Dic 07
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Gli elementi di frizione e di divergenza oggi esistenti tra Fini e Berlusconi, hanno natura personale ed extrapolitica.° °
C´è l´incazzatura di Fini, perché forte è il sospetto che Berlusconi abbia voluto indebolirlo, sostenendo la nascita del partito neodemocristiano (e – nelle intenzioni di tantissimi suoi militanti – antiberlusconiano) di Starace.
E in più, c´è la convinzione – sempre da parte del leader di An – che il Berlusca abbia fatto di tutto per umiliarlo, “autorizzando” Striscia la Notizia a mandare in onda quel pessimo video, in cui appariva la sua nuova compagna. Intenta, però, a scherzare con il suo precedente uomo.
Una roba di cattivo gusto, senza dubbio.
Tuttavia, un´alleanza essenziale al Paese – prima ancora che al centrodestra – non può andare a puttane per fatti personali.
E il rischio che l´Italia regredisca, rende indispensabile una “ricucitura”. Tempestiva.
Caro Fini, qui si è più finiani di te (perché te, nove volte su dieci la pensi come il sottoscritto, mica per altro). E per questo ti si invita a ritornare sui tuoi passi.
Senza partito unitario, mai avrai possibilità di accedere a Palazzo Chigi, in qualità di Premier. Lo sai tu, e lo sanno tutti gli esponenti del tuo partito. I quali, se tu non fossi il grande leader che sei, al massimo continuerebbero a fare i gazzettieri su quell´infimo giornalino – che ha meno lettori di questo blog – chiamato Secolo d´Italia.
Il Partito della Libertà – o come accidenti si chiamerà – serve al Paese e serve anche alle tue legittime aspirazioni personali.
E´ il coronamento di quell´ottima intuizione che, progressivamente, Alleanza Nazionale è venuta incarnando.
Con la “svolta identitaria”, caro mio: non vai da nessuna parte, invece.
Oltretutto – diciamocelo tra affini, tra persone che la pensano allo stesso modo – questo cambio di marcia è pessimo. E tu non lo tolleri, perché contraddice le tue posizioni. Quelle che hai in mente.
Quelle che fanno del tuo partito, una destra matura e moderna: liberale e conservatrice.
Una destra che ha rotto – e sensibilmente – con quella tradizioni ibrida e inutile, che era la “via nazionale al socialismo”.
Una roba scollata dalla realtà , per utopisti. Per gente che non ha idea di come si aumenti l´occupazione, s´accresca la ricchezza individuale e s´emancipi la povera gente dall´indigenza. Nel 2007: con una moneta continentale, senza possibilità di deficit spending e di ricorrere alla svalutazione competitiva della divisa nazionale.
Caro Gianfranco, noi siamo costruttori di futuro. Come sempre lo siamo stati.
La capacità di guardare oltre il contingente, e di fare l´interesse della Patria, è un nostro imperativo morale.
I grandi uomini, quelli veri, fanno sacrifici. Rinunce.
A volte ingoiano rospi grandi come grattacieli.
La ricompensa, però, arriva sempre.
E la riconoscenza del popolo e della storia, anche.
Non fare cazzate, rischi di brutto.
E magari senza volerlo, fai il gioco dei paggetti di Regime.
Quelli come Stella. Senti il suo motteggio:
“E chi se l’immaginava che gli eredi dei manganellatori neri avrebbero preso a manganellare il Cavaliere accusandolo di populismo, demagogia, autoritarismo e insomma di comportarsi come un Duce? Eppure, non passa giorno che, sventolando i vessilli della democrazia, della libertà , del rispetto delle opinioni altrui, i «ragazzi di via della Scrofa», quelli che un tempo intonavano gagliardi «manganello, manganello / che rischiara ogni cervello», non appioppino un po’ di randellate sulla groppa di quello che per tre lustri era stato anche il «loro» condottiero”.
Attento Gianfranco: non rischi solo di suicidarti.
Rischi di condannare l´Italia al neocentrismo: in salsa terzorepubblicana.
Accetta l´invito di Berlusconi.
Fa´ l´interesse del Paese.
Te ne sarà grato, credimi.
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