Mar 08
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Antonio Di Pietro è uno dei figuri più squallidi della cosiddetta Seconda Repubblica.° °
E´ un uomo assolutamente privo di onestà intellettuale, e di coerenza.
Fino a qualche anno fa, ad esempio, a Veltroni e a D´Alema chiedeva: “Dov´è finita la trance da un miliardo di lire della Tangente Enimont arrivata a Botteghe Oscure?”.
Ora, invece, con Veltroni e D´Alema ci si allea. E domani aderirà anche al loro partito.
La coerenza, evidentemente, non paga. E chi lo vota, probabilmente è poco incline alla lettura: quantomeno dei quotidiani.
Oggi – il Tonino indagato per appropriazione indebita, falso e truffa aggravata (“l´occhio vede tutto, tranne se stesso“) -, viene in rilievo perché s´è scagliato – com´è suo costume -, contro il mariuolo di turno.
La vittima degli strali dipietristi è Antonio Bassolino: o´ malamente, o´ spaccimm´.
Ovviamente qui non si difende il governatore campano: se ne attende l´arresto. Suo, e possibilmente anche di quelli che l´hanno votato per 15 anni!
Ma la questione, è che Di Pietro non è titolato a parlare contro l´esponente napoletano del Partito democratico.
Perché?
Lo spieghiamo dopo. Per ora, è bene soffermarsi su quanto ha dichiarato Di Pietro:
“è indubbio che la vicenda comporterà dei contraccolpi elettorali. Ma la colpa non è certo del giudice che ha fatto il suo dovere piuttosto della politica che invece di smaltire i rifiuti ha creato le condizioni affinché un magistrato chiedesse la verifica dibattimentale“.
“Riteniamo superata l´esperienza Bassolino. è sua la responsabilità politica per l´inazione evidente nello smaltimento dei rifiuti“.
“Le dimissioni di Bassolino possono dare un segnale di discontinuità “.
Avete capito?
Adesso, però, prestate particolare attenzione a ciò che segue:
“L´Italia dei valori fu l´unico partito— ricevendo anche molte critiche — a chiedere le dimissioni di Bassolino, già mesi addietro quando scoppiò lo scandalo dei rifiuti. E le chiedemmo pur facendo parte del centrosinistra“.
“Non abbiamo mai fatto parte della giunta Bassolino anche adesso, dopo la scomposizione e ricomposizione necessitata dal fatto che alcuni componenti hanno preso un´altra strada, quella di Poggioreale piuttosto che quella del Palazzo della Regione. Sebbene richiesti di entrarvi abbiamo declinato l´invito“.
“Le dimissioni di Bassolino possono dare un segnale di discontinuità . Il non avere partecipato a questa manfrina dà a noi, Italia dei valori, titolo per proporci come alternativa al non voto“.
Ricapitolando.
Di Pietro – com´è sua abitudine -, usa la vicenda Bassolino per fini elettorali.
Questo dice: “Noi dell´Italia dei Valori ne abbiamo chiesto le dimissioni, a suo tempo. E poiché non facciamo nemmeno parte della sua giunta, siamo l´unico partito di galantuomini cui l´elettorato di centrosinistra può dare il voto”.
C´è un piccolo dettaglio, però, che Di Pietro non riferisce. Forse perché pensa che nessuno lo ricordi,° o che° tutti gli italiani – ma proprio tutti -, siano degli emeriti coglioni.
Quando il centrodestra campano presentò una mozione di sfiducia contro Bassolino, i consiglieri regionali dell´Italia dei Valori si astennero.
Chiaro? 😉
P.S.: ma gli elettori di Di Pietro, lo sanno che il loro paladino ha votato due condoni (fatti dal governo° Prodi)?
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