Tremonti, il socialista di Dio

Giulio Tremonti foto

Prima che si torni al voto, per il rinnovo del Parlamento, dovranno passare parecchi anni, più di quattro. 

Tremonti lo sa, ovviamente. Eppure si muove come se quella scadenza fosse dietro l’angolo; come se nemmeno un minuto andasse sprecato; come se ogni istante andasse impiegato al meglio, per cumulare punti e bonus, in modo da distaccare i suoi avversari e arrivare primo alla meta, primo al traguardo, e aggiudicarsi il premio: la premiership del centrodestra, nel caso in cui Berlusconi, a fine legislatura, decida di abdicare. Questo, l’obiettivo di Giulio.

Chiaramente non è l´unico “pretendente al trono”, l´unico che desideri raggiungere quella stessa meta: Gianfranco Fini e Roberto Formigoni coltivano la medesima ambizione.

Dei tre papabili, però, Tremonti è quello che – allo stato attuale – ha le carte migliori in mano, per vincere la manche: gode della fiducia piena di Berlusconi, e inoltre è particolarmente gradito alla Lega e al suo leader. E quest´ultimo dettaglio gli dà un vantaggio non certo trascurabile: il partito di Bossi, infatti, difficilmente accetterebbe di continuare a far parte della coalizione se il candidato premier fosse Fini; e anche nei riguardi di Formigoni, i “lumbard” potrebbero opporre veti.

Dunque la stabilità  della coalizione di centrodestra, nel caso in cui Berlusconi rinunciasse a guidarla, potrebbe essere garantita dal tributarista di Sondrio, meglio che dagli altri due esponenti del Pdl. E questo elemento già  sarebbe sufficiente a garantirgli il diritto di succedere a Silvio.

Ma il Nostro vuole una vittoria piena sugli sfidanti. E dunque si adopera – con costanza – per portare altra acqua al proprio mulino.

In particolar modo, ha deciso di lavorare per ottenere un appoggio – come dire – di peso: quello della Santa Sede.

E a quanto pare, i suoi sforzi stanno producendo risultati. Se è vero com´è vero che il Sommo Pontefice pare gradire – e di molto – i continui richiami di Tremonti ai “valori” – “Dio, Patria e Famiglia” -, e alla necessità  che l´economia ritorni ad essere ancorata all´”etica” (l’economia sociale di mercato”, cui il titolare dell’Economia fa continuamente riferimento).

Da mesi, i due – Tremonti e Benedetto XVI – si incontrano, quando è possibile; e si confrontano, così pare, sulle grandi questioni del nostro tempo.

Il tutto, almeno ufficialmente, ha preso avvio quest´estate. Quando Tremonti, complice il senatore a vita Francesco Cossiga, fece la sua comparsa al seminario vescovile di Bressanone: località , quest´ultima, dove Papa Ratzinger stava trascorrendo le ferie estive.

Da allora, più o meno riservatamente, i due hanno avuto altri colloqui.

Giorni fa, poi, il Ministro dell´Economia – partecipando all´inaugurazione dell´anno accademico alla Cattolica di Milano -, ha tenuto una concione, nel corso della quale non ha mancato di omaggiare il Pontefice:

Si sta avverando la predizione secondo cui in economia il declino della disciplina basata sul convincimento religioso e l´allentamento delle leggi avrebbero portato le leggi stesse del mercato al collasso e all´implosione del sistema“.

La “predizione” cui ha alluso Tremonti fu fatta dall´attuale Pontefice quando ancora era un semplice Vescovo: nel 1985.

Al di là  di tutto, comunque, Tremonti gioca la carta della religione e dei valori non solo per ottenere appoggi importanti Oltretevere. Ricorre a questo genere di argomenti, infatti, anche perché è consapevole del fatto che la sfida per la conquista della premiership della coalizione non possa essere vinta senza l´appoggio delle componenti cattoliche del centrodestra. Che sono maggioritarie, rispetto a quelle laiche.

Per questo motivo ha deciso di vestire i panni del “socialista di Dio”.

Cosa faranno, per reagire alle sue mosse e non essere scalzati, gli altri due pretendenti al trono berlusconiano?

Difficile a dirsi, soprattutto in riferimento a Fini. Che, ricoprendo un incarico istituzionale, quello di Presidente della Camera, non può certo muoversi a proprio piacimento, e venire meno alla “terzietà ” che il suo attuale ufficio comporta. Ma nemmeno può restare con le mani in mano.

E da questa situazione potrebbero derivare dei problemi non trascurabili al centrodestra. Soprattutto al governo Berlusconi.

Se Fini non può agire alla luce del sole, infatti, potrebbe essere indotto a scegliere mezzi più meschini per rimanere in partita.

Come quello di farsi promotore di una Bicamerale (per mandare a carte quarantotto il lavoro sin qui svolto da Tremonti).

Se volete, votate Ok.

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16 Responses to "Tremonti, il socialista di Dio"

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