Mag 08
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Premetto che la querelle sulla intitolazione di una via a Giorgio Almirante, non mi appassiona nemmeno un po´ (e nemmeno me ne dolgo).
Aggiungo anche, che Alemanno avrebbe fatto bene a non cacciare dal cilindro questo proposito. Almeno non ora. Cui prodest?
Premetto, inoltre, che il giudizio di condanna espresso da Fini – e riferito alle esecrabili affermazioni pronunciate nel 1942 da Almirante, all´indirizzo degli ebrei -, è anche il mio. E come potrebbe non esserlo?
Detto ciò, siccome sono riprovevoli le parole proferite da Almirante, non si può che giudicare allo stesso modo le farneticanti asserzioni razziste, pronunciate – nello stesso periodo – da Eugenio Scalfari e da Giorgio Bocca.
Ricordare ciò che gli ebrei hanno patito: è un imperativo morale.
Che non può essere strumentalizzato, per meschine convenienze di parte.
Molti – caduto il Fascismo – cambiarono “casacca”. Provando a cancellare le tracce del loro passato.
Ma le parole che pronunciarono, o le atrocità che posero in essere, vanno ricordate: perché i crimini camminano sempre sulle gambe di tanti. E tra i “buoni” di oggi, c´è° anche qualche “cattivo” di ieri.
E a nessuno può essere concesso uno “sconto di pena”. Nemmeno a quelli che presero le distanze dai deliri della loro giovinezza: magari solo perché “il vento era cambiato”.
Eugenio Scalfari (1942):
“Un impero del genere è tenuto insieme da un fattore principale e necessario: la volontà di potenza quale elemento di costruzione sociale, la razza quale elemento etnico, sintesi di motivi etici e biologici che determina la superiorità storica dello Stato nucleo e giustifica la sua dichiarata volontà di potenza”.
Eugenio Scalfari (Roma Fascista, settimanale, 24 settembre 1942):
“Gli imperi moderni quali siamo noi, li concepiamo e sono basati sul cardine “Razza“, escludendo pertanto l´estensione della cittadinanza da parte dello stato nucleo alle altre genti”.
Giorgio Bocca (La Provincia Granda, 4 agosto 1942):
“Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l’idea, in un tempo non lontano, essere lo schiavo degli ebrei?”.
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