Set 08
28
Santanchè, mettiti in orizzontale e poi parliamo
Premessa.
In tutto l´Occidente evoluto, a cominciare dai paesi in cui il sistema politico sia contrassegnato da un solido bipartitismo, le “estreme” – le posizioni politiche più radicali – non sono soppresse in toto. Almeno in parte, infatti, sono “metabolizzate”: cioè assorbite dai soggetti politici maggiori, e ricondotte entro ambiti democratici.
In America (ma vale anche per l´Inghilterra), all´interno di ciascuno dei due partiti principali, esistono posizioni più radicali rispetto a quelle che risultano essere prevalenti (perché maggioritarie). Ciò non solo non desta scandalo, quivi; ma viene ritenuto un fattore positivo.
Per queste ragioni, anche nel nostro paese è ipotizzabile che i due competitor principali – il Popolo della Libertà e il Partito democratico -, finiscano per assorbire, almeno in parte, ciascuno le istanze massimaliste della propria area politica. Aprendo le porte, a qualche formazione politica radicale.
Ad esempio, il sottoscritto ritiene assolutamente normale che, prima o poi, il Pd arrivi ad inglobare il micro-partitino che va sotto il nome di Sinistra democratica. Così come ritiene che, ammesso e non concesso il Pd sopravviva all´incapacità dei propri leader, entro cinque anni è possibile apra i battenti finanche ai vendoliani di Rifondazione (purché quest´ultimi, lascino da parte il comunismo).
Stesso discorso può farsi a destra.
Se in tale area esistono posizioni massimaliste e radicali, posizioni iper-fondamentaliste religiose, iper-tradizionaliste, molto dure nei confronti dell´immigrazione clandestina: anche a queste si può dare “legittimazione” e “accoglienza”. Oltretutto, trattandosi di posizioni ultra-minoritarie – soprattutto all´interno della società -, se anche il Popolo della Libertà le accogliesse al proprio interno, non correrebbe di certo il rischio di subire una “mutazione genetica”.
Inoltre, da anni nel centrodestra trovano già asilo, posizioni massimaliste e radicali, almeno rispetto a certuni argomenti: mi riferisco alle istanze teocon, cui danno voce persone prive di seguito, come Gaetano Quagliariello o Marcello Pera.
Detto questo, arriviamo al dunque.
Daniela Santadechè, vorrebbe entrare nel Popolo della Libertà . Vorrebbe.
E ciò, almeno al sottoscritto, non crea problemi di sorta; nonostante la donna in questione, abbia mostrato un cinismo ed un opportunismo – uscendo da An, per dare vita a il Centro -, stomachevoli, e propri del peggiore dei democristiani.
L´eventuale ingresso della Santandechè non avrebbe controindicazioni, però, se la stessa chiarisse una volta e per tutte, senza ambiguità , le sue posizioni politiche. Consentendo a noi di verificarne la compatibilità con gli ideali, i valori e i programmi del Popolo della Libertà .
Tutto ciò si traduce nella necessità che la Santandechè risponda ad una semplice domanda: condanna senza se e senza ma, il Fascismo?
Fino a quando non risponderà al quesito, la questione del suo ingresso nel Pdl, a mio modesto parere, nemmeno si pone.
Quando, invece, avrà sciolto questo nodo, le si chiederà altro. Ovvero: un “ravvedimento operoso”.
Innanzitutto, dovrà mettersi – per usare il suo stesso linguaggio – in “orizzontale“. Dovrà cospargersi il capo di cenere (per aver tradito An). Dovrà chiedere perdono – ripeto: perdono – a Gianfranco Fini, per averlo riempito di contumelie e offese. E siccome quelli che condividono le posizioni dell´ex leader di An, sono in tanti (a cominciare da questo fesso che scrive): è giusto chieda° scusa anche a queste persone.
Fino a quando, insomma, questa etera in calore non avrà dichiarato la sua piena disponibilità a mettersi a pecora: è bene non profferisca verbo.
Altrimenti a più d´uno, potrebbe venire voglia di mandarla a quel paese.
Se volete, votate Ok.
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