Gen 08
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Se almeno avessero le palle per chiedere l´abolizione della 194, uno potrebbe anche mostrare rispetto nei confronti di quanti – in questi giorni -, avanzano richieste inquietanti sulla sorte della legge in questione.° °
E invece cincischiano. Pronunciano parole ambigue.
Parlano di moratoria contro l´aborto. Che non vuol dire un beneamato piffero.
Ieri sera ho ascoltato Giuliano Ferrara: ecumenico come non mai.
Gli ho sentito pronunciare parole pregne di senso, ma assolutamente prive di coraggio.
Ha affermato che l´Onu dovrebbe riconoscere “diritti” all´embrione. Ha affermato che lui, l´aborto non vuole abolirlo. E vuole riconoscerlo, però, “solo” alle donne in difficoltà .
Intendiamoci: se vuoi che siano riconosciuti diritti all´embrione, vuol dire che desideri che l´aborto sia messo fuori legge. Tertium non datur.
E poi che vuol dire riconoscere il diritto in questione, alle sole donne in difficoltà ?
Vuol dire che i poveri sono “legittimati” ad abortire, mentre ai ricchi va vietato?
Vuol dire che se una donna “uccide” (un embrione/bimbo), però è povera, le si concedono le “attenuanti”: si chiude un occhio, e si considera legittimo l´atto che alla donna ricca, mai si permetterebbe?
Ferrara non lo ha chiarito. La sua natura di uomo in transito perpetuo – prima comunista, poi socialista craxiano, oggi berlusconiano ateo devoto -, gli impedisce di essere cristallino: naviga nell´ambiguo e nel cerchiobottismo.
E´ la sua natura di italiano in cerca d´autore, di italiano che “tiene famiglia”. D´italiano medio.
Non è uomo di destra, e mai lo sarà : dunque rimane anodino. Così da piacere a tanti, se non a tutti.
L´aborto è prassi atroce.
E tuttavia deve rimanere legale.
Perché ciò che le donne hanno patito prima dell´introduzione della 194, è un´onta che nessuno può desiderare di far rivivere loro.
Volere che l´aborto sia legale, non vuol dire affatto considerare ch´esso sia cosa giusta, “leggera” o altro.
Volere che l´aborto sia legale, vuol dire solo affermare la convinzione – confermata dalla realtà – che se l´aborto fosse illegale, l´interruzione delle gravidanze avverrebbe comunque.
Con le mammane, con l´aborto clandestino.
Con la morte delle donne, costrette a farsi operare in condizioni pericolose.
Volere l´aborto legale non vuol dire ricorrere ad esso.
Mentre volerne l´abolizione – atteggiamento non da conservatori, ma da tradizionalisti, che altro sono rispetto ai conservatori – significa fottersene del fatto che migliaia (o milioni di donne), potrebbero rischiare di morire. Qualora agissero in clandestinità .
Ma nessuno vuole l´abolizione della 194, vero?
Se qualcuno c‘è: non ha le palle per affermarlo.
Perché affermerebbe anche di voler condannare a morte, quelle donne cui imporrebbe l´aborto clandestino.
Ciò detto, il fatto che si parli della 194, dimostra solo come certa classe politica italiana, viva su Urano.
C´è gente che non arriva alla quarta settimana, con lo stipendio.
Nel Sud Italia – in alcune aree – la disoccupazione rimane ancorata al 60%.
Abbiamo problemi – serissimi – di carovita, i cui effetti si fanno sentire soprattutto sui poveri. Sui pensionati.
Abbiamo 70 miliardi di euro da pagare ogni anno per interessi sul debito.
Un Paese che da circa 3 lustri realizza pessime performance economiche.
Lavoratori a tempo determinato, cui nessuno dà garanzie: l´unica garanzia di lavoro stabile, potrebbero averla solo se l´economia crescesse parecchio.
Abbiamo università e scuole medie superiori, che forniscono un´istruzione da Terzo Mondo: i cinesi e gli indiani sono molto più alfabetizzati di noi. Su qualunque cosa.
Non figliamo più, non perché vi sia l´aborto (perché dall´82 le interruzioni di gravidanza si sono dimezzate); ma perché mancano nel nostro Paese politiche serie di sostegno alla Famiglia.
Insomma esistono una marea di priorità cui dar risposta.
E ovviamente qualche pirla si preoccupa di parlare della 194.
Complimenti!
P.S.: da leggere anche il punto di vista di una cattolica praticante di destra.
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