Economia, economia ed economia: e non rompete i coglioni con altro

Uragano foto

Iniziamo da qui: il caso Eluana Englaro

Ieri Pigi Battista – sul Corriere della Sera – ha giudicato poco commendevole il fatto che la politica abbia stralciato – dalla propria agenda – le questioni eticamente sensibili. Ovviamente, siccome governa Berlusconi, Battista ha rivolto accuse soprattutto al centrodestra.

Stamane, in risposta al vicedirettore del quotidiano di via Solferino, è intervenuta (con una lettera al Corriere), Eugenia Roccella.

Che, in buona sostanza, ha detto: “Prima o poi, le questioni eticamente sensibili ritorneranno nell´agenda politica”.

Bon.

Aggiungo solo che il sottoscritto è d´accordo sull´ipotesi di legiferare in materia di testamento biologico (ma non ora, perchè il tema creerebbe lacerazioni e divisioni: e non possiamo permettercele in questo istante).

Ciò premesso, però, mi sia consentito dire.

Andatevene a fare in culo, voi e le questioni eticamente sensibili! Non è il momento di affrontare nemmeno una virgola di argomento, che abbia a che fare con la cosiddetta biopolitica!

Abbiamo le pezze al culo, forse stiamo attraversando – ripeto: forse – una delle crisi economiche (e finanziarie) più gravi dal secondo dopoguerra ad oggi. Dunque, il governo e il Parlamento devono occuparsi solo di economia.

Chiunque non capisca questo, è un emerito coglione! Merita contumelie, per l´insensibilità  e l´irragionevolezza che esprime.

Evidentemente è un plurimilionario, che può permettersi che il prezzo dei generi alimentari cresca del 40% (in alcuni casi): tanto lui (o lei) non ha a patirne conseguenze!

Stomachevole! Le persone “scollate dalla realtà “: sono un pericolo pubblico!

Detto questo, provo a parlare un pochetto (con i miei limiti) della questione economica e finanziaria, cioè della crisi che tormenta l´Europa e il mondo.

Che cos´è, la crisi? Da cosa dipende? Quanto durerà ?

Tutte domande a cui, nonostante da giorni interi non faccia altro che leggere articoli al riguardo, non so dare risposte (pur avendo studiato un discreto numero di esami di economia politica, in passato).

E non mi riesce ciò: perché nemmeno gli economisti che ne parlano, sanno che pesci prendere.

Ciò detto, devo fare una premessa, prima di proseguire.

Il sottoscritto, è un liberista: per me il mercato – in ogni sua forma – è il miglior meccanismo esistente per creare ricchezza, distribuirla, creare occupazione e migliorare la condizione di vita soprattutto dei meno abbienti.

Ogni limitazione, dunque, alla libera circolazione di merci o capitali – o al libero dispiegarsi degli animal spirits – mi fa stomacare, la ritengo nociva, e controproducente dal punto di vista della allocazione delle risorse (di ogni tipo, sorta o natura).

Ciò detto, però, sono angosciato dalla crisi economica che viviamo.

Lo sono, perché gli economisti non sanno dare risposte.

E non sanno dare risposte ad alcune domande, soprattutto.

La prima: cos´è che produce la crescita del prezzo del petrolio e delle materie prime, che ha ricadute sul prezzo dell´energia e dei generi di prima necessità ?

La seconda: ragionevolmente, quanto può durare questa spirale iper-inflattiva? 6 mesi? 8 mesi? 1 anno? 5 anni? 10 anni?

Tutte domande, cui ad oggi, nessun economista (il cui pensiero io abbia letto), sa dare risposte. Chiare, univoche e certe!!

Lorsignori economisti, hanno raccontato nell´ordine:

a. la crisi che riguarda il prezzo dei generi alimentari, dipende dalla questione dei biocarburanti (avveniva un anno fa, circa).

b. poi si sono accorti, che l´impiego di colture allo scopo di produrre quel tipo di combustibile (che aveva come effetto quello di sottrarre derrate ai consumi alimentari), da solo non bastava a spiegare l´impennata dei prezzi delle materie prime.

c. si è iniziato, allora, a valutare la possibilità  che possa essere in atto la “terza fase” della bolla speculativa: la quale, prima ha riguardato le Dot-com (la new economy); poi è passata sull´immobiliare; poi, dopo la batosta dei subprime, per recuperare danari in ingenti quantità  (e abbastanza rapidamente), ha iniziato a manifestarsi sulle commodity (descrivo le cose, in modo semplice: primo, perché diversamente non saprei fare; secondo, perché chiunque ha diritto a comprendere). Arrivando quindi, per questo tramite, ad influenzare pesantemente il costo dei generi alimentari.

d. lorsignori economisti, hanno poi detto che però, sai com´è, forse la crisi dei prezzi dei generi alimentari (e anche quella del petrolio): dipende anche dal fatto che i cinesi e gli indiani, essendo divenuti più ricchi, hanno iniziato anche a mangiare (e in generale: a consumare) abbastanza più di prima. Dunque, se l´offerta è costante – o se cresce poco – e la domanda cresce ad un saggio maggiore dell´offerta: tutto ciò si traduce in un aumento di prezzo.

e. nel frattempo, siccome la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo, parallelamente a queste cosette qui, s´è iniziata a registrare una crescita logaritmica del prezzo del petrolio. Rigidità  dell´offerta? Impossibilità  di aumentare la produzione, o perfida nolontà  da parte dei paesi produttori di petrolio, ad aumentare l´offerta per adeguarla alla cresciuta domanda? Oppure, anche qui, un po´ di speculazione massiccia? Tutto e il suo contrario: questo hanno detto, lorsignori economisti.

Ora, la questione è complessa, perché a noi tutti deve essere chiara una cosa: non siamo più una Nazione, da quando siamo entrati nell´euro. Non abbiamo un tasso ufficiale di sconto, da poter gestire a nostro piacimento; non ci sono margini di manovra sui tassi di cambio; non abbiamo più una valuta nazionale; non abbiamo possibilità  di muovere la leva monetaria o fiscale, dunque. O meglio: possiamo solo ridurre la spesa pubblica (volesse il cielo!), ma non ci è data possibilità  di stabilire interventi di politica monetaria a livello nazionale (o dico una fregnaccia?). Inoltre: siccome ringraziando iddio abbiamo aderito all´euro, e contestualmente accettato le dinamiche imposte dal Trattato di Maastricht (su tutte: rapporto deficit/Pil entro il 3%; rapporto debito/Pil entro il 60%, che ad oggi per noi è ancora un´utopia), si diceva: siccome abbiamo accettato – ben facendo – quelle regole che hanno la funzione meritevole di obbligare gli attuali “viventi”, a non indebitare le generazioni future (mentre i nostri padri e i nostri nonni, hanno indebitato noi e i nostri figli): non possiamo – ringraziando iddio – nemmeno adottare politiche fiscali espansive (lo ripeto: ringraziando iddio).

Allora, la questione qual è?

La questione è che mai come ora, avremmo bisogno – noi cittadini comuni, noi soggetti economici cui piacerebbe essere davvero “decisori razionali” – di informazioni chiare. Perché ce ne fotte una mazza delle teorie sulle aspettative – “adattive” piuttosto che “razionali” -, oppure del fatto che la speculazione sui mercati finanziari, invii richieste ai mercati reali (producete di più); viceversa ci interessa moltissimo sapere come se ne esca da questo insieme di cose che, ai liberisti o ai social-comunisti, non può che apparire come una dolorosa e impietosa inculata! Anche perché la politica può fare poco, e quel poco che non può che fare, per affrontare la crisi: vorremmo fosse indicato dagli economisti!

La Bce, nei prossimi mesi – siccome ha intenzione di contrastare la spirale prezzi/inflazione/salari/, quale si è avuta negli anni ‘70 e che ha prodotto dinamiche inflattive da panico, oltreché crescita esponenziale del debito pubblico -, continuerà , come già  ha fatto di recente, ad aumentare i tassi.

La rata del mutuo diverrà  ancora più onerosa; la propensione agli investimenti calerà  (essendo il costo del danaro più alto); l´economia reale subirà  un ulteriore rallentamento; i consumi stagneranno (in Italia è da sette mesi di fila, che la domanda flette); e i prezzi – stanti le dinamiche non si sa se “finanziarie” (speculazioni); o se “reali” (aumento della domanda mondiale, e conseguente difficoltà  ad adeguare l´offerta di petrolio e derrate alimentari, ai nuovi e crescenti consumi) -, continueranno a salire.

Ora, lorsignori economisti – tutti: sedicenti liberali, centristi, destri e sinistri -, saprebbero fornirci spiegazioni possibilmente attendibili?

Lorsignori economisti – anche quelli che hanno come unico interesse, quello di sparare sulle boutade di Tremonti -, saprebbero fornirci almeno la risposta più importante: quanto durerà ?

Attendiamo con ansia che lorsignori economisti, che fino ad oggi hanno mostrato incapacità  assoluta a fornire anche solo mezza spiegazione: avvalendosi magari di qualche modello macroeconomico, econometrico, del passato o del presente, arrivino a spiegarci per filo e per segno cosa cazzo ci sta capitando!

Perché attaccare Tremonti, riesce a cani e porci! Può farlo anche D´Alema! Di più: anche a Bersani! (lo dice uno, che ha creato una rubrica intitolata: Tremonti il socialista).

Spiegare cosa accadrà  – fare previsioni ragionevoli, che possano “predire” evoluzioni, e definire i limiti di queste dinamiche tutte funeste! -, viceversa, riesce solo a persone competenti!

Sarà  per questo motivo: che ad oggi nessuno – dicasi: nessuno – è ancora riuscito a dare una risposta attendibile.

Aggiungo un´ultima cosa.

Più lorsignori economisti – mi riferisco a quelli che credono al mercato, come il sottoscritto -, seguitano a non dare risposte rassicuranti sulla durata di questa crisi, e più espongono le teorie liberiste al ludibrio della plebe (leggasi: “popolo bue”).

Più lorsignori economisti, si limitano ad attaccare il social-comunista Tremonti, senza però fornirci una cacchio di spiegazione su quello che sta capitando: e più le teorie “vecchissime” di Tremonti, appariranno giuste agli occhi della plebe (leggasi: italioti)!

P.S.: se sento anche solo un politico di centrodestra, avanzare anche solo mezza proposta di disciplina di qualunque questione “eticamente sensibile” – da qui ai prossimi 3 anni – giuro: vado fuori al Parlamento e gli urino in testa (o in faccia)! Esiste solo l´economia, questa è l´emergenza! Anche perché Tremonti ha annunciato che non c´è il becco di un quattrino!

P.S.2: consiglio a tutti la lettura di questo: che è una ricostruzione abbastanza interessante di ciò che accade, fatta da uno del ramo° (qui la trovate in formato Html, e con questo potete tradurla).

Leggi altre news su per il Popolo delle Libertà .


16 Responses to "Economia, economia ed economia: e non rompete i coglioni con altro"

  • pietro says:
  • camelot says:
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