Detassazione della tredicesima: simulazioni e considerazioni
Dunque, in questi giorni si parla con insistenza della possibilità che il governo deliberi una riduzione del carico fiscale che grava sulla tredicesima dei lavoratori dipendenti.
Si tratta di una misura, come noto, contenuta nel programma del Popolo della Libertà .
Varare tale provvedimento – è necessario subito premettere, però, – avrebbe un costo assai elevato per lo stato, e non è affatto detto produrrebbe benefici ingenti per i beneficiari.
Vediamo nel dettaglio.
Innanzitutto, la detassazione in esame dovrebbe avere un onere, per l´Erario, oscillante tra i 4 e i 9 miliardi di euro: a seconda dell´ampiezza della platea dei destinatari.
Consideriamo un altro numero: i lavoratori dipendenti, in Italia, sono 19.600.000.
Bene.
Se la defiscalizzazione riguardasse la tredicesima di tutti questi lavoratori, il costo per lo stato – in termini di minore gettito fiscale – dovrebbe essere pari a circa 9 miliardi di euro (le cifre al riguardo, però, sono discordanti).
Per quanto riguarda, invece, l´impatto della suddetta detassazione sulle tasche dei lavoratori, vediamo di considerare alcuni casi concreti. Premettendo, però, che si tratta di simulazioni.
Si prenda un lavoratore dipendente, che abbia la qualifica di “quadro” e un reddito lordo annuo di circa 35.000 euro: la completa detassazione della tredicesima, per lo stesso comporterebbe un risparmio di 700 euro in busta paga.
Consideriamo, poi, il caso di un impiegato con un reddito lordo annuo di 28.000 euro: questi, a fronte di una integrale detassazione della tredicesima, ricaverebbe circa 400 euro in più.
Infine, valutiamo l´ipotesi di un operaio con un stipendio lordo annuo di 23.000 euro: in questo caso, in busta paga, entrerebbero circa 300 euro in più.
Fin qui, le analisi relative alla completa detassazione della tredicesima.
Ora, come si è detto in principio, il provvedimento potrebbe anche tradursi in una detassazione parziale. Nel qual caso, l´impatto sulle casse dello stato – evidentemente – risulterebbe meno oneroso.
Se, ad esempio, la tredicesima fosse detassata al 50%, l´onere per l´Erario si ridurrebbe – da 9 miliardi di euro – a circa 6 miliardi di euro.
Se, invece, la detassazione fosse mirata solo ad alcuni lavoratori dipendenti, ad esempio quelli con redditi tra i 23.000 e i 35.000 euro, il costo per lo stato sarebbe pari a circa 4 miliardi di euro.
Detto questo, va aggiunto che in queste ore si stanno prendendo in considerazione anche altre misure: ad esempio la possibilità di introdurre maggiori detrazioni, a beneficio dei redditi più bassi.
In quest´ultimo caso, ad esempio, un operaio con un reddito lordo annuo di 25.000 euro, riceverebbe in busta paga 500 euro in più (ben più di quanto gli frutterebbe, la detassazione della tredicesima).
Ora, ridurre il prelievo fiscale – anche se con misure una tantum -, significa certamente affrontare una questione che sta a cuore a milioni di italiani: avere più soldi in busta paga.
La situazione economica, tuttavia, è assai problematica: la crisi internazionale, infatti, non ha ancora dispiegato appieno i suoi effetti recessivi sulla nostra economia.
E se è vero che una riduzione delle tasse potrebbe ridare fiducia ai consumatori, incrementandone la domanda, è altrettanto vero che una misura del genere potrebbe creare seri problemi per i conti dello stato. In particolar modo, per il rispetto dei parametri di Maastricht.
In buona sostanza, cioè, la detassazione della tredicesima non è affatto detto incrementerebbe il livello dei consumi a tal punto, da determinare una ripresa economica (sia pur minima).
L´Ufficio Studi della Confcommercio, stima quanto segue:
“Il beneficio per i consumatori risulterebbe consistente: tra 8 e 9 miliardi di euro aggiuntivi. Di questi, però, al massimo 5,2 miliardi verrebbero spesi immediatamente in consumi, mentre la rimanente parte verrebbe assorbita da debiti pregressi“.
“I 5,2 miliardi sono pari a un incremento dei consumi, rispetto al dato tendenziale, di circa lo 0,5%“.
“Non è sufficiente a portare la variazione della spesa delle famiglie in termini reali su valori positivi, spesa che comunque chiuderebbe tra il – 0,2% e lo zero“.
Il problema, dunque, per il governo è il seguente.
Se detassa la tredicesima, perde molti miliardi di euro di gettito fiscale. In un momento in cui le entrate dello stato già diminuiscono, a causa della riduzione della crescita dell´economia, dovuta alla crisi internazionale.
Il combinato disposto di queste due situazioni, potrebbe seriamente mettere a rischio il rispetto dei parametri di Maastricht. In particolar modo, quello che fa riferimento al rapporto deficit/Pil.
Inoltre, come si è detto, la detassazione – questo, si stima – non rilancerebbe fortemente i consumi (perché se questo avvenisse, lo stato recupererebbe una parte delle risorse spese per la defiscalizzazione, e il provvedimento sarebbe più “sostenibile” per l‘Erario).
Se chi ci governa, dunque, considera come indiscutibilmente giusta e doverosa, la riduzione del carico fiscale sui redditi da lavoro dipendente (soprattutto su quelli più bassi); è altrettanto vero, però, che deve fare i conti – è proprio il caso di dirlo – con una crisi economica che riduce fortemente le entrate.
Cosa fare? Ridare soldi agli italiani, dovendo poi affrontare un´eventuale querelle con l´Unione europea, perché magari non si è rispettato il rapporto deficit/Pil (quale imposto da Maastricht)?
Il sottoscritto, che un economista però non è, una piccola idea l´avrebbe (è sempre la stessa): abolire le Province, risparmiando, così, 10 miliardi di euro l´anno.
Se si facesse questo, preliminarmente, si potrebbe tranquillamente affrontare la detassazione della tredicesima dei lavoratori dipendenti, senza andare incontro a problemi di tenuta dei conti pubblici.
P.S.: va solo aggiunto che l´abolizione delle Province, richiederebbe una legge di revisione costituzionale (e almeno 8 mesi per completare l‘intero iter previsto dall‘articolo 138 della Carta).
Una firma per difendere la libertà di frequentare le università , ed una a sostegno della riforma Gelmini.
Se volete, votate Ok.
Leggi altre news su per il Popolo delle Libertà .
magari con quei soldi che si ritroverebbero i lavoratori in tasca potrebbero sopravvivere meglio al caro mutuo …
Risposta a statominimo:
Parliamoci chiaramente: il provvedimento è indispensabile. C’è bisogno di dare più soldi in busta paga, il momento è pessimo.
La questione, però, è che con l’opposizione che ci ritroviamo, se domani la Ue ci rompesse le scatole con un extradeficit prodotto da questa detassazione, i cari fessacchiotti dell’opposizione – cui l’interesse generale nulla importa – ci prenderebbero a “sprangate”, additandoci come quelli che portano i conti pubblici alla malora…
Avessimo un’opposizione seria e responsabile, si potrebbe correre il rischio dell’infrazione – eventuale – in sede Ue….purtroppo il momento è pessimo, e il peggio non è ancora arrivato…
sono totalmente d’accordo con camelot. una sinistra seria e responsabile concorderebbe, in tempi di crisi, ad aumentare il deficit e a rischiare di mandare in malora i conti pubblici.
ma esiste questa sinistra seria e responsabile? no, e allora dobbiamo per forza fare i conti con questi burocrati europei che di questi tempi pretendono i conti in regola.
Risposta a billy:
Aspetta, devo chiarire alcuni punti.
Innanzitutto, gli euroburocrati stanno valutando l´ipotesi di essere un po´ più “permissivi”, e quindi di concedere anche un piccolo “sforamento” per quel che pertiene il rapporto deficit/Pil. Oscar Giannino, ad esempio, sostiene che questo “permesso”, possa darci libertà di manovra, per un ammontare pari proprio ai 9 miliardi in questione (non è certo, però, al 100%). Quindi, se le cose stanno come dice Giannino, e se si usano questi soldi per varare la detassazione in questione, potrebbe andare tutto liscio con la Ue.
La questione, però, è che magari si possono studiare interventi più selettivi e più efficaci.
Inoltre, per il momento, si tratta di stime. Quelle che ho fornito sono analisi sui costi e sui benefici, fatti da terzi, non dal governo. Quindi la detassazione potrebbe costare anche di più, e allora sì, creare problemi con la Ue.
Certo, se ci fosse un “accordo di responsabilità nazionale”, si potrebbe anche affrontare un eventuale conflitto con la Ue. Ma siamo sicuri che l´opposizione collaborerebbe? Vero è anche che Veltroni l´ha proposta anche lui, la detassazione in questione…ma è persona di cui ci si può fidare solo in parte…oggi dice una cosa, e magari domani se la rimangia…
Ultima cosa: per me i parametri di Maastricht vanno rispettati…se la Ue allenta un po´ la presa, bene…altrimenti fa niente….
Berlusconi ha detto che è pronto a discuterne ma ha aggiunto che i “soldi sono scarsi”: avrebbe senso una detassazione pari al 20-30%? Se già una al 50% rischierebbe soltanto di pesare sull’Erario, figurarsi una ancora più bassa.
Altrimenti si dovrebbe limitare tantissimo il range, dunque limitarsi ai 25.000€, ad es. Ma anche in questo caso, l’unica certezza sarebbe che la maggior parte del maggiore incasso se ne andrebbe in debiti pregressi, che equivarrebbe ad una buona cosa per il futuro, ma una misura una tantum non risolve.
Mi pare un po’ il cane che si morde la coda: o spendi quanto si deve e fregartene delle regole e del debito pubblico (si può?), oppure valuti i pro ed i contro e la congiuntura economica internazionale, se impone da una parte di intervenire, dall’altra lo impedisce.
Come uscire dall’impasse?
l’ultima volta che la destra ha detto alla sinistra sii responsabile per il bene del paese facciamo un patto, ci siamo trovati le follie di solidarietà nazionale e il boom del deficit.
non è questione di destra o sinistra, non si possono fare politiche espansive sul debito pubblico a favore dei cittadini. non perche ci bacchetta l’europa, ma perche abbiamo un debito talmente spaventoso e gravoso proprio su i cittadini comuni che ogni soldino che gli dai di qua lo rubi a lui da vecchio, a suo figlio e a suo nipote.
si deve favorire la ripresa? ok, bisogna dare aria ai cittadini? ok. qualcosa bisogna tagliare seriamente*, non si puo pensare di espandersi sul debito.
* e silvio ormai non puo piu tagliare perche ci sono le europee…
A parte il fatto che mi sembra di leggere un articolo di Visco (e non lo considero un insulto) direi che:
1) in tutto il mondo la sinistra è “spendacciona” la destra “stringe la cinghia” in Italia vale il contrario.Qui c’è gente autodefinita di centro-destra che auspica aumenti del debito (evviva il liberismo!). Lo stesso debito che poi viene ritorto contro la sinistra (“tacete voi, che siete quelli che avete creato il più grande debito pubblico, ecc. ecc.”).
2) io conosco una sola strada per non bloccare l’economia:sostenere la domanda. Abolire le province è una cosa giusta, anche sacrosanta, ma è una misura che mi convincerà a cambiare la macchina o a ristrutturare la casa? Non credo. E’ un (altro) taglio alla spesa giusto, giustissimo, ma non incide per niente sulla domanda interna.
3)cosa trascuratissima ma fondamentale: Berlusconi mi sembra che in campagna elettorale avesse vagamente, moooolto vagamente, insistito sulla necessità di tagliare le tasse (non le provincie): vedo che si sta cambiando idea. Ogni volta capita qualcosa,l’11 settembre, la crisi finanziaria, e le tasse non si possono abbassare. Mannaggia, sfortunello lui.
4) Berlusconi ha una maggioranza bulgara, può far approvare quello che vuole e purtroppo lo sta pure facendo. Dire continuamente che l’opposizione non è abbastanza governativa a me personalmente suona veramente ridicolo. E Veltroni ci casca pure.
Anche se fosse possibile fare extradeficit mi pare una soluzione suicida in un paese che butta buona parte delle sue risorse per pagare interessi sul debito, non credo che in Italia ci si possa permettere ancora di fare politiche a debito.
Si facciano in fretta tutte quelle riforme a costo 0 come l’eliminazione delle province, comunità montane fantasma, lotta agli sprechi, lotta all’evasione fiscale e si investano quei soldi. Prima delle elezioni era nel programma di entrambi i poli, non dovrebbe essere un grosso problema trovare l’accordo sulle province.
Aumentare il deficit implica aumentare anche il debito. In un periodo con tassi di interesse in crescita e spread BTP-Bund sopra l’1% questa è purtroppo una cattiva idea. Abbiamo perso le occasioni buone per mettere da parte le provviste per la stagione cattiva, ora dobbiamo fare legna con quello che c’è.
Risposta a Simone82:
Qualcosa per i lavoratori dipendenti con redditi bassi va fatta, la situazione non può rimanere quella attuale…va ridata fiducia, e vanno sostenute le persone in condizioni di disagio…
Risposta ad ale:
Sono d’accordo, infatti in un commento ho scritto che per me vanno rispettati i parametri di Maastricht…
Quanto alle Province, non si possono abolire solo per un motivo: non lo vuole la Lega, questo è il problema…
Risposta a ruys:
E lo dici a me, che taglierei qualunque cosa (rispettando, però, Maastricht)? 😛
A chi lo dici. Però come, in che modo, dove prendere i soldi? Nel 2002, quando Berlusconi promise che avrebbe aumentato le pensioni, la sinistra si ribellò dicendo che in quel modo avrebbe portato al dissesto i conti dello Stato. Allora sapendo di avere di fronte degli opportunisti cavernicoli, che sarebbero pronti a darti addosso perché per aumentare gli stipendi alzi il debito pubblico, si può correre questo rischio? Boh, chissà , forse oppure no? E tu lo sai bene perché l’hai già scritto…
è la stessa storia dell’università : la sinistra si lamenta ma lascia al Governo l’incombenza di trovare il dove ed il come reperire fondi, salvo poi lamentarsi se quel modo non piace, lasciando al Governo l’incombenza di trovare un altro dove ed un altro come, salvo poi lamentarsi se quell’altro modo non piace, e così via seguitando.
Qui ci sarebbe bisogno di misure urgenti, non di chiacchiere che si protraggono per mesi e mesi. L’abolizione delle province: bellissimo, bene, facciamolo (tra l’altro sono in maggioranza a sinistra, quindi sai che goduria), ma non lo vuole la Lega e comunque sia anche lo volesse ci vorrebbero mesi e mesi, mentre qui parliamo di agire in fretta e furia, di trovare il modo di dare soldi alla gente il mese prossimo, non l’anno prossimo. Siccome i soldi sono pochi, buttarli in una tantum inutile e controproducente mi pare da scemi, d’altronde stare immobili è ancora più da scemi… Ergo per cui? 😐
Caro Camelot, come stai?
Sul tuo post, ecco come la penso.
Io non ho nulla contro la detassazione, anche se ho qualche sospetto che creerà confusione nella gestione fiscale delle posizioni. Ma con dei buoni aggiustamenti di programmi informatici si ovvierà il problema.
Ritengo che sia ingiusto detassare lo straordinario in sé, spingendo così a farlo (ora però stanno cambiando le norme europee al riguardo, tornando un po’ indietro rispetto al 2003, ma lasciamo stare…); ciò che non accetto è che riguardando lo straordinario (e quindi un emolumento del lavoratore subordinato) o, nel caso da te in esame, la tredicesima (idem), non si tiene conto che molti lavoratori oggi non hanno un rapporto di tipo subordinato ma dei contratti di collaborazione e quindi il loro compenso non sarà orario (o non dovrebbe esserlo nelle more delle previsioni contrattuali) e quindi questi collaboratori non sentiranno benefici delle detassazioni.
Questo da un punto di vista di analisi sull’applicabilità delle agevolazioni, dunque non contraddico te, ma la norma che andrebbe aggiustata (es. una detassazione generale, come il Governo sempre auspica, almeno sui redditi bassi, ma comprendo che politicamente si aprirebbe un discorso a doppio taglio).
Sul tuo discorso, però, devo dissentire sull’eliminazione delle Province. Non per il discorso in sé, in cui non voglio entrare, ma perché ritengo sbagliato fare i conti in questo modo: cioé voler trovare i fondi per dare delle agevolazioni “provvisorie” (ricordiamo che la normativa sulla detassazione è in stato di sperimentazione) eliminando qualcosa di stabile e scritto in Costituzione. Ricordiamo che se è vero che l’eliminazione delle Province renderà un maggior risparmio sulla casse statatali, sarà anche vero che il trasferimento delle competenze a Regioni e Comuni comporterà , volenti o nolenti, anche il trasferimento (quanto meno parziale) del gettito a questi enti pubblici. Quindi il risparmio da te prospettato di 9 miliardi è irreale. Se c’è, è minore.
Cominciamo piuttosto a non autorizzare spese che hanno una valenza non generale ma locale, come quelle autorizzate con legge n. 133/08 per l’Expo 2015, ma è solo un esempio.
E’ ovvio, se il gettito non aumenta per finanziare qualcosa bisogna tagliare qualcos’altro. Ma non è così semplice e bisogna ponderare bene le scelte.
Solo questo, come vedi, contraddico. Poi è ovvio: tu almeno hai buttato un’idea 😉 Ma tanto lo sappiamo: là fanno come vogliono, sono tutti d’accordo solo sui loro compensi…
Credo che la dettassazione totale o parziale della tredicesima sia un segnale importante che deve dare il governo, visto che fino a questo momento niente si e’ fatto per i lavoratori dipendenti. Anche se in misura ridotta i 600 euro che andranno ad aumentare la busta paga di di dicembre, serviranno a dare una svolta importante per l’incremento dell’economia ( periodo ideale in cui sicuramente questi soldi verranno impiegati per gli acquisti natalizi).
Se pensiamo che i lavoratori dipendenti sono circa 19.600.000 e anche se venisse impiegato solo il 50% della parte di reddito in piu’ dovuta alla riduzione della pressione fiscale e’ semplice prevedere che ci sarebbero acquisti e quindi un’incremento dell’economia per circa 5.880.000.000 euro…..Vi sembra poco!!??….. E inoltre si pensi anche alla liquidita’ che viene immessa sul mercto e quindi al beneficio che possono avere le piccole e medie imprese. SI DEVE FARE ASSOLUTAMENTE E SAREBBE OPPORTUNO CHE QUESTO NON FOSSE SOLO PER LA TREDICESIMA MA ANCHE PER I MESI AVVENIRE IN MODO DA ASSICURARE FIDUCIA AI CONSUMATORI E UNA STABILITA’ DELL’ECONOMIA REALE.