Federalismo fiscale

Roberto Calderoli foto

Il federalismo fiscale sarà  una delle più importanti – ed utili – riforme che il centrodestra varerà  in questa legislatura.° ° ° 

Avvicinare i “centri di spesa” ai cittadini, consentire a quest´ultimi di verificare come i politici usino i soldi del contribuente; rendere più efficiente l´impiego di risorse: queste, le finalità ° della riforma in esame.

Cui sta lavorando il Ministro Calderoli, con l´obiettivo di definire un progetto che possa raccogliere consensi anche tra le fila dell´opposizione.

Le “riforme di sistema”, infatti, devono essere il più possibile condivise, dagli schieramenti politici. E questo per evitare che ad ogni cambio di maggioranza, segua una nuova riforma: diversa se non opposta a quella precedente.

Questo continuo stop ad go: è venefico per il Paese. Che all´opposto richiede stabilità  e condivisione delle riforme. Precisamente ciò che avviene in ogni Nazione, ove sia presente un sistema politico bipartitico.

Ma veniamo al dunque.

Calderoli oggi è stato intervistato da il Giornale. Ed ha spiegato, per grandi linee, il suo progetto di federalismo fiscale:

Ministro Calderoli, sul federalismo fiscale si registra un´ampia convergenza politica. Ma c´è pure chi avverte il rischio che l´Italia venga divisa in futuro tra ricchi e poveri” (chiede il giornalista, ndr).

Non c´è nessun rischio di questo tipo. Anche perché tutti i servizi fondamentali, previsti dalla Costituzione, verranno sempre garantiti. Allo stesso tempo, però, bisogna capire che si deve cambiare passo, evitando errori del passato e tagliando le spese folli“.

Come interviene il “modello” che porta il suo nome?”.

Tanto per cominciare, stoppa la finanza derivata (le varie addizionali regionali) e non prende come riferimento le spese storicamente sostenute dagli enti locali. Adesso bisogna puntare l´attenzione sui costi standard (per lo stesso servizio a Milano si deve spendere come a Catanzaro), per arrivare ad una vera autonomia delle Regioni e degli enti locali, grazie anche a tributi propri e compartecipazioni derivate (Iva, Irpef… ). Un modello comune per tutti, a cui ciascuno deve richiamarsi, basato sul principio della perequazione, perché è necessario ristabilire un collegamento tra i centri di spesa e di entrata“.

Quindi ogni Regione avrà  a disposizione un identico budget per evitare sprechi?”.

Verrà  fissato uno standard a cui tutti dovranno richiamarsi, per evitare che, come avveniva in passato, chi era meno efficiente spendeva di più, e viceversa. L´obiettivo finale è di stabilire per tutti una quota “x”. E chi non riuscirà  a gestirsi dovrà  metterci la propria faccia, chiedendo altri soldi ai propri cittadini, introducendo nuove tasse“.

Se alcune Regioni non riusciranno a coprire le spese con entrate proprie, entrerà  in gioco un fondo perequativo. Ma in ogni caso sarà  una rivoluzione all´insegna della trasparenza e della responsabilità , che arriverà  in maniera graduale, attraverso un periodo di transizione“.

Quanto ci vorrà  per determinare i costi standard dei servizi pubblici?”.

Per quanto riguarda le materie non essenziali, il periodo dovrebbe essere di tre anni. Per il resto, invece, saranno le Regioni a decidere, attraverso un loro confronto interno“.

Sul federalismo fiscale e sulle riforme, la Lega ha sempre cercato il dialogo con le varie forze politiche. Al momento riscontro una grande convergenza, e non solo nel Pd. Basti pensare che anche il governatore della Puglia, Nichi Vendola, esponente di Rifondazione comunista, ha di recente sostenuto la mia proposta“.

Un conto è il dialogo, un altro sono le riforme, senza le quali il Paese va a fondo, si spacca. Spero quindi che il sostegno giunga pure dall´opposizione, ma in caso contrario andremo avanti. E in Parlamento, poi, ciascuno si assumerà  le proprie responsabilità “.

P.S.: ricordo a tutti che le riforme costituzionali – ex articolo 138 della Carta – devono essere approvate (in seconda lettura) con la maggioranza dei 2/3: altrimenti sono soggette a referendum. Anche se, in proposito, va riferita una singolare interpretazione della Costituzione, di cui ho letto qualche giorno fa. Il Corriere della Sera, infatti, in un articolo a firma Francesco Verderami, ha attribuito a Tremonti l´idea che in materia di federalismo fiscale, non dovrebbe essere possibile celebrare il referendum confermativo (se il Parlamento non approvasse la riforma, con il voto dei 2/3). E ciò perché il secondo comma dell´articolo 75 della Costituzione, recita: “Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio (…)”.

Se volete, votate Ok.

Leggi altre news su per il Popolo delle Libertà .

15 Responses to "Federalismo fiscale"

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