Set 08
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“Grazie alla riforma del federalismo fiscale è ipotizzabile a regime un recupero di evasione fiscale pari a 60 miliardi di euro l’anno, da spalmare in migliori servizi dove servono e in minore tasse dove se ne paga più della media“.°
“Nel breve periodo, c’è poco da guadagnare perché bisogna far ripartire la competitività del sistema. Più che di risparmio immediato, da domani si avrà un sistema più competitivo. Per i cittadini ci saranno migliori servizi dove ce ne sono pochi e minori tasse dove se ne pagano di più“.
“A regime, ovvero nel giro di cinque anni, il risparmio a famiglia si aggirerà attorno ai 500 euro all’anno, sempre se si riuscirà ad aggredire il mostro: ovvero l’evasione fiscale, che è distribuita in maniera molto difforme, e la spesa pubblica improduttiva, anche questa distribuita in modo assolutamente difforme“.
Con queste parole, il responsabile economico della Lega Nord, Massimo Garavaglia, ha spiegato le finalità del disegno di legge sul Federalismo fiscale. Presentato oggi – alle associazioni dei Comuni e delle Province – da Roberto Calderoli (che lo ha materialmente redatto).
Vediamo cosa prevede il ddl.
Innanzitutto, Comuni e città metropolitane (Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino) disporranno di “un’adeguata autonomia impositiva” sugli immobili. Ivi inclusa “quella sui trasferimenti della proprietà e di altri diritti reali“.
Inoltre – e ciò vale anche per le Province – essi potranno anche introdurre tasse “per particolari scopi quali la realizzazione di opere pubbliche ovvero a finanziare oneri derivanti da eventi particolari quali flussi turistici e mobilità urbana“.
Le Province, inoltre, avranno autonomia impositiva sulle auto, e probabilmente anche sui carburanti.
Più in generale, gli enti territoriali in esame – entro limiti fissati dalla legge – potranno: “modificare le aliquote dei tributi loro attribuiti, nonché (…) introdurre agevolazioni“. Inoltre, ad essi verrà attribuita “piena autonomia nella fissazione delle tariffe per prestazioni e servizi offerti“.
Mentre alla Capitale, verranno conferite “specifiche quote di tributi erariali, nonché un proprio patrimonio commisurato alle funzioni e competenze attribuite“.
Ecco, io ho delle perplessità .
Innanzitutto: presentare in questo modo il federalismo fiscale, cioè facendo riferimento alla possibilità – per Comuni e Province – di ricorrere anche a nuove tasse, secondo me non giova molto alla causa del federalismo stesso. Ho sensazione che i cittadini più disattenti ai fatti della politica, possano finire per associare° la devolution° fiscale all´idea di una nuova ondata di balzelli locali. La comunicazione, in politica, è importante. E´ tutto. E se un progetto – anche il più giusto – lo si presenta male, si rischiano effetti negativi (tanto più, nel caso in esame, visto che il responsabile economico della Lega, ha detto che il federalismo produrrà risparmi: “sempre se si riuscirà ad aggredire il mostro: ovvero l’evasione fiscale”. Come dire: i vantaggi economici per le famiglie – derivanti dal Federalismo fiscale – sono altamente aleatori!).
Seconda questione.
In base a ciò che riferiscono i giornali, si parla di tributi propri da assegnare alle Province.
E, allora, una domanda è più che legittima: ma non avevamo promesso – in campagna elettorale – che le avremmo abolite?
Ai cittadini fu detto questo.
Ora, invece, gli si dice che tali enti disporranno di autonomia impositiva, al punto da poter introdurre anche “tasse di scopo”.
I conti non tornano.
Se volete, votate Ok.
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