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L’antiberlusconismo lucido e profondo di Mario Monicelli

Mario Monicelli foto

C’è chi lo considera un genio.

Chi, invece, un maestro.

Di sicuro Mario Monicelli è un regista.

Ieri lo ha intervistato Fabrizio Roncone (sul Corriere della Sera):

A lei starà  molto antipatico Silvio Berlusconi” (domanda il giornalista).

Dovrebbe essere il nemico numero uno di milioni di italiani. Ma siccome gli italiani sono stupidi, lo adorano“.

E poi, le dico: sa perché sono riuscito ad arrivare a 93 anni così lucido da star qui a discutere di politica?“.

No. Perché?”.

Perché non sono pessimista. Ma superficiale e comunista“.

Non ce ne eravamo proprio accorti. Ma nemmeno un po’. 😉

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10 Comments on “L’antiberlusconismo lucido e profondo di Mario Monicelli”

  1. Alessandro Magnalasche Says:

    Siete veramente piccoli piccoli, se tornate su è prprio vero che l’Italia si merita il vostro padrone….

  2. camelot Says:

    Risposta ad Alessandro Magnalasche:
    Grazie di cuore, il tuo è quel genere di commento che io adoro…
    Grazie di esistere 😉

  3. sinistraSTOP Says:

    I film che ha diretto lo fanno perdonare alla grande;
    Comunque è una moda da vip quella di apparire ai quattro venti paladini del più profondo antiberlusconismo;
    Ma siamo sicuri che in cabina elettorale questi signori votino veramente contro i loro interessi??
    mah…

  4. Franky® Says:

    —— OCSE SCHIAFFEGGIA TREMONTI E BERLUSCONI ——-

    Ocse: Italia ultima per crescita della produttività  tra 2001 e 2006
    8 aprile 2008
    Il comunicato dell’Ocse

    Italia maglia nera tra i maggiori Paesi industrializzati per la produttività . è quanto emerge dalle statistiche diffuse oggi dall’Ocse nel Factbook 2008.

    La Penisola risulta all’ultimo posto per la crescita della produttività  del lavoro (Pil per ora lavorata) che è stata praticamente nulla («inferiore allo 0,5%») nel periodo 2001-2006. La situazione mostra miglioramenti nel 2006 (+1%) rispetto agli anni precedenti (dal -1,2% del 2002 al +0,4% del 2005), ma l’Italia resta ben al di sotto della media Ocse (+1,4%) e dell’Europa a 15 (+1,7%), per non parlare del 5,2% segnato dalla Repubblica Slovacca e del +3,4% di Corea e Ungheria. Prendendo in considerazione la cosiddetta produttività  multifattoriale (che include fattori quali l’innovazione tecnologica e organizzativa), l’Italia accusa addirittura una flessione media dello 0,5% nel 2001-2006, confermandosi fanalino di coda.

    Un Paese in piena e palese decelerazione. Questa l’Italia che esce dal Factbook 2008 dell’Ocse. Resta la sesta economia mondiale, ma è scivolata al 20esimo posto (dietro alla Spagna) se si considera il Pil pro capite, ha il secondo peggiore debito pubblico del mondo ed è ultima per crescita del Pil negli anni più recenti tra i 30 Paesi più industrializzati. Ad aumentare sono state in compenso le disparità  di reddito (sesto posto). Nella quasi 300 pagine di numeri, grafici e statistiche esposte dall’Ocse, molti dati sono conferme (senza perdere per questo il loro carattere allarmante), come la crisi di produttività , la bassa crescita demografica (+0,08% nel 2006), la bassa fertilità  (1,34), i bassi tassi di occupazione in particolare delle donne (46%) e l’elevato numero degli anziani.

    Gli ultra 65enni sono il 19% nel 2006 e saliranno al 33,7% nel 2050, quando l’Italia avrà  il rapporto più sfavorevole di tutta l’area Ocse tra pensionati e lavoratori (98,5). Lavoratori che devono fare i conti con un compenso medio (35.833 dollari l’anno nel 2006 per occupato nell’intera economia) che è i livelli più bassi tra i big industrializzati, dopo avere segnato una delle crescite più deboli nell’area Ocse tra il 1995 e il 2006 (+2% medio annuo, al terzultimo posto). Non che gli italiani lavorino poco (ottavo posto con 1.800 ore l’anno) e sono molti anche quelli che lavorano in proprio (26,7% del totale degli occupati nel settore civile). L’Italia – conferma l’Ocse – resta però anche il Paese con le maggiori disparità  regionali in materia di disoccupazione.

    Ma dal Factbook escono anche altri dati, meno noti, ma parimenti inquietanti: come quello dei «giovani inattivi», ovvero nullafacenti, auspicabilmente non per scelta. La Penisola, secondo l’Ocse, è seconda solo alla Turchia con il 10,9% dei ragazzi e l’11,4% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni che non vanno nè a scuola, nè lavorano. E i coetanei che frequentano una scuola certo non brillano, se paragonati agli altri studenti dei maggiori Paesi, come annualmente confermano i test di Pisa che vedono i liceali italiani nelle ultime posizioni (24esimi) per abilità  e conoscenze.

    L’Italia del resto non appare all’altezza neppure negli investimenti nella conoscenza (quart’ultima tra i 18 big, con poco più del 2% del Pil), nè per numero di ricercatori (24esima su 30). In compenso abbondano i telefoni (quarta per accessi telefonici). Ad avere segnato il passo, secondo l’Ocse, sono invece le autostrade: penultimo posto per crescita della rete. Non fa certo onore, poi, la terzultima posizione per gli aiuti allo sviluppo (0,20% del Pil nel 2006). Dalle statistiche Ocse emerge, infine, che gli italiani spendono poco anche per i divertimenti e la cultura: le famiglie solo il 4,1% del Pil nel 2005 e lo Stato si ferma allo 0,8%. è un’Italia un pò triste quella che finisce così terzultima.
    Wednesday, April 9, 2008 – 08:58 AM

  5. Gab Says:

    😛 Magari un po’ di autoironia da parte di Monicelli… non può essere proprio?

    😉

  6. camelot Says:

    Risposta a Franky:
    Il Fondo Monetario Internazionale ha distrutto il Partito democratico e Prodi: crescita zero e deficit al 2,5% 😀
    In secundis: oggi Bankitalia ha diffuso i dati sul debito pubblico.
    Ha ripeso a crescere: colpa del Partito democratico, di Prodi e de la Sinistra l’Arcobaleno.
    Ciao ciao 😉

  7. camelot Says:

    RIsposta a Gab:
    La stessa di D’Alema?
    https://www.camelotdestraideale.it/index.php/2008/03/31/dalema-e-il-razzismo-inconsapevolmente-masochista/
    😉

  8. camelot Says:

    Risposta a SinistraSTOP:
    Sì: perchè sono tutti ricchissimi, quindi possono permetterselo 😉

  9. Cristian Says:

    A me pare Oby Wan Kenobi…

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