Ott 08
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Clima: anche Prodi dà ragione a Berlusconi
Non lasciatevi trarre in inganno dal titolo: qui non si parla di Romano Prodi. Ma del fratello: Franco, climatologo di fama internazionale, e direttore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e° del clima del Cnr.
Il Corriere della Sera lo ha intervistato. Chiedendogli un parere a proposito della querelle che vede contrapposti, in questi giorni, il governo italiano e la Commissione europea.
Oggetto del contendere: il Protocollo di Kyoto e il “pacchetto clima“.
Ecco cos´ha dichiarato, il climatologo:
“Sul Protocollo di Kyoto bisogna ricominciare daccapo, riconsiderare tutto partendo da ambiente, clima e energia, altrimenti l’economia europea andrà in affanno“.
“Il Protocollo di Kyoto è un gioco non condiviso. Grandi emettitori come Cina, Stati Uniti e India ne rimangono fuori. L’Europa ha fatto scelte virtuose, vincolandosi a un preciso calendario di riduzioni. Ma il suo contributo, portato avanti da sola o quasi, non è sufficiente a determinare un livello apprezzabile di riduzione dei gas serra su scala globale. C’è bisogno del contributo di tutti gli altri“.
Quindi un impegno inutile, visto che Cina, Stati Uniti ed India non intendono soggiacere al Protocollo. Ma anche un onere difficilmente sostenibile, dal punto di vista economico:
“Non credo che la popolazione potrebbe sostenere a lungo un atteggiamento puramente dimostrativo, mentre Cina e India continuano a crescere adottando i peggiori modelli di sviluppo del nostro recente passato“.
“Io non propongo, per l’Europa, la prospettiva di andare avanti “business as usual”, senza limitazioni. Non ho dubbi che bisogna svilupparsi in maniera meno energivora, ridurre le emissioni di gas serra e di altri inquinanti, evitare il degrado ambientale, gestire meglio i rifiuti. A tutto questo, però bisogna arrivare con azioni concordi, senza compromettere l’economia e con il coinvolgimento della popolazione“.
Quindi si deve procedere con maggiore gradualità , onde evitare ricadute negative sull´economia.
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