Dic 08
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Dunque, mentre il bocconiano professor Francesco Giavazzi, per fronteggiare la crisi, suggerisce – forse perché ha perso la trebisonda – di ridurre le tasse aumentando (per un anno) il nostro deficit, un economista serio e accorto come Mario Baldassarri, avanza proposte più rigorose: abolire i “sussidi a fondo perduto“, ridurre drasticamente gli “acquisti di beni e servizi delle P.A.“, e omogeneizzare e allungare l´età pensionabile.° ° °
Con questi tagli, e con i relativi risparmi, il Presidente della Commissione Finanze del Senato (nonché presidente del think tank Economia Reale), propone di finanziare alcune misure.
Innanzitutto: “un forte sgravio fiscale alle famiglie per circa 14 miliardi di euro (raddoppio delle deduzioni per carichi di famiglia e/o quoziente familiare)“.
In secondo luogo: “un forte sgravio alle imprese per circa 12 miliardi (eliminazione di salari e stipendi dalla base imponibile dell´IRAP)“.
E in ultimo: “Circa 4 miliardi di maggiori investimenti in infrastrutture“.
In totale: 30 miliardi di euro.
Ora, il Centro studi Economia Reale – che come s´è detto, fa capo a Baldassarri -, ha stimato e l´impatto del pacchetto anti-crisi (varato dal governo Berlusconi) sulla nostra economia, e l´impatto – sulla stessa – che deriverebbe dalle misure appena esposte.
Iniziamo dalla stima dell´incidenza che il pacchetto anti-crisi dovrebbe avere sul nostro Pil:
“La manovra varata lo scorso 28 novembre dal governo, che palesemente mira a sostenere le fasce più deboli, appare produrre effetti positivi nel 2009: contro una previsione tendenziale di crescita pari al – 0,8% si dovrebbe ottenere un – 0,4%“.
Quindi, sostiene Baldassarri, il pacchetto anti-crisi avrà l´effetto di contenere la decrescita del nostro Pil, nel 2009. Mentre, a variabili date, essa produrrà un crescita (positiva) dello 0,3% nel 2010, e una crescita dell´1,3% nel 2011.
Tuttavia, aggiunge l´economista, se si adottassero anche le misure ch´egli suggerisce, le cose – come si può constatare anche dalla tabella – sarebbero ben diverse.
Innanzitutto, fin dal 2009, il nostro Pil verrebbe preceduto dal segno +, e avrebbe una crescita dello 0,8%. Nel 2010 crescerebbe dello 0,9%, e nel 2011 dell´1,6% (a variabili date).
Ora, poiché – afferma Baldassarri – “ogni economia nazionale dipende per 2/3 da condizioni “esterne” e solo per 1/3 dalle decisioni degli stessi governi nazionali“, l´economista auspica che vi sia, per superare la crisi, anche una massiccia riduzione dei tassi d´interesse ad opera della Bce.
Ad esempio, con una riduzione del costo del denaro di due punti (invece dello 0,75%, deciso di recente dalla Banca Centrale Europea), la crescita del Prodotto interno lordo italiano potrebbe arrivare – nel 2011 – al 2,6% (se, a quella data, oltre a quanto detto il cambio dollaro/euro ritornasse verso la parità ).
Inoltre, le misure suggerite da Baldassarri – così come quelle auspicate ad opera della Bce -, avrebbero effetti positivi anche sul rapporto deficit/Pil e sul rapporto debito/Pil.
Quest´ultimo, nel 2011 arriverebbe sotto la soglia del 100%; il deficit, invece, risulterebbe azzerato.
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