Baldassarri: da gennaio 30 miliardi di tasse in meno

Mario Baldassarri foto

Dunque, qualche giorno fa, Berlusconi ha fatto riferimento ad° un possibile taglio delle tasse. C´è da fronteggiare una crisi economica seria, una crisi che avrà  effetti recessivi sulla nostra economia: quindi è opportuno abbassare la pressione fiscale, onde sostenere i consumi delle famiglie, e gli investimenti delle imprese (che potrebbero patire problemi, legati al credit crunch).

Delle modalità  mediante cui è possibile ridurre il prelievo fiscale, ha parlato Mario Baldassarri: economista e Presidente della Commissione Finanze del Senato.

Intervistato da Libero, l´esponente del Popolo della Libertà  (in quota An), ha illustrato come, a suo giudizio, si potrebbe intervenire:

Occorre predisporre subito, magari facendola partire da gennaio, una seconda fase. Cioè una manovra con bilancio in pareggio che tagli le tasse. La mia ipotesi è che si possa fare una manovra da 30 miliardi, tutti presi da tagli alla spesa corrente. Che favorisca sia le famiglie che le imprese. A parità  di deficit, rilancerebbe di un punto e mezzo la crescita del Paese a prescindere dalla crisi in atto“.

Quattordici miliardi potrebbero essere destinati alle famiglie sotto forma di deduzioni. Cinquemila euro di esenzione fiscale per ciascun figlio o nonno a carico, per esempio. Oppure si potrebbero ritoccare le aliquote con il coefficiente famigliare“.

Mentre alle aziende, secondo l´economista, potrebbero essere destinati:

Dodici miliardi di euro, togliendo dalla base imponibile dell´Irap il monte salari. Resterebbero addirittura 4 o 5 miliardi per finanziare investimenti infrastrutturali: i progetti sono già  pronti, è sufficiente riattivarli e finanziarli“.

Per quanto riguarda la copertura finanziaria di tali tagli, Baldassarri ha precisato:

Innanzitutto si possono eliminare i finanziamenti a fondo perduto, in conto corrente o conto capitale, a favore delle imprese: sono quasi 30 miliardi l´anno. E non sono mai riusciti a risollevare l´economia di zone in crisi“.

Questo genere di aiuti vanno sostituiti con la defiscalizzazione totale, per cinque anni, delle imprese che crescono nelle zone svantaggiate. Fisco zero. Anche nel resto dell´Europa si fa così“.

Altra voce di spesa che si potrebbe tagliare, secondo Baldassarri, è quella della pubblica amministrazione:

Quella di tutta la Pa, tra Stato ed enti locali, è salita in tre anni da 95 a 140 miliardi di euro: le risulta che tre anni fa mancassero le siringhe negli ospedali? Non mi pare. Quindi andrebbe introdotto un vincolo rigido che costringa le amministrazioni a tornare ai costi del 2007, eliminare gli sprechi. E chi spende di più, paga di tasca sua“.

Faccio un altro esempio. Il nostro Paese ogni anno butta circa 4 miliardi di euro in medicine. Ciascuna famiglia acquista una scatoletta intera di pillole e se le tiene a casa. Poi ne usa magari, soltanto 5, le altre finiscono nella spazzatura. Le famiglie sono 21 milioni, ciascuna di esse ha in casa 200 euro di farmaci che non usa e butta via. Ecco, questo spreco costa allo Stato, attraverso il Servizio sanitario nazionale, 4 miliardi e 200 milioni l´anno. Basterebbe un po´ di attenzione, magari ridurre il dimensionamento delle confezioni. Proprio perché la situazione è difficile, il messaggio politico deve essere che non possiamo più permetterci sprechi di spesa pubblica. E che tutte queste cose, anche piccole, diventano tasse“.

In più, ha concluso il Presidente della commissione Finanze del Senato:

Serve una Maastricht due: il deficit non può essere superiore al 3%, ma per ogni punto di avanzo corrente si possono fare due punti di investimenti pubblici. Ciò significa finanziare investimenti pubblici con deficit. Questa modifica, tra l´altro, spingerebbe i governi a tagliare in modo serio, drastico e strutturale, la spesa corrente“.

Ora, noi tutti dovremmo augurarci che tali parole non restino lettera morta, e che si traducano in fatti. Occorre infondere ottimismo in tutti i soggetti economici (famiglie, consumatori e imprese): e una riduzione del prelievo fiscale, può servire.

Inoltre, l´esponente del Pdl ha fatto più che bene ad indicare come anche le famiglie italiane producano sprechi. Sprechi che poi si traducono in maggiori costi per lo stato, e in maggiori tasse per le famiglie stesse.

Tuttavia, Baldassarri e i suoi colleghi parlamentari, dovrebbero dare il “buon esempio”: incominciando a tagliare seriamente alcuni costi del Palazzo.

Cosa che, invece, nemmeno in situazioni di crisi come questa, pare avvenire.

Se è vero – come è vero – che per il 2009, i bilanci della Camera e del Senato, prevedono maggiori spese (per noi contribuenti: costi), per un totale di 22,2 milioni di euro (14,6 milioni di euro in più, rispetto al 2008, costerà  la Camera; 7,6 milioni in più, invece, ci farà  spendere il Senato). Che cos´è, un recupero di inflazione?

Ancora.

In termini di mancato contenimento dei costi, si segnala anche altro.

Il fatto, ad esempio, che nel 2009 aumenterà  lo “stipendio” del Capo dello Stato: passando da 226.561 a 235.171 euro l´anno (8.610 euro annui in più; 717 euro mensili in più).

E´ accettabile tutto ciò?

Se volete, votate Ok.

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