Mar 08
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Partito democratico: già litigano
E meno male che uno dei tormentoni di Uolter, recita quanto segue: “Noi siamo il nuovo. Se governeremo il Paese, mai più un nostro ministro manifesterà contro il (suo) governo”.°
Sarà per questo motivo, che oggi sia Di Pietro che i Radicali hanno deciso di attaccare Veltroni.
Il leader dell´Italia dei Valori, nello specifico, non tollera che il suo nome venga stralciato – a priori -, dalla rosa degli aspiranti al Ministero della Giustizia.
E così si sfoga:
“I veti che arrivano da esponenti del centro sinistra, un giorno sì e l´altro pure, non sono altrettanto comprensibili e neppure accettabili”.
“Che cosa deve fare Antonio Di Pietro per avere la possibilità di diventare ministro della Giustizia? Quali qualità deve avere? Gli ultimi due ministri sono stati Castelli e Mastella. Hanno ridotto la Giustizia in macerie, nessuno dei due aveva la minima competenza in materia. Nessuno, però, si è opposto a priori, come sta avvenendo ora per una mia eventuale candidatura. Mani Pulite brucia ancora a gran parte della classe politica, forse hanno il timore che voglia finire il lavoro“.
Bon: si vede che la Colomba pasquale gli è rimasta sullo stomaco.
Veniamo ai Radicali.
Anche qui: la musica è la stessa.
Si lamenta per tutti, Emma Bonino:
“Quando abbiamo siglato l’accordo mi pare si sia parlato anche di una percentuale degli spazi televisivi destinati ai candidati radicali. Che ne è stato? E poi: ho saputo solo quando c’era già¡ stato di un giro di Veltroni in Piemonte, dove sono candidata, e che viene considerata una regione a rischio“.
“Quello che voglio dire è che sembra che il Pd possa, voglia e debba fare a meno di noi. è un problema politico, non di organizzazione. O si ritengono i radicali inutili, o li si considerano dannosi, oppure non è comprensibile la scelta che il Pd ha fatto“.
Però voi non fatevi ingannare dalle apparenze.
Sono una coalizione, pardon: un partito unito e coeso.
Come no.
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