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Con Fini e con la Repubblica italiana

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Dunque, ieri il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha detto una cosa che ha suscitato clamore. Brevemente – e sommariamente – la riassumo: “Le leggi razziali varate dal Fascismo furono un´infamia. Un´infamia che non può essere imputata solo al Regime (che quelle leggi emanò), ma anche a tutti quelli che ad esse non si opposero come avrebbero potuto. Dunque di quella vergogna, almeno in parte, furono responsabili anche la società , gli italiani, e la Chiesa”.

Parole forti. Soprattutto perché pronunciate da un signore che, spesse volte, viene accusato di essere troppo condiscendente nei confronti del politicamente corretto (polemizzare con la Chiesa, con il Vaticano, da destra, sicuramente non è politicamente corretto).

E, tuttavia, gli argomenti usati da Fini mi sembrano assolutamente condivisibili. Dirò di più: ha detto solo e soltanto ovvietà  (non a caso Veltroni s’è detto d’accordo con il Presidente della Camera).

Il Fascismo, infatti, come molti altri regimi dittatoriali ebbe un consenso largo, stratificato e diffuso. E fu visto di buon´occhio anche Oltretevere (leggasi: Patti Lateranensi).

Ora, è chiaro che occorra distinguere tra “responsabilità  materiale” (da attribuirsi a chi varò le leggi razziali) e “responsabilità  morale” (da attribuirsi a tutti coloro che, avendo potere, non si adoperarono a sufficienza perché quelle leggi venissero eliminate). Non penso, tuttavia,° fosse intenzione di Fini equiparare i due tipi di responsabilità .

Ciò detto, però, devo constatare come la reazione odierna dell´Osservatore Romano (organo della Santa Sede), sia un po´ troppo scomposta. E tale da rappresentare un vero e proprio incidente diplomatico.

Ha scritto, infatti, il quotidiano del Vaticano:

Sorprende e amareggia che uno degli eredi politici del fascismo, che dell’infamia delle leggi razziali fu unico responsabile e dal quale pure da tempo egli vuole lodevolmente prendere le distanze chiami ora in causa la Chiesa cattolica. Dimostrando approssimazione storica e meschino opportunismo politico“.

Queste parole, oltre ad essere volgari, perché offensive sul piano personale, nei confronti di Fini (ma questo è un fatto che passa in secondo piano), sono un´offesa alla Repubblica Italiana. Perché indirizzate al Presidente della Camera, la terza massima carica dello Stato.

Per questo motivo auspico che lorsignori del Vaticano abbiano a scusarsi, quanto prima: uno stato estero non può permettersi di offendere la Repubblica Italiana, magari pensando di farla franca e di non patire conseguenze.

Pretendiamo scuse ufficiali da parte della Santa Sede.

Se volete, votate Ok.

Leggi altre news su per il Popolo delle Libertà .


71 Comments on “Con Fini e con la Repubblica italiana”

  1. nicoletta Says:

    ma perché mi fai queste domande? non riesci a scindere le due cose? ossia:

    1 la curiosità  leggittima (mia) di conoscere e leggere l’intero discorso. che NON può limitarsi a quella frase. posso o no avere la curiosità  di leggere quel che dice il mio presidente della camera, o no? o devo continuare per forza a girare intorno a un’unica frase e dimenticare o non pensare che c’è anche un “prima” e un “dopo”? è lecito andare oltre? o no?

    2 del tuo post, riassunto nel commento che mi hai lasciato sopra, si è già  parlato. e il mio stupido parere già  l’ho espresso. mi piaceva discuterne qui, ho tentato di farlo. sai bene che le mie risposte non possono che essere positive. non capisco perché continui a chiedere. se vuoi un sì scritto, ce l’hai…

    comincio a pensare di essere andata fuori tema… qui, giustamente, tu hai scritto un post “perchè il giornale di uno stato estero non può attaccare la terza massima carica dello stato, per di più ricorrendo ad argomenti offensivi sul piano personale. Ripeto: è stata offesa la Repubblica Italiana (mentre se l´Osservatore avesse polemizzato senza offendere, come già  ho detto, nulla sarebbe stato scritto qui).”

    questo era l’argomento, io dovevo attenermici nei miei commenti… devo aver sbagliato qualcosa nell’esprimere per iscritto la mia curiosità  e il mio desiderio di andare oltre… pazienza… non posso che chiedere scusa, e forse non aggiungere altro. perché ho l’impressione che “come parlo, sbaglio” 😉

  2. camelot Says:

    Risposta a nicoletta:
    Nicoletta, hai frainteso le mie domande, hai preso – come usa dire – lucciole per lanterne! 😛
    Ti ho fatto queste domande, perché io sono curioso di sapere se il senso complessivo del discorso – leggendolo tutto – cambi o meno. E siccome, purtroppo, non ho tempo per leggerlo (sto facendo altro), ho chiesto a te – che lo hai letto – di dirmi se il senso resta immutato, se l’accusa alla Chiesa è solo quella.
    Tutto qui…

  3. nicoletta Says:

    ok… scusa… è che a volte fai così quando ti incaponisci con i lettori con cui discuti. cominci con la raffica delle domande…
    ho pensato, anche dal tono delle tue risposte, che lo stessi facendo con me. ho frainteso tutto, scusa… forse non sono ancora del tutto tornata al XXI secolo e (sul serio) sono stanchissima 😛

    il discorso è molto di più di quella frase. per questo vale la pena leggerlo. fallo appena puoi. a me è piaciuto tantissimo. e aiuta anche a stemperare i toni leggerlo. ovviamente, il senso non cambia…
    ti metto il link, sperando che non sformatti:

    http://presidente.camera.it/interventi/schedaintervento.asp?idintervento=149

    gianfranco è un grande 😉

  4. camelot Says:

    Risposta a nicoletta:
    Grazie per il link, splendido davvero, e come vedi tutto incentrato su altro, e non sull’attacco alla Chiesa. Ora lo pubblico per intero in un altro commento.
    Grazie ancora…

  5. camelot Says:

    A tutti:
    Il discorso pronunciato da Fini:
    “Rievochiamo oggi una pagina vergognosa della storia italiana. Le Leggi antiebraiche e razziste approvate nel 1938 e che hanno rappresentato uno dei momenti più bui nelle vicende del nostro popolo. Approfondiremo quel triste capitolo storico con l´aiuto di Renzo Gattegna, Presidente dell´Unione delle Comunità  Ebraiche Italiane, dello storico Michele Sarfatti e di Nedo Fiano, testimone dell´orrore di Auschwitz. Una testimonianza sulla necessità  di mantenere viva la memoria di quegli eventi presso i giovani ci verrà  dalla studentessa Zoe Brandizzi. Saluto e ringrazio gli oratori per l´importante contributo che si apprestano a fornire al convegno. Settant´anni fa, gli ebrei italiani furono colpiti, come uomini e come cittadini, da provvedimenti che stabilirono assurde discriminazioni nella vita economica e civile; l´allontanamento dagli uffici pubblici, dalle banche e dalle assicurazioni; o la proibizione di avere dipendenti o di possedere terreni e aziende. Particolarmente odiose furono le discriminazioni ai danni dei bambini e dei ragazzi o quelle che prevedevano il divieto dei matrimoni misti. Un esempio tra i tanti Rita Levi-Montalcini, Premio Nobel e Senatore a vita. A causa del “Manifesto della razza” dovette abbandonare patria, famiglia , affetti, sicurezze e lavoro; l´ospedale presso cui lavorava. Tutto. E trovare rifugio in Belgio, attrezzando in cucina un piccolo laboratorio di fortuna. Poi, l´invasione nazista; il rifugio ancora in Italia,a Firenze; sulle colline di Asti e infine a Torino. La professoressa Levi-Montalcini fu tra quanti " con le parole di Primo Levi- “sperarono di poter sopravvivere per poter raccontare”. Con la memoria di questa infamia dobbiamo fare i conti, dopo settant´anni, come nazione e come cittadini. Farli senza infingimenti e senza ambiguità . Il fatto che tali provvedimenti siano stati approvati a Montecitorio provoca un sentimento di tristezza, pur nell´ovvia considerazione che la Camera dei deputati della Repubblica italiana non ha nulla a che vedere con l´Assemblea che il fascismo aveva svuotato di qualsiasi contenuto democratico. La circostanza verrà  ricordata in una lapide che sarà  scoperta in questa Sala al termine del convegno. Vogliamo che il ricordo della vergogna di settant´anni fa sia di ammonimento per difendere e promuovere sempre i valori libertà  e dignità  della persona sanciti dalla Carta costituzionale italiana. Oggi fare seriamente i conti oggi con l´infamia storica delle Leggi razziali significa avere il coraggio di perlustrare gli angoli bui dell´anima italiana. Il che vuol dire sforzarsi di analizzare le cause che la resero possibile in un Paese profondamente cattolico e tradizionalmente ricco di sentimenti d´umanità  e solidarietà . Tra queste cause c´è certamente l´anima razzista che il fascismo rivelò pienamente nel 1938, ma che era comunque già  presente nell´esasperazione nazionalistica che caratterizzava il regime. Segni inequivocabili di razzismo s´erano già  manifestati nella politica coloniale. Vale la pena ricordare la campagna propagandistica – “faccetta nera” – che fu lanciata subito dopo la guerra d´Etiopia contro quella che era definita la “piaga del meticciato”. Un Regio Decreto del 1937 vietò le “relazioni matrimoniali” tra gli italiani e quelli che erano chiamati i “sudditi delle colonie africane”. L´odiosa iniquità  delle Leggi razziali si rivelò in modo particolare a quegli ebrei che avevano aderito al fascismo. Tra i nomi più noti c´è quello di Guido Jung, che era stato ministro delle Finanze tra il 1932 e il 1935. Oppure quello di un intellettuale come Ettore Ovazza, che aveva partecipato alla fondazione del Fascio di Torino e che nel 1937 aveva confutato un libello antisemita di Paolo Orano. Ma l´ideologia fascista non spiega da sola l´infamia. C´è da chiedersi perché la società  italiana si sia adeguata, nel suo insieme, alla legislazione antiebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno da parte della Chiesa cattolica. A giustificazione potremmo addurre il carattere autoritario del regime – che certo non tollerava manifestazioni di esplicito dissenso – oltre naturalmente alla propaganda pervasiva e al controllo totale dell´informazione e ancor più dell´educazione e dell´istruzione esercitato per un quindicennio. Però dovremmo anche riconoscere che alla base della mancata reazione della popolazione ci furono altri elementi che può risultare scomodo riconoscere. Penso alla propensione al conformismo. Penso ad una possibile condivisione – sotterranea e oscura, negata ma presente " di una parte della popolazione dei pregiudizi e delle teorie antiebraiche. Penso soprattutto a una vocazione all´indifferenza più o meno diffusa nella società  di allora. Proprio “Gli Indifferenti” si intitolava il romanzo d´esordio di Moravia, pubblicato nel 1929, con il quale lo scrittore dipingeva quella che a lui appariva già  allora come l´inerzia morale della società  borghese italiana di fronte all´essenza della persona umana. Lo ricordo perché rileggere gli scrittori può servire a cogliere quelle significative sfumature sociali che possono talvolta sfuggire al meritorio lavoro scientifico degli storici. Denunciare la inequivocabile responsabilità  politica e ideologica del fascismo non deve insomma portare a riproporre lo stereotipo autoassolutorio e consolatorio degli “italiani brava gente” . La memoria – ha scritto Elena Loewenthal " non è di per sé uno “scudo inossidabile di fronte al male”. Non lo è se non sappiamo trasformarla in esperienza storica produttiva di insegnamenti. Ciò non significa ignorare o trascurare il coraggio di quegli italiani che seppero opporsi alla barbarie del razzismo e dell´antisemitismo, soprattutto dopo il ´40 nel tempo orribile della Shoah. I nomi di alcuni di quei valorosi sono noti. Pensiamo a Giorgio Perlasca. Oppure al questore di Fiume, Giovanni Palatucci, che salvò cinquemila ebrei e che pagò il suo coraggio e la sua straordinaria umanità  con l´internamento a Dachau, dove morì a soli 36 anni. Oppure al Console di Salonicco, Guelfo Zamboni, che sottrasse centinaia di ebrei al terribile destino della deportazione. A queste personalità  straordinarie dobbiamo aggiungere tanti altri italiani, sconosciuti ma non meno straordinari, che si prodigarono per salvare gli ebrei spesso a rischio della propria vita. Vale la pena ricordare che le storie di tanti di quegli umili eroi sono raccolte in un bel libro uscito all´inizio del 2006 per cui ho avuto l´onore di scrivere la prefazione: “I giusti d´Italia”, curato dal direttore del centro ricerche dello Yad Vashem, Israel Gutman. Tutte quelle storie costituiscono motivo di legittimo orgoglio per l´intero popolo italiano. Ricostruire con rigore la vergogna delle Leggi razziali, guardare senza reticenza dentro l´anima italiana non serve soltanto per raccontare il passato nella sua completezza. Serve anche e soprattutto a preservare il nostro popolo dal rischio di tollerare in futuro, tra inerzia e conformismo, altre possibili infamie contro l´umanità . Ha detto il presidente Napolitano, commemorando nel gennaio scorso il Giorno della Memoria che “bisogna ricordare gli atti di barbarie del nostro passato per impedire nuove barbarie, per costruire un futuro che si ispiri a ideali di libertà  e di fratellanza fra i popoli”. Ammoniva Primo Levi che un orrore accaduto nel passato può sempre riaccadere nel futuro. Magari non nelle stesse forme e non con gli stessi pretesti ideologici. Dobbiamo avere la consapevolezza che il fanatismo nemico dei diritti dell´uomo, che purtroppo agisce ancora oggi in tante parti del mondo, può dilagare nel torpore delle democrazie. Per questo dobbiamo mantenere sempre desta e vigile la coscienza dei cittadini. Una democrazia vigile e attenta deve saper contrastare con efficacia l´antisemitismo nelle vecchie e nuove forme ideologiche che questo oggi assume. C´è l´antisemitismo esplicito dell´estrema destra e del neonazismo. C´è quello mascherato da antisionismo dell´estremismo no-global e dell´ultrasinistra. E c´è quello, ammantato di pretesti pseudo-religiosi, dell´islamismo radicale. E´ un antisemitismo, quest´ultimo, che tende ad assumere spesso gravi forme terroristiche, come accaduto recentemente a Mumbai, dove i terroristi hanno assaltato anche il Centro ebraico facendo otto vittime. Le Istituzioni devono impedire che, di fronte a questi fenomeni, si producano fenomeni d´assuefazione nell´opinione pubblica. Un campanello d´allarme lo ha lanciato recentemente Angelo Panebianco, quando ha notato, sempre a proposito della tragedia di Mumbai, che presso gli europei tende a manifestarsi indifferenza nei confronti dell´antisemitismo presente in buona parte del mondo islamico, come se fosse inevitabile, quasi naturale. Oggi, come settant´anni fa, un´ideologia che sopprime i diritti dell´uomo e propugna l´annientamento di uno Stato e lo sterminio di un popolo può produrre grandi tragedie e sofferenze nella complicità  silenziosa di una società  distratta e indifferente. Come ci ha insegnato Hannah Arendt, il mistero della propagazione del male è un mistero banale. In uno dei suoi libri più famosi, che si intitola appunto “La banalità  del male”, scritto a proposito del processo ad Adolf Eichmann che si celebrò a Gerusalemme nel 1960, la filosofa così descrisse l´imputato, reo di aver pianificato materialmente la deportazione degli ebrei nei campi di sterminio: “Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso. Solo grigio e incolore”. Sono parole che devono scuotere ancor oggi le nostre coscienze, perché il male si può riprodurre. Per questo è un dovere ricordare l´infamia di 70 anni fa. Ricordare. Cioè ri excorde. Riportare al cuore. Perché accanto al giudizio della storia ci sia il dovere morale di una profonda indignazione”.

    http://presidente.camera.it/interventi/schedaintervento.asp?idintervento=149

  6. nicoletta Says:

    infatti… come vedi, parla tantissimo del presente, centrando bene e senza troppi giri di parole il problema dell’antisemitismo odierno.

    per non dire del tentativo di mettere a fuoco i motivi che possono aver portato all’indifferenza nel ’38… nella società  civile e nella chiesa.

    è un discorso troppo denso… bello davvero

    scusa ancora per il malinteso di prima…

  7. camelot Says:

    Risposta a nicoletta:
    Figurati.
    Comunque, come pensavo, alla fine tutto è incentrato quasi esclusivamente sugli italiani, sulla loro responsabilità , la loro “indifferenza”. E, a parte quel passaggio riportato in questo post, di Chiesa non si parla. Dunque l’Osservatore Romano ha fatto un polemica del cazzo! Completamente ingiustificata.
    L’orrore prodotto dal Fascismo, questo il senso, purtroppo non basta a spiegare da solo quell’infamia.

  8. nicoletta Says:

    già …

    cam, scappo… buona serata! e w gianfranco! 😉

  9. camelot Says:

    Risposta a nicoletta:
    Buona serata a te, smack 😉

  10. nicoletta Says:

    smack smack (pensavo fosse post troppo serio 😉 )

    ciaooooooooooooo

  11. Francesco Says:

    Ma caro Camelot, a me non interessa fare anticlericalismo ( anche se anticlericale è uno tra gli aggettivi che uno potrebbe usare per definire la mia identità  politica ), a me interessa la verità  storica di cui ha parlato Fini. Credimi, parlare bene di Fini per me è uno sforzo sovrumano, però stavolta non ha sbagliato nell’analisi storica, analisi che invece gli è stata ampiamente criticata dall’Osservatore Romano.
    Un’ultima cosa. Dire, come ho detto io, che c’era ampia parte della Chiesa, la fazione più tradizionalista, che odiava gli ebrei, li considerava ‘deicidi’ e che tacitamente si compiaceva, se non proprio dello sterminio della Shoah, almeno delle leggi razziali, e che moltissimi alti prelati si occuparono di far fuggire in Sudamerica i gerarchi nazisti con i passaporti diplomatici della Santa Sede, beh, questo non è fare anticlericalismo. Questo è dre le cose come stanno!

  12. camelot Says:

    RIsposta a Francesco:
    Sì, Francesco, ma se leggi il discorso di Fini – ammesso tu non l’abbia già  fatto – potrai notare come il riferimento alla Chiesa sia stato minimo:
    https://www.camelotdestraideale.it/index.php/2008/12/18/il-discorso-di-gianfranco-fini-sulla-infamia-delle-leggi-razziali/

    Si è scagliato innanzitutto contro la società  italiana di allora, contro l’indifferenza e il conformismo degli italiani. Il riferimento alla Chiesa è dato da 4/5 parole su diverse migliaia.
    Per questo l’attacco dell’Osservatore Romano è stato ingiustificato…

  13. snorri Says:

    # camelot dice:
    Dicembre 18th, 2008 alle 3:03 pm
    Risposta a snorri:
    Banale è il tuo commento. E banale, a tuo avviso, è anche Veltroni che ha dato ragione a Fini 😉
    __________

    Che Veltroni sia banale è ovvio. Che lo sia il mio intervento è l\’opinione di uno che per me ha autorevolezza pari a zero e che forse non merita nemmeno che nei commenti si entri nel merito con informazioni nuove e opinioni fondate da qualcosa di più del discorso del proprio capo o di una fonte internet.
    Buone seghe con i commentatori amici tuoi.

  14. camelot Says:

    Risposta a snorri:
    Complimenti per questo commento: degno del migliore degli intellettuali su piazza! (magari ti assumono a Dagospia) 😉

  15. IoTomy Says:

    Non prendere atto troppo in fretta, io non sto giustificando gli Antifascisti militanti di oggi che ieri scrivevano elogi alla razza ariana.
    Ci mancherebbe altro.
    Ma mi permetto di dire, anche se ho in sostanza rivalutato l’intervento dopo averlo letto tutto, che parlando di Chiesa ha dimenticato di dire che il Papa, massimo rappresentante, è andato a piangere le vittime con un gesto molto forte, e che la polemica che ne è seguita, partendo proprio dal “silenzio”, sta rallentando un processo per uno dei personaggi più attivi in assoluto nel contrasto alle leggi razziali.
    Ma va bene, la condanna alla società  è giusta.
    E credo che la reazione della Chiesa sia dovuta al fatto che Fini l’ha nominata nel suo intero. Sottotraccia è stato fatto molto più di quello che si dice. Almeno da parte della Chiesa.
    Se vuoi, se hai tempo, questo link spiega uno dei motivi per cui le parole della Chiesa non furono così forti.
    Questa sulla posizione della Chiesa è una storia vecchia, e tutti regolarmente ci cascano.
    In ogni caso non difendo la società , ma comprendo un certo tatticismo da parte di alcune Istituzioni.
    Per questo, secondo me, il discorso di Fini in certi punti è molto più politicamente corretto di quanto sembri.
    Ricordiamoci che i mostri, in quel periodo, erano due.
    E uno è sopravvissuto fino al 1991, in un certo senso non è ancora morto.

  16. camelot Says:

    Risposta a IoTomy:
    Tomy, io capisco tu abbia pregiudizi anti-finiani – e avere pregiudizi, non si addice ad un liberale – ma dici cose inesatte.
    Mi spiego.
    L’Osservatore Romano, l’organo della Santa Sede, nel 1939 pubblicò l’omelia di un Vescovo – scriverò un post al riguardo – in cui veniva fatta apologia delle leggi razziali.
    Inoltre, e mi stupisco tu non lo sappia, fino a ieri l’altro, sul Corriere della Sera, c’è stato un dibattito molto acceso. Perchè la Chiesa vuole beatificare il Pontefice “incriminato” e la Comunità  Ebraica vi si è opposta, ritenendo inadatta la persona ad essere “canonizzata”, perché troppo “tiepida” nei confronti delle leggi razziali e del Fascimo. Morale della favola: la Santa Sede ha rinviato la beatificazione.
    Domanda: i membri della Comunità  Ebraica sono avvinazzati, poco alfabetizzati sulle questioni della Chiesa, dunque ignoranti, e anche loro “regolarmente ci cascano”?
    Ancora, Pigi Battista, sul Corriere:
    “Non risultano commenti altrettanto indignati di Andreotti sulle accuse che padre Agostino Gemelli, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, mosse nel ’39 all’indirizzo degli ebrei, “popolo deicida” che “va ramingo per il mondo” a scontare le conseguenze di quell'”orribile delitto””.
    http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=K7ROP

    Vogliamo parlare poi del fatto, che fino a non troppo tempo fa, in alcune liturgie, erano presenti ancora paroline non proprio zuccherose, rivolte all’indirizzo degli ebrei (parole che, poi, sono state modificate)? Oppure vogliamo parle del Pontefice che, non troppo tempo fa, ha chiesto scusa per la “cattiva interpretazione”, che attribuiva la responsabilità  dell’uccisione di Cristo agli ebrei?
    Quanto al Movimento Sociale, di cui io ho fatto parte e di cui posso parlare – diversamente da altri, con cognizione di causa – era un partito che col Fascismo-dittatura – non col Fascismo-dottrina – ha sempre fatto i conti, prendendone sempre le distanze. Ed è un partito che, salvo casi estremi, non ha mai avuto a che fare con l’antisemitismo. Tanto è vero che i dirigenti nazionali del partito erano in buona parte filo-israeliani (la base, invece, era filo-palestinese).
    Ma tu sei troppo giovane, e queste cose non puoi saperle, non te ne faccio una colpa.
    Inoltre era un partito democraticissimo (anche se mi rendo conto, possa apparire una contraddizione in termini)….

  17. IoTomy Says:

    Pensa che lo stesso di ragionamento pregiudiziale che tu hai fatto nei miei confronti, l’ho fatto anch’io nei tuoi. Per il fatto che non ti ho mai visto muovere critiche nei confronti di Fini. Ma potrei essermi perso qualche post.
    Il ragionamento che fai su Papa Pacelli non regge perchè gli attribuisci responsabilità  non sue. L’omelia riportata sull’Osservatore Romano non l’ha scritta lui. Ma ti concedo il fatto che non l’abbia censurata.
    Nella Prima Enciclica, Pio XII muove una critica asprissima nei confronti di tutti i totalitarismi. Questo è importante perchè non fa esplicito e diretto riferimento al Nazismo e al Fascismo, ma parlando genericamente di totalitarismi include un altro mostro, l’Unione Sovietica.
    Da notare che la prima critica contro il Papa venne da Radio Mosca nel giugno 1945, in seguito alla più esplicita condanna del Nazismo da parte del Pontefice. Mosca lo chiamò “colpevole silenzio”, il giorno in cui una delegazione ebraica andava in Vaticano a ringraziare il Papa per tutte le opere fatte durante il Regime.
    Capisci benissimo che se Mosca non avesse parlato, nessuno avrebbe più detto che il Papa fu “ambiguo”. Il Papa, non generici esponenti della Chiesa, di cui conosciamo le parole, ma non conosciamo il reale comportamento e le reali azioni durante il periodo.
    Oltretutto, ma questo è poco noto, Pacelli fu il garante presso gli Alleati dell’Orchestra Nera, ovvero il tentativo di assassinare Hitler, nel 1943, progettato da dissidenti nazisti, cattolici e protestanti. Il piano fallì perchè l’Inghilterra si tirò indietro.
    Questi sono fatti, come è un fatto che sino alla fine del 1945, e anche oltre, non c’era la reale consapevolezza di cosa accadde agli ebrei nei campi di concentramento nazisti.
    Considera che la critica venne mossa dall’URSS, che trattava gli ebrei allo stesso modo, se non peggio, dei Nazisti.
    Negli anni ’70? uscì un film, “Il Vicario”, famosissimo all’estero per aver costruito una figura completamente filo-nazista di Papa Pacelli.
    Si potrebbe dire: “diffama diffama, qualcosa resterà “. E infatti qualcosa rimane, perchè non tutti sanno che “il colpevole silenzio” è un’operazione di disinformazione creata dall’Unione Sovietica e perfettamente riuscita.
    E’ per questo motivo che le accuse di Fini verso la Chiesa mi sembrano esagerate. Nessun pregiudizio, nessun clericalismo.

    Risposta: i membri della Comunità  Israeliana sono divisi non meno di quanto lo sia la Comunità  Cristiana.

    In ogni caso, non mi scandalizzo se nella Chiesa esistevano degli anti-ebrei, esistono all’interno della stessa comunità  ebraica, Gad Lerner ne è un perfetto esempio.

    E’ vero sono troppo giovane per conoscere MSI, ma so che il motivo, o uno dei motivi, per il quale non sono mai entrato in Azione Giovani è la posizione della base nei confronti della questione israelo-palestinese.
    Io sono fieramente filo-israeliano, a scanso di equivoci.

  18. camelot Says:

    Risposta a IoTomy:
    Non dovrebbe nemmeno essere necessario, ma lo faccio egualmente. Contro Gianfranco Fini (o An):
    https://www.camelotdestraideale.it/index.php/2008/01/13/la-svolta-di-alleanza-nazionale-nasce-la-cosa-rossa-di-destra/

    https://www.camelotdestraideale.it/index.php/2006/10/13/la-alitalia-doveva-essere-venduta-e-se-cio-non-e-avvenuto-e-colpa-di-alleanza-nazionale/

    https://www.camelotdestraideale.it/index.php/2007/12/09/una-supposta-per-gianfranco-fini/

    https://www.camelotdestraideale.it/index.php/2008/11/09/le-comari/

    Ci sono circa 3.000 post su questo blog, e capirai che non possa ricordarmi tutti quelli in cui ho attaccato Fini.
    Ciò detto, constato che continui a non comprendere il senso del discorso di Fini, probabilmente non lo hai letto, o sei mosso da pregiudizi. Il discorso è eccelso, e profondamente liberale – per questo non piace – perché chiama in causa la responsabilità  individuale.

  19. IoTomy Says:

    Ma no Cam, il discorso l’ho capito benissimo, l’ho letto e riletto.
    Quello che dico io è: se Radio Mosca e l’Unione Sovietica non avessero messo in atto la macchina propagandistica di delegittimazione dell’allora Pontefice, oggi non staremmo nemmeno qui a discutere del “colpevole silenzio” perchè, sepper non dubitando che non tutti nella Chiesa si comportarono in maniera intransigente verso Fascismo Nazismo e Leggi Razziali, Mosca ha voluto far pagare al Papa il suo anti-comunismo che condannò con parole durissime durante tutto il Pontificato.

    Capito? Non è il discorso di Fini in sè. Ma il come si è arrivati a tale discorso, a tale concezione dei rapporti tra Pontefice e Leggi Razziali.
    Spero di essere stato più chiaro.
    Tu parli del discorso di Fini, io parlo dell’operazione di disinformazione portata avanti per deleggitimare il Papa, che ha condotto a pensare che si facesse accordi sottobanco con Hitler.

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