Nov 08
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Al G20 che ieri si è tenuto a Washington, sono state prese alcune importanti risoluzioni.°
Innanzitutto, si è deciso di fare il possibile per dare una riposta globale, e – nei limiti del fattibile – concertata, ad un problema globale: la crisi economica e finanziaria internazionale.
In secondo luogo, ed è forse la cosa più importante, i 20 Paesi più ricchi al mondo hanno detto no a qualsiasi ipotesi protezionistica, o di limitazione al libero scambio.
La crisi finanziaria, dunque, non riporterà indietro le lancette della storia. Non al punto, quantomeno, da mettere in discussione il libero mercato.
Ciò che qui preme evidenziare, tuttavia, è l´insieme di misure che il governo italiano ha deciso di varare, per fronteggiare la congiuntura economica.
Tremonti le ha illustrate:
“Saranno 16 — 14 di fondi pubblici e 4 di project financing — i miliardi di euro messi in campo per le infrastrutture. Puntiamo ad un accordo con le società autostradali — per modernizzare la rete ed evitare che vengano fatti dei dividendi senza fare investimenti — che in tutto mobiliti 10 miliardi di euro. Saranno sbloccati fondi, destinati ad ambiente, sviluppo e ricerca, in due o tre anni, pari a 40 miliardi di euro. Pensiamo poi ad un uso diverso del Cipe, ad un provvedimento per evitare la restrizione del credito, ad interventi sulla fiscalità delle imprese. Ci sarà infine una somma non piccola per le famiglie che sono stressate dalla crisi“.
Si tratta, come ha sottolineato Berlusconi, di provvedimenti che complessivamente valgono:
“In tutto cinque punti di Pil“.
Non certo spiccioli.
In attesa di conoscere nel dettaglio quali interventi saranno adottati per aiutare le famiglie, può essere utile considerare ciò che ha suggerito il professor Francesco Giavazzi:
“Lo strumento da usare è quindi la politica fiscale: tasse e spesa pubblica. Ce lo possiamo permettere con un debito pubblico che rimane il più alto in Europa? E se sì, meglio ridurre le tasse o accelerare gli investimenti pubblici? La risposta alla prima domanda è sì, purché lo strumento che usiamo aumenti rapidamente i consumi e sia limitato nel tempo. Per «rapidamente» intendo già con le tredicesime di dicembre, non la prossima primavera. Se riuscisse davvero ad attenuare la recessione, gli effetti sul rapporto debito-Pil di un intervento fiscale temporaneo potrebbero essere relativamente modesti. Accelerare gli investimenti pubblici in questo momento servirebbe a poco. Tra permessi e preparazione dei cantieri un´opera pubblica impiega mesi, se non anni a partire”.
“Il primo strumento da usare è un taglio deciso delle tasse sul lavoro. Per due motivi: innanzitutto perché, diversamente dalle spese per investimenti, agisce al tempo stesso sulla domanda (perché aumenta il potere d´acquisto dei salari) e sul costo del lavoro, quindi sull´offerta, se vengono ridotte pro quota sia le tasse pagate dal lavoratore sia gli oneri a carico dell´impresa. In secondo luogo perché immediato, soprattutto se il taglio è inversamente proporzionale al livello dei salari. Ad esempio si dovrebbe azzerare il cuneo fiscale (cioè la differenza fra costo del lavoro per l´impresa e salario netto per il dipendente) per tutti i salari al di sotto di un certo livello, cioè per le famiglie che oggi sono più in difficoltà quindi è più probabile che spendano il maggior reddito di cui disporrebbero”.
“Per avere maggiore effetto sui consumi, il taglio delle tasse sul lavoro dovrebbe essere permanente. Temo non possiamo permettercelo. Un taglio limitato nel tempo avrebbe il vantaggio di indurre lavoratori e imprese a sfruttare il momento particolarmente favorevole attenuando la riduzione delle ore lavorate. Altrettanto rapidi sarebbero gli effetti di un provvedimento che estendesse i sussidi di disoccupazione a tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro contratto, a tempo determinato o indeterminato. A differenza di un taglio delle tasse sul lavoro, l´estensione dei sussidi non agisce sull´offerta ma solo sulla domanda, ma almeno agisce rapidamente”.
Forse, ma parlo da profano, le risorse che si era deciso di impiegare per finanziare la detassazione degli straordinari (anche nel 2009), sarebbe meglio venissero usate per ridurre il carico fiscale sulle tredicesime (almeno dei lavoratori a basso reddito).
Se volete, votate Ok.
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