Giu 08
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D´Alema lancia la sua nuova creatura: Red
Che D´Alema consideri il bipartitismo, un´ipotesi sciagurata: è pacifico.° °
Lo ha dichiarato apertis verbis:
“Io non sono affatto favorevole al bipartitismo, la riduzione della democrazia a due partiti. Questo aprirebbe la strada al presidenzialismo e cioè alla sicura vittoria dell´ideologia di Berlusconi e quindi di Berlusconi stesso o di chi lo sostituirà : è lui che incarna quel sistema“.
“Io punto invece a un sistema politico multipartitico, il sistema tedesco insomma, che garantisce rappresentanza, democrazia ma anche governabilità “.
Tradotto: D´Alema vuole affossare il Pd; impedire che nasca il Popolo della Libertà e riportare l´Italia alla Prima Repubblica.
Perché?
Perché Baffino non ha altri mezzi per diventare Presidente del Consiglio – o Presidente della Repubblica -, se non quelli rappresentati dagli “intrallazzi di Palazzo”, dai maneggi fatti all´insaputa dei cittadini, dagli accordi spartitori tessuti in Parlamento (“Io do una cosa a te, e tu ne dai una a me”); e mai potrebbe presentarsi agli italiani come candidato Premier.
Chi lo candiderebbe mai? E soprattutto: chi mai voterebbe una coalizione guidata da lui?
Nessuno!
Per questo motivo, sta cercando di “eliminare” Walter e le posizioni che questi esprime. Colpirlo, infatti, significa – e lo ha detto chiaramente – colpire innanzitutto Berlusconi. Perché è quest´ultimo “che incarna quel sistema“: il bipartitismo (che anche il Nutellone appoggia).
Poco gli importa, poi, che tutto ciò possa tradursi in una danno per la Nazione (che avrebbe bisogno di un vero bipartitismo, perché quest´ultimo significa decisionismo: ciò di cui è privo il Paese, proprio a causa del pluripartitismo che – fino alla scorsa legislatura – ha dominato la vita politica italiana).
Non gli importa: deve trovare il modo per arrivare a Palazzo Chigi, o in alternativa al Quirinale.
Dunque: lotta aperta alle conquiste democratiche che gli italiani hanno ottenuto dal ‘93.
Lotta aperta all´ipotesi che noi si arrivi un giorno a votare per il “Sindaco d´Italia” (presidenzialismo).
Lotta aperta al fatto che chi si candida al governo della Nazione, presenti prima del voto, una coalizione ed un programma.
E invece: strade aperte alla restaurazione partitocratica: ai partiti che in Parlamento decidono quali coalizioni formare, e quali programmi attuare.
Precisamente ciò che avveniva all´epoca del pentapartito. Quando la durata media di un governo difficilmente superava i sei mesi.
Alla faccia dell‘efficienza!
Ciò detto, per raggiungere questo progetto inedito e rivoluzionario: Baffino ha deciso di lanciare Red.
Che – contrariamente a ciò che si potrebbe immaginare – non è il nome di un dopobarba (scadente): ma è l´ennesima sua creatura.
Più precisamente: un´associazione (Red è acronimo di Riformisti e democratici).
Ecco qual è la “sua ragione sociale”, spiegata direttamente da D´Alema:
“Noi organizziamo convegni ai quali partecipano personaggi che certo non verrebbero a discutere col Partito democratico. Filosofi come Todorov, e io mica lo pago Todorov… Viene perché gli interessa discutere di religione e democrazia. Oppure, come è successo giovedì a Milano, una lunga e approfondita discussione con Piero Bassetti sul “Glocal”: sono venuti personaggi di un certo livello, la Milano che conta insomma“.
In poche parole: dalla Milano da bere alla “Milano che conta“.
Ma sempre pentapartito è, però!
P.S.: fortuna che Silvio – a Baffino – non lo caga nemmeno di striscio (come dicono a Parigi).
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