Mag 08
16
La nuova legislatura – quella che da qualche giorno ha preso il via – probabilmente sarà contrassegnata dalle riforme costituzionali.
Questo è quanto hanno dichiarato – anche in campagna elettorale – i due principali competitor: Berlusconi e Walter Veltroni.
Da dove partire?
Italo Bocchino – presidente vicario del gruppo Pdl alla Camera dei Deputati -, ha già depositato una proposta di legge di riforma costituzionale; il cui contenuto si rifà ad un testo che – nella precedente legislatura – ottenne un ampio consenso e trasversale.
Vediamo i punti fondamentali della “bozza Bocchino”, descritti dal diretto interessato:
“Abbiamo scelto la strada di una Camera politica con i rappresentanti eletti direttamente che dà e revoca la fiducia al governo e di una Camera di rappresentanza, il Senato federale” che verrà eletto “secondo modalità stabilite dalla legge, su base regionale“.
In particolar modo, in ogni Regione:
“I senatori sono eletti dal Consiglio regionale, al proprio interno, e dal Consiglio delle autonomie locali tra i componenti dei consigli dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane. Il presidente e gli altri componenti della Giunta non sono eleggibili a senatore“.
Dunque il voto di fiducia (e la revoca della stessa) al governo, sarà appannaggio della sola Camera dei Deputati.
Avremo, inoltre, un sistema bicamerale – cosiddetto – “imperfetto”.
Vale a dire (e diversamente da quanto avviene oggi): le leggi non dovranno essere approvate da entrambi i rami del Parlamento.
Più precisamente.
Sarà sufficiente – per approvare una legge -, il voto della sola Camera dei Deputati. Ad eccezione di alcuni casi.
Quelli in cui le norme che si intende approvare, abbiano ad oggetto: la revisione della Costituzione, la definizione di un nuovo sistema elettorale, piuttosto che l´ambito in cui si esercitano le funzioni degli enti territoriali.
In questi casi – esclusivamente in questi -, il Senato federale (secondo la bozza Bocchino) avrà competenza legislativa, al pari della Camera.
Spetterà ai presidenti dei due rami del Parlamento, stabilire quali proposte di legge investano la competenza del Senato federale.
Che riceverà i disegni di legge in “prima lettura”.
Dopo il vaglio del Senato federale, la proposta passerà all´analisi della Camera.
La quale: “può apportare modifiche solo a maggioranza assoluta dei suoi componenti“.
Ad eccezione degli ambiti legislativi appena citati, la potestà legislativa sarà competenza esclusiva della Camera dei Deputati.
La bozza Bocchino prevede anche altro.
Innanzitutto la riduzione del numero dei parlamentari.
Il numero dei deputati, ad esempio, dovrebbe scendere da 630 a 512; quello dei senatori, invece, dovrebbe passare da 315 a poco più di 200.
Ancora.
Si prevedono modifiche all´”elettorato passivo”.
In particolar modo: “Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i diciotto anni d´età “.
Muterà anche l´età utile per essere eletto Presidente della Repubblica: passando da 50 a 40 anni.
Altre riforme sono previste in relazione al governo e ai suoi poteri.
Innanzitutto – secondo la bozza Bocchino – verrebbe riscritto l´articolo 72 della Costituzione. Che – nella nuova formulazione – arriverebbe a prevedere quanto segue:
“Il governo può che chiedere che un ddl sia iscritto con priorità all´ordine del giorno di ciascuna Camera e sia votato entro una data determinata, nei limiti e secondo le modalità stabilità dai regolamenti. Il termine deve in ogni caso consentire un adeguato esame del disegno di legge“.
Dunque: procedure più rapide per l´approvazione di ddl governativi.
Inoltre verrebbero ridefinite le competenze del Presidente del Consiglio, cui spetterebbe anche il potere di revoca dei ministri. L´articolo 92, rimaneggiato, detterebbe quanto segue:
“Il presidente della Repubblica, valutati i risultati delle elezioni per la Camera, nomina il presidente del Consiglio e, su proposta di questo, nomina e revoca i ministri“.
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