Regolamenti parlamentari: il Pdl lavora per dare più poteri all´opposizione

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L´obiettivo è uno solo: rendere la nostra democrazia più compiutamente liberale e bipartitica.° 

Volendo usare le parole cui ha fatto ricorso – ieri – Gianfranco Fini (e che sono quelle del costituzionalista De Vergottini), si potrebbe dire che:

In una compiuta democrazia dell´alternanza, l´opposizione è una vera e propria “Istituzione costituzionale”, una sorta di “Governo potenziale in attesa“”.

Ancora citando il Presidente della Camera, si potrebbe aggiungere:

In un regime parlamentare, caratterizzato dall´alternanza tra schieramenti contrapposti, il compito assegnato al principio della separazione tra i poteri da Locke a Montesquieu non passa attraverso la separazione del legislativo dall´esecutivo, quanto piuttosto dalla dialettica tra il continuum governo-maggioranza, da una parte, e opposizione dall´altra“.

Fermiamoci qui.

Di che accidenti si parla?

Di una cosa assai semplice: del bilanciamento che deve esserci, tra il diritto/dovere del governo ad attuare il proprio programma, senza che la minoranza parlamentare ricorra all´ostruzionismo; e del diritto/dovere dell´opposizione ad esercitare un controllo sugli atti del governo (senza intralciarne l‘attività ), potendo altresì godere di “corsie preferenziali”, per proporre all´Aula leggi.

In tal senso, bene ha detto Fini quando, citando Locke e Montesquieu, ha sottolineato come la suddivisione/separazione dei poteri – in una democrazia che voglia essere più adatta al bipartitismo (in fieri) e alle esigenze della modernità , che richiedono decisioni assunte in tempi rapidi -, non possa più passareattraverso la separazione del legislativo dall´esecutivo, quanto piuttosto dalla dialettica tra il continuum governo-maggioranza, da una parte, e opposizione dall´altra“.

Ecco, per creare un bilanciamento tra i diritti/doveri del governo, e i diritti/doveri dell´opposizione, un bilanciamento che sia utile alla Nazione, e che abbrevi e velocizzi il processo di formazione delle leggi, abbiamo bisogno di realizzare alcuni cambiamenti: in alcuni casi materiali, in altri casi – diciamo, così – culturali.

Partiamo da quest´ultimi.

Innanzitutto, la maggioranza parlamentare che appoggia (ed esprime) un governo (qualunque governo), deve viepiù ad esso essere assimilata (il “continuum” di cui parla Fini). In quanto deve consentire all´esecutivo di approvare – ed in tempi rapidi – le leggi, che rappresentino attuazione del programma con cui ci si è presentati agli elettori. E´ il sistema anglosassone: democratico e liberale come pochi.

La maggioranza parlamentare, dunque, deve prioritariamente essere il “braccio legislativo” del governo. E non la “fabbrica degli emendamenti”, con cui si cerca di fare assalti alla diligenza (leggasi: Finanziaria), per regalare soldi ai “grandi elettori” di questo o quel parlamentare.

I cambiamenti materiali cui si accennava – e grazie ai quali quanto descritto diverrebbe possibile -, pertengono, invece, i regolamenti camerali.

Modificando i quali, non solo è possibile velocizzare l´attuazione del programma di governo; ma è possibile fare in modo che ciò avvenga, senza, però, comportare un restringimento degli spazi di iniziativa dell´opposizione.

Ed anzi: facendo in modo che l´opposizione – in questo schema anglosassone – abbia ancora più poteri di quelli oggi previsti.

In tal senso va la “Proposta di modificazione del regolamento”, presentata al Senato da Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello.

Proposta che se fosse approvata (nei due rami del Parlamento, ovviamente), comporterebbe quanto segue.

Innanzitutto, una parte “prevalente” dei lavori della singola camera, dovrebbe essereriservata ai disegni di legge segnalati dal governo“. Fatta salva, ovviamente, “una quota residuale a disposizione dell´opposizione“.

In più, nel caso di disegni di legge governativi, finalizzati ad attuare il programma con cui ci si è presentati agli elettori, verrebbe introdottauna procedura di esame particolare“. Cioè verrebbe introdotto un termine perentorio per l´esame del singolo disegno di legge, da parte della competente commissione camerale: sessanta giorni.

Inoltre, nel caso in cui ad una proposta di legge governativa, fossero presentati emendamenti, l´esecutivo avrebbe il diritto di chiedere alla camera (di turno), di porrein votazione il proprio testo, approvato il quale si intendono automaticamente respinti tutti gli altri emendamenti“.

Quest´ultima misura, dovrebbe servire – nelle intenzioni – ad evitare il ricorso alla fiducia, o ai decreti legge (di cui ha abusato, giova ricordare, anche Romano Prodi, nella precedente legislatura).

Ora, la proposta avanzata dai senatori del Popolo della Libertà  – come sopra si è preannunciato – prevede un ampliamento dei poteri dell´opposizione.

Da attuarsi mediante l´approvazione dello “Statuto dell´opposizione”, che introdurrebbe alcune importanti modifiche.

Innanzitutto, il riconoscimento giuridico – cosa assolutamente inedita, nel nostro ordinamento – della figura dicapo dell´opposizione” ed anche di quella dei “ministri ombra“.

All´atto pratico, tutto ciò si tradurrebbe in maggiori poteri, e finanche in maggiori dotazioni (finanziarie e di collaboratori).

Ad esempio, all´opposizione spetterebbero due sedute parlamentari al mese, in cui discutere delle proprie proposte di legge, e dei provvedimenti “prioritari” assunti dal governo.

Inoltre, ogni qualvolta il Premier intervenisse in Aula (prendendo la parola), al “capo dell´opposizione” verrebbe automaticamente riconosciuto eguale diritto.

In più, la minoranza avrebbe la “facoltà  di chiedere la diretta televisiva per una seduta parlamentare al mese“, ed avrebbe più poteri per meglio esercitare lafunzione ispettiva e di controllo“.

Come già  detto, si tratta di cose attualmente negate all´opposizione (o comunque non previste).

Per questo motivo, e soprattutto per consentire al governo (a qualunque governo) di esercitare meglio il diritto/dovere di attuare il proprio programma, l´auspicio è che su questa proposta – magari con delle aggiunte suggerite dall´opposizione -, si possa trovare un accordo in Parlamento.

Se fossimo più simili all´Inghilterra (almeno in questo), secondo me ne avremmo da guadagnare.

Se volete, votate Ok.

Leggi altre news su per il Popolo delle Libertà .

49 Responses to "Regolamenti parlamentari: il Pdl lavora per dare più poteri all´opposizione"

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