Giu 08
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La situazione è addirittura peggiore di quella che si immaginava solo qualche giorno fa.° °
Quando – dopo una prima ricognizione sui conti dell´amministrazione capitolina, operata dai tecnici di Alemanno -, sembrava che il debito lasciato in eredità da Veltroni, superasse di poco i 7 miliardi di euro.
Non certo briciole, ovviamente: ma comunque una somma inferiore rispetto a quella reale (ben più consistente).
La due diligence che il neosindaco di Roma ha richiesto subito dopo il suo insediamento, infatti, ha portato alla luce un indebitamento ancora più oneroso: oltre 10 miliardi di euro.
Un disastro finanziario, dunque: gigantesco.
Iniziamo col dire, però, che l´ipotesi di ricorrere alla dichiarazione di dissesto finanziario – pur ventilata -, è stata fortunatamente accantonata (lo ha riferito stamane Franco Bechis su Italia Oggi).
Il Comune di Roma, dunque, non sarà commissariato. E quindi i poteri del primo cittadino non subiranno una deminutio, e non saranno confinati all´”ordinaria amministrazione”.
Piuttosto si fa strada il proposito di concedere ad Alemanno poteri speciali, per affrontare la crisi. A tal scopo, dovrebbe essere approvato – la settimana prossima – un decreto legge ad hoc.
Ma la situazione, comunque, per l‘esponente del Pdl: è tutt´altro fuorché facile.
Deve reperire un mare di denaro. Impresa che potrebbe costringerlo ad inasprire il prelievo fiscale a carico dei cittadini.
Di sicuro si procederà ad una cartolarizzazione dei crediti: c´è da pagare gli stipendi ai dipendenti comunali (a giugno), e forte è il sospetto che senza l´intervento in questione, l´impresa sarebbe impossibile.
Ma non basta.
Allo studio, infatti, è anche la possibilità di introdurre – per i soli turisti – una tassa di soggiorno. Così come si considera l´ipotesi di ricorrere a “tasse temporanee di ingresso” (per i non residenti a Roma), e di aumentare il prezzo dei biglietti dei musei (e degli altri enti equipollenti), che siano sotto il controllo del Comune.
Per Alemanno, dunque: un cammino che inizia in salita.
E non per sua colpa.
P.S.: Repubblica fornisce altre informazioni, e parla di un debito che “veleggia a quota 8,2 miliardi“.
P.S.2.: qualche spreco veltroniano.
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