Ott 08
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Liberi di manifestare, ma liberi anche di studiare: una firma per difendere il diritto allo studio
L’università italiana è malata. Egemonizzata da privilegi baronali, minata dal proliferare degli sprechi e da un utilizzo scellerato delle risorse, squalificata da una corsa al ribasso nell’offerta formativa, sempre più lontana dalla vita reale e dal mondo del lavoro.°
L’università italiana deve cambiare. Noi vogliamo un’università che funzioni; che disponga di adeguate risorse, ma soprattutto che sappia impiegarle razionalmente, evitando gli sperperi e interpretando la propria missione al servizio degli studenti e del futuro del Paese. E’ inutile reclamare risorse e lamentare tagli nei finanziamenti se non si è capaci di spendere bene il denaro di cui si dispone.
Noi rispettiamo coloro che stanno protestando e manifestando il proprio dissenso, quando ciò avviene nell’ambito della legge.
Pretendiamo la stessa dignità e lo stesso rispetto per chi, come noi, giudica indispensabile un’azione riformatrice, valuta positivamente i provvedimenti fin qui adottati dal ministro Gelmini sulla scuola e intende dare un contributo costruttivo.
E pretendiamo dignità e rispetto per chi decide di costruire il proprio futuro continuando a seguire le lezioni e a svolgere regolarmente gli esami. Si tratta di una larga maggioranza silenziosa, e non permetteremo che i suoi diritti vengano calpestati.
Liberi di manifestare, ma liberi anche di studiare e di contribuire a costruire una scuola e un’università migliori.
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