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Tremonti pronto ad abolire (di nuovo) la tassa di successione

Giulio Tremonti foto

Alla ripresa dei lavori parlamentari, era scontato che il governo avrebbe preso in considerazione l´adozione di qualche nuova misura economica. Oltretutto Berlusconi, qualche tempo fa, lo aveva preannunciato.° ° 

Tuttavia, rispetto al proposito esposto dal Premier – quello cioè di introdurre il bonus bebè e/o il quoziente familiare -, pare stia facendosi strada un´altra ipotesi, molto meno onerosa per le casse dello stato.

Come racconta Stefano Sansonetti su Italia Oggi, infatti, pare che Tremonti stia considerando la possibilità  di abolire nuovamente la tassa sulle successioni (e sulle donazioni).

In proposito è doveroso ricordare alcuni fatti.

Nel 2001, il governo di centrodestra abolì il suddetto balzello.

Il quale fu riportato in vita, nel 2006. Con il decreto 262 voluto da Visco e dal governo Prodi (e chi ne dubitava).

Il decreto in questione, ha reintrodotto la tassa sulle successioni e sulle donazioni, stabilendo – per i coniugi e i figli (tanto nel caso di successioni mortis causa, quanto in quello di donazioni) -, una franchigia di 1 milione di euro. Per importi superiori, i succitati parenti devono sottostare ad un´aliquota del 4% (non si considera per ragioni di brevità , qui, le aliquote che si applicano agli altri gradi di parentela).

Bene. Quanto frutta tutto ciò all´erario?

Dal punto di vista della finanza pubblica, una miseria: 340 milioni di euro l´anno (arrotondati per eccesso).

Stante il modesto introito prodotto dalla death tax nostrana, dunque, Tremonti ha incominciato a considerare l´eventualità  di abolirla.

Anche perché, il costo dell´introduzione del quoziente familiare – cui Berlusconi ha fatto riferimento -, s´aggira sui 5 miliardi di euro° (importo arrotondato per difetto).

Soldi in cassa non ce ne sono, però. Dunque, pur di ridurre un poco l´oppressione fiscale, meglio abolire l´imposta sulle successioni, che il nulla.

Ovviamente, l´intervento in questione si presterebbe agli attacchi dell´opposizione. Già  noti in anticipo, perché scontati (tenuto conto del modesto modo di argomentare, che è proprio della minoranza).

E´ ipotizzabile che lorsignori del Pd e dell´Idv, inveiscano: “Si tratta di un intervento a favore dei ricchi. Anche perché già  oggi, per importi fino al milione di euro, non si paga alcunché”.

Argomenti stucchevoli, ovviamente. Stucchevoli perché, come s´è detto, l´abolizione della death tax avrebbe un costo irrisorio, per l´erario (in termini di minori introiti). Dunque la sua sopravvivenza, non avrebbe alcun senso pratico o utilità . Se non quella di rappresentare una forma di vendetta morale, diciamo così,° proficua solo° per i sostenitori dell’odio° di classe° e dell’invidia sociale.

Motivazioni, queste, prive di ragionevolezza.

Il governo, dunque, può procedere senza timore. E abolire l´odioso balzello in questione.

Se volete, votate Ok.

Leggi altre news su per il Popolo delle Libertà .

18 Comments on “Tremonti pronto ad abolire (di nuovo) la tassa di successione”

  1. pietro Says:

    E per recuperare un po di soldi non si potrebbe eliminare tutti gli aiuti e i contributi statali alla diffusione della televisione digitale terrestre?
    Finora governi di destra e di sinistra hanno buttato via in questo modo piu di 900 milioni di euro.
    Oppure lasciar falire l’Alitalia, che ne pensi?

  2. camelot Says:

    Risposta a pietro:
    Se è per questo basta abolire domani le Province, e si recuperano molti più soldi ancora…

  3. nicola Says:

    Il commento di Pietro è pienamente condivisibile. Ci aspettiamo tutti una drastica riduzione degli sprechi, ovunque essi siano. E poi i vari Di Pietro, Travaglio e simili potrebbero anche andare a predicare nel deserto.
    nicola http://www.ilchiodo.blogspot.com

  4. pietro Says:

    La differenza è che l’abolizione delle provincie richiederebbe una riorganizzazione generale delle competenze comunali e regionali e lo spostamento di un buon numero di dipendenti, insomma è un lavoro molto più impegnativo di quanto sembri.
    Per lasciar fallire l’alitalia basta abolire un decreto….

  5. camelot Says:

    Risposta a pietro:
    Certo, 18.000 dipendenti che finirebbero in mezzo ad una strada, soprattutto ora che c’è chi è intenzionato a rilevarla, sarebbero un costo sociale irrisorio…dal punto di vista economico, poi, ancora peggio….ora che c’è chi vuole rilevarla, s’intende..

  6. camelot Says:

    Risposta a nicoleta:
    Non c’è dubbio..

  7. sergentehartman Says:

    Occhio che per i sinistri anche gli idraulici fanno parte dei milionari (vedi film).

  8. Vonbraun51 Says:

    Mi spiace essere d’accordo con la sinistra, ma io credo che sia giusto lasciare in vita la tassa di successione per i grandi capitali. In fondo 340 milioni di Euro sono 700 miliardi delle vecchie lire!! E poi la possiamo paragonare alla Robin Hood tax per petrolieri e banche. Anche questa è una imposta classista ma ritenuta giusta dai più. Perchè invece nessuno, nè maggioranza nè opposizione, ha più parlato della riduzione del numero dei parlamentari, l’eliminazione dei privilegi di cui godono (vitalizi compresi) e l’enorme sperpero di soldi a livello di amministrazioni locali? Ci vuole tempo, è vero, ma perchè aspettare la fine della legislatura e lasciare che tutto si dissolva in un nulla di fatto? Su questo punto il Berlusca mi sta deludendo!!

  9. pietro Says:

    In 30 anni di vita lavorativa ho cambiato 2 volte lavoro per la chiusura dell’azienda per cui lavoravo e mi sono dovuto arrangiare, così succede nel mondo reale, il fatto che esistano aziende che debbano gravare su chi paga le tasse anche se il loro stato è, come dice Brunetta “frutto di cattiva politica” che è costato finora almeno 1 miliardo di euro di aiuti di stato vari, e le cui azioni sono scese negli ultimi 5 anni da 30 euro a 0,4 euro, mi da abbastanza fastidio.
    Forse non sai che il traffico aereo in Italia è aumentato del 5% all’anno mediamente, se nel 2004 l’Alitalia fosse stata fatta fallire i suoi dipendenti avrebbero trovato velocemente tutti un posto di lavoro.
    Swissair e Sabena hanno fatto così, e ha funzionato benissimo.
    Vedremo se scaricare i debiti sul contribuente e vendere a prezzo di favore la parte buona si rivelerà  sufficente a salvarla, io ho qualche subbio , ma potrei sbagliarmi.

  10. camelot Says:

    Risposta a Vonbraun51:
    Io, invece, ritengo la tassa in questione di una iniquità  assoluta. Non capisco per quale motivo uno debba pagare le tasse non solo da vivo, ma finanche da morto. Magari ha fatto sforzi per lasciar soldi a figli e nipoti, e lo stato gli chiede il “pizzo”, anche da morto. Non lo considero nè ammissibile nè equo (mi limito a questo tipo di considerazione, e non anche a quelle di natura economica, che pure sarebbe giusto fare).
    Sulla riduzione del numero dei parlamentari, sono d’accordo. E verrà  fatta di sicuro (il centrodestra già  la inserì nel progetto di revisione costituzionale, poi bocciato dal referendum)..
    Comunque, ricordiamoci sempre che questo governo è in carica da nemmeno 5 mesi…e fino ad ora ha legiferato parecchio, diciamo…non sono stati a girarsi i pollici 😉

  11. camelot Says:

    Risposta a pietro:
    Su Alitalia, e in tempi non sospetti – e in più attaccando An -, ho scritto nel 2006:
    https://www.camelotdestraideale.it/index.php/2006/10/13/la-alitalia-doveva-essere-venduta-e-se-cio-non-e-avvenuto-e-colpa-di-alleanza-nazionale/
    E poi ancora qui:
    https://www.camelotdestraideale.it/index.php/2007/12/23/alitalia-il-partito-dei-piccoli-interessi-contrari-a-quello-generale-dice-no-ad-air-france/
    Ma i tempi sono diversi, e per il momento nessuno ha perfettamente chiaro tutto il progetto attuale di alienazione….tutti ne parlano, parecchi mentendo, come gli economisti de La Voce:
    http://oknotizie.alice.it/go.php?us=21e14ab95201ec59
    E poi nel caso dei dipendenti di cui sopra, scatterebbe comunque (almeno per alcuni) la cassa integrazione…l’onere ci sarebbe comunque…bisogna attendere, per capire cosa sia il progetto di vendita..

  12. camelot Says:

    Risposta a sergentehartman:
    Già , e poi si chiedono perchè nessuno li voti più 😉

  13. camelot Says:

    Risposta a Vonbraun51:
    Una precisazione sulla Robin Tax (che io non condivido). Questa, produce un gettito di 4 miliardi di euro. Che sono una bella somma, qualcosa di consistente rispetto ai 340 milioni di cui sopra. E almeno, la Robin Tax, ha la funzione “nobile” – che me la rende un po’ meno indigesta – di servire a finanziare la social-card per un milione di anziani (cui garantisce 400 euro l’anno)…

  14. Gab Says:

    :-S Meglio niente allora… anche perchè una tassa di sucessione oltre un certo valore del lascito ed escludendo beni immobili, attrezzi e macchinari da lavoro… mi pare anche giusta…

  15. cenzo Says:

    Chi ha più di un milione di euro da lasciare molto probabilmente ha lavorato in proprio. E, salvo i soliti (pochi) eroi, qualcosa l’avrà  evasa. La tassa di successione fa rientrare allo stato qualcosa di questa evasione. Chiaramente al solito purtroppo sono penalizzati gli onesti, ma finchè non si paga tutti si fa come si può. E’ un po’ come la quota per la Siae su dischi e cd vergini, brutta a dirsi ma…quale giovane non ha mai messo un mp3 su un cd? Piccolo OT se posso: parlando di social-card, ecco, chiamiamola tessera dei poveri, a livello pratico utile ma terribilmente umiliante.
    Saluti

  16. camelot Says:

    Risposta a cenzo:
    Chi evade il fisco, ha mezzi anche per non pagare le tasse di successione: ha notai fidati, che quantunque siano pubblici ufficiali, lo “aiutano” a ridurre le “pretese” dello stato. Gli onesti, pagano la tassa di sucessione (e quelle sulle donazioni). Gli altri, hanno patrimoni magari intestati a società  estere, e pagano tasse di successione in altre nazioni.
    La tassa produce un introito modesto, per le casse dello stato (s’intende), dunque eliminarla non è un grosso peso.
    Quanto alla social-card, hai ragione: purtroppo è umiliante. Io avrei preferito fossero aumentate le pensioni, senza dover ricorrere ad essa. Ma se si è scelto questo mezzo, vuol dire che era il più compatibile con le attuali condizioni finanziarie…

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