Veltroni condanni le parole di Adriano Sofri

Walter Veltroni foto

Era il 5 ottobre 2007, e Veltroni – intervistato da Massimo Giannini su La Repubblicadelineava l´ossatura identitaria del Partito democratico:° 

Il Pd italiano sarà  come il partito democratico americano e i laburisti inglesi. Questa è l’ispirazione politica, alla quale aggiungiamo la matrice culturale italiana, le nostre storie particolari“.

In quell´occasione, Veltroni volle anche indicare alcune personalità  che, a suo giudizio, il Pd avrebbe dovuto inserire nel proprio pantheon:

A me interessano sempre le persone che vanno oltre i loro confini, che dicono cose non usuali (…). Le parole di Enzo Bianchi, come quelle di monsignor Ravasi, mi interessano molto. Come mi interessano le tesi di Bernard Henry-Levy, o di Adriano Sofri“.

Veltroni, allora, citava Adriano Sofri, come persona – il cui pensiero – egli ammirava.

Ma l´ex sindaco di Roma, fece anche di più, nei riguardi dell‘ex leader di Lotta Continua: lo invitò al congresso di scioglimento dei Ds, come ospite d´onore. Cosa, questa, che provocò la reazione sdegnata di Olga D´Antona: la vedova del giuslavorista trucidato – nel 1999 – dalle Brigate Rosse, e che dei Democratici di sinistra era parlamentare.

Questo, il suo commento (7 gennaio 2007):

Nella giornata di ieri, in occasione della presentazione della mozione di maggioranza dei DS, tra gli interlocutori chiamati a discutere con Piero Fassino, Massimo D´Alema e Walter Veltroni, c´era anche Adriano Sofri. Premetto che a volte ho avuto modo di apprezzare le cose che Sofri ha scritto e che, in considerazione del suo stato di salute, non ho mai manifestato contrarietà  alla concessione della grazia nei suoi confronti per motivi umanitari“.

Mai ho mostrato un particolare accanimento nè spirito di vendetta verso chi, pur essendo stato autore di gravi atti di terrorismo, ha scontato la propria pena e ha mostrato segni di ravvedimento. Non posso altresì fare a meno di rilevare che Adriano Sofri è stato condannatocon sentenza passata in giudicatoper l´omicidio di un servitore dello Stato e che non ha finito di scontare la sua pena . A questo punto mi chiedo perchè il gruppo dirigente del mio partito, che è partito di governo, lo sceglie come interlocutore privilegiato, in un passaggio che indubbiamente è un passaggio epocale nel nostro partito e nella storia della politica italiana. Qual è il messaggio simbolico di questa scelta?“.

Se si ritiene che Sofri sia vittima di un errore giudiziario, in base ad elementi concreti, perchè non chiedere la revisione del processo per scagionarlo e cercare i veri colpevoli? Ma se invece è colpevole, come la magistratura ha ritenuto, chiedo ai dirigenti del mio partito – che hanno ricoperto e ricoprono importanti incarichi di Governo (Presidente e Vicepresidente del Consiglio, Ministro della Giustizia, Ministro degli Esteri) se, in un Paese democratico, questo non rappresenti un vulnus nei rapporti con una delle più importanti istituzioni dello Stato – cioè nei confronti della Magistratura, che ha emesso una sentenza definitiva, infliggendo una pena non ancora completamente scontata“.

Ora, quanto fin qui riportato, serve come premessa a ciò che segue.

Dunque, qualche giorno fa, Adriano Sofri ha vergato un pezzo contenente una lunghissima sequela di affermazioni gravi e inquietanti.

Affermazioni che riguardano la vicenda per cui è stato condannato: l´omicidio di Luigi Calabresi.

In riferimento alle persone che lo hanno ucciso, Sofri ha usato parole raccapriccianti:

“Con Pino Pinelli, con Luigi Calabresi, non fu così. Non c´era una guerra, ma molti di noi erano in guerra con qualcuno. Per la strage di piazza Fontana " di cui tutto si sa, salvo che per i servi sciocchi " furono accusati a torto in modo premeditato e ostinato gli anarchici (…)”.

Luigi Calabresi, fosse o no nella sua stanza " io oggi tendo a credere di no, ci tornerò a suo tempo " fu, non certo l´autore, ma un attore di primo piano di quella ostinata premeditazione. Che fosse in buona fede cambia poco (…)”.

“L´omicidio di Calabresi " che è responsabilità  di chi lo commise, e non di chi firmava appelli contro una sconvolgente vicenda di terrorismo di Stato e di omertà  istituzionali " fu l´azione di qualcuno che, disperando della giustizia pubblica e confidando sul sentimento proprio, volle vendicare le vittime di una violenza torbida e cieca (…)”.

“Non rinuncerei, se non per ipocrisia o per indulgenza verso me stesso, a dire che le persone che si spinsero a tradurre nei fatti le parole che con tanti altri pronunciavano (…) poterono, allora come in altri frangenti della storia, essere delle migliori“.

“Io non riesco a condividere la frase che un mio amico e compagno di allora ripete come un esorcismo " “non si può essere ex assassini”. Certo che si può. Fu dunque un atto terribile: questo non significa, non certo ai miei occhi e ancora oggi, che i suoi autori fossero persone malvagie“.

Per Sofri, dunque, i terroristi che hanno assassinato Luigi Calabresi, erano persone “delle migliori“; e ai suoi occhi, nemmeno oggi, appaiono “persone malvagie“.

Ora, visto che Veltroni ha dichiarato di condividere il pensiero di Adriano Sofri, e visto che lo ha finanche invitato al congresso che ha decretato la fine dei Ds, gradiremmo sapere se il suo giudizio sull´ex leader di Lotta Continua, dopo questo articolo, continui ad essere lo stesso.

O se invece non ritenga opportuno prendere le distanze da lui, visto che a 30 anni da quegli orrori, persevera nel considerare “accettabile” – o quantomeno giustificabile – l´omicidio, come strumento di lotta politica.

Il Partito democratico è tale solo di nome, o anche di fatto?

Attendiamo risposte.

Se volete, votate Ok.

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44 Responses to "Veltroni condanni le parole di Adriano Sofri"

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