Lug 08
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Ieri la Camera dei Deputati, come noto, ha approvato il cosiddetto Lodo Alfano. Vale a dire la norma che introduce, per la durata del mandato, la sospensione dei processi – eventualmente esistenti – a carico delle quattro più alte cariche dello stato.°
Rispetto alla formulazione originaria, però, il lodo prevede una significativa differenza: ci si può avvalere dell´immunità , solo per una legislatura (nel caso del Presidente del Consiglio e dei Presidenti delle Camere).
Il che vuol dire – detto papale papale – che Berlusconi non potrebbe giovarsi dello “scudo”: tanto nell´ipotesi in cui nella prossima legislatura dovesse nuovamente essere eletto Premier; quanto nell´ipotesi in cui dovesse diventare Presidente della Repubblica.
Ora, l´approvazione della norma ha suscitato alcune polemiche: abbastanza pretestuose.
Nel senso che alcuni partiti dell´opposizione – d´accordo ufficiosamente con la nuova disposizione di legge -, ufficialmente ne hanno preso le distanze.
Figurarsi! Non ci si può stupire.
Tuttavia, tra le fila della minoranza, qualcuno ha avuto l´onestà di dichiarare – apertis verbis – il proprio favore nei riguardi del Lodo Alfano.
Non mi riferisco ad Anna Finocchiaro o a Piero Fassino, che dopo essersi dichiarati° disponibili a discutere sull´argomento, sono stati obbligati a “rientrare nei ranghi”: essendo cambiato lo scenario politico.
Mi riferisco a Pino Pisicchio.
Vale a dire all´ex presidente della Commissione Giustizia della Camera, che è un esponente di rilievo dell´Italia dei Valori.
Il quale – mentre Di Pietro furbescamente sbraitava contro la norma in questione -, serenamente e pacatamente al Corriere della Sera dichiarava:
“Lo scudo penale per le alte cariche non è affatto una lesione al principio di legalità “.
“Non viola l´eguaglianza?” (chiede la giornalista, ndr).
“No, non è un´offesa alla legge e alla Costituzione perché bisogna preservare le alte cariche dalle baruffe giudiziarie. Quindi io sono disponibile a ragionare su questo“.
Ah, per inciso: Pisicchio ha partecipato al No Cav Day, “ma non per urlare“.
Serenamente e pacatamente.
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