – una legge elettorale di tipo spagnolo, anche il leader dell´Udc “abbasserebbe la cresta”. Ridurrebbe le sue pretese.
E forse potrebbe considerare utile – a quel punto, per pura sopravvivenza – il confluire all´interno del partito unitario di centrodestra.
La leadership del quale, è questione – ora – trascurabile.
L´interesse della Nazione, però, passa solo attraverso scelte del genere.
Tutto il resto è sfascismo. E´ tirare a campare, facendo però tirare le cuoia al Paese.
E giocare a fare i froci con il culo degli altri!
Pochi mesi mancano alla fine della legislatura.
E Berlusconi deve avere solo alcuni obbiettivi.
Salvare la Nazione dal pericolo di una involuzione neocentrista o neopentapartica, scongiurando l´eventualità che si adotti un sistema elettorale di tipo tedesco.
Dimostrare – ancora una volta – di essere un grande leader. Di quelli che rimangono nella storia del Paese, perché pronti a fare sacrifici personali – e magari a perdere qualche decimale di voto – pur di salvare la patria.
Ricercare l´accordo – sempre e comunque – con Fini e Bossi.
Tentare° un’intesa bipartisan sulla legge elettorale spagnola (perché con la legge attuale, non si può governare).
Fuori da queste coordinate, il Paese morirà .
E Berlusconi – se dovesse continuare nel suo atteggiamento – ne sarebbe materialmente responsabile.
°
P.S.: ovviamente si deve tornare a parlare di politica e di economia; di programmi e di soluzioni.
P.S.2: quando è stato scritto questo post, Berlusconi non aveva ancora dichiarato questo. Speriamo faccia sul serio, e comunque il nome migliore è Partito della Libertà . Staremo a vedere.