Grazie a Veltroni, Prodi e Di Pietro, siamo il sesto paese più tartassato al mondo

Prodi e Veltroni foto

“Il precedente Governo Prodi e il suo ministro delle Finanze Tommaso Padoa Schioppa non avevano fatto mistero sulla necessità  di rimettere i conti pubblici in ordine con l´aumento della pressione fiscale e la lotta all´evasione. Ma a vedere oggi la radiografia dell´Italia balzare al sesto posto (eravamo al settimo) tra i Paesi più tartassati dal Fisco al mondo, fa una certa impressione”.

“La sorprendente notizia emerge dal rapporto annuale dell´Ocse – presentato oggi a Parigi – sui trend della pressione fiscale nei principali paesi industrializzati. Secondo i dati aggiornati al 2007, l´incidenza sul Pil del gettito fiscale nella media dei 30 Paesi Ocse «si è quasi fermata nel 2007» registrando un calo in ben 11 Paesi”.

“In Italia, al contrario, la quota delle tasse sul Pil è salita di 1,2 punti percentuali al 43,3% contro il 42,1% del 2006, uno degli incrementi più consistenti dopo quelli registrati in Ungheria (2,2%) e in Corea (1,9%). Dal 1975 ad oggi inoltre la pressione fiscale del Paese è aumentata di ben 17,9 punti percentuali: non altrettanto i servizi ricevuti in cambio delle ritenute. Il balzo più forte dell´onere fiscale in Italia si è avuto tra il 1975 e il 1985 (dal 25,4 al 33,6), mentre l´unico calo si è registrato dal 2000 al 2005 con percentuali passate dal 42,3 al 40,9“.

“Come se non bastasse l´Italia si distingue anche per il più forte incremento dal 2006 al 2007 della tassazione diretta sui redditi da lavoro e d´impresa in percentuale al Pil (i soldi si prendono dove si riesce a prenderli più facilmente): nel Paese è salita dello 0,8 al 14,8 sopra la media Ocse del 13% (dato del 2006)” (continua da DestraLab).

Non solo.

Va ricordato che quando il governo Prodi si insediò (nel 2006), non c´era alcuna situazione drammatica nei nostri conti pubblici, che potesse giustificare l´incremento della pressione fiscale.

Qui, lo si è già  detto. Riportando le analisi del professor Ricolfi:

Contrariamente a quel che si crede, l´Italia non è uscita dai parametri di Maastricht (3 per cento di rapporto deficit/pil) nel 2005 bensì nel 2001, ossia nell´ultimo anno in “carico” al vecchio governo di centrosinistra“.

L´Europa se n´è accorta solo alcuni anni dopo perché le revisioni contabili sono lente e ci sono voluti diversi anni per scoprire che il deficit del 2001 non era dell´1 per cento (come sostenuto dal centrosinistra) bensì del 3,1“.

Nel frattempo il governo Berlusconi aveva riportato il deficit al di sotto del 3 per cento nel 2002, ma era tornato a oltrepassare pericolosamente la soglia nel triennio 2003-2005, rendendo inevitabile la procedura per deficit eccessivo”.

“Ma possiamo, almeno, riconoscere al centrosinistra il merito di aver riportato il deficit sotto il 3 per cento (nel 2007) e avviato il risanamento dei conti pubblici? Forse sì, forse no”.

“Il centrosinistra ha accusato il centrodestra di aver lasciato il deficit del 2006 al 4,4 per cento, ma poco per volta un´altra verità  sta emergendo. Dentro quel 4,4 ci sono due decisioni contabili arbitrarie (sentenza Iva e accollo del debito delle Ferrovie), senza le quali il deficit del 2006 (anno berlusconiano, nota di Camelot) sarebbe risultato pari al 2,5 per cento, al netto del decreto Visco-Bersani”.

L´Istat ha già  ammesso l´erroneità  della prima decisione e ridotto il deficit del 2006 dal 4,4 per cento al 3,4. E´ possibile che anche il carattere politico della seconda venga prima o poi riconosciuto”.

In tal caso dovremmo concludere che è l´ultima Finanziaria di Giulio Tremonti ad averci fatti rientrare nei parametri di Maastricht, e che in questi due ultimi anni non c´è stato alcun risanamento dei conti pubblici: il deficit era al 2,5 per cento nel 2006 (anno berlusconiano, nota di Camelot), è sceso all´1,9 nel 2007, ma, secondo le ultime stime, tornerà  in prossimità  del 2,5 per cento nel 2008“.

Se volete, votate Ok.

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19 Responses to "Grazie a Veltroni, Prodi e Di Pietro, siamo il sesto paese più tartassato al mondo"

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