Ott 08
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Il Riformista si veste di nuovi colori
Incentrato sulle opinioni, più che sulla narrazione dei fatti; attento alle analisi, più che al racconto degli eventi; incline all´eresia, più che al conformismo belante: questo, il Riformista; fin dalle sue origini.°
Giornale di nicchia, per alcuni; giornale snob, per altri; giornale snobbato, per altri ancora (2000 copie vendute al dì: più che un quotidiano, un blog in versione cartacea).
Nato ad immagine e somiglianza del suo padre fondatore, Antonio Polito: gagà , acuto e mercatista; ironico, colto e migliorista; di sinistra, certo, ma per consuetudine, più che per convinzione (viene da sospettare).
Sempre oltre gli schemi: con Brunetta, e contro il conservatorismo sociale; con la Gelmini, e contro i piagnistei sfascisti; con Israele, semplicemente perché è giusto.
Da lunedì (20 ottobre), il quotidiano arancione muta pelle: 32 pagine a sostituirne 8; “l´uso ardito delle foto” ad integrarne la titolazione; il full color ad impreziosirne le pagine.
Ed una nuova e più ampia redazione: Stefano Cappellini ed Ubaldo Casotto alla vicedirezione; Gianpaolo Pansa con il suo Bestiario al seguito; una versione domenicale, inoltre, curata da Guia Soncini (l´unica scrittrice italiana vivente, se si esclude Aldo Busi, s‘intende).
Il Riformista – dice Polito – vuole:
“Parlare all´Italia depressa, nervosa e incazzata“.
Inoltre, intende:
“Dare una spiegazione ai suoi lettori, dicendo le cose con più forza e a volte con crudezza“.
Così, poi, sarà strutturato:
“Alle notizie italiane riserveremo quattro o cinque pagine, tre o quattro al resto del mondo, altrettante all´economia e così via, per quanto riguarda cultura e spettacoli e sport“.
Un obiettivo, infine, assai ambizioso:
“Dalle 20 alle 25 mila copie“.
In bocca al lupo.
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