Dic 08
17
Con Fini e con la Repubblica italiana
Dunque, ieri il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha detto una cosa che ha suscitato clamore. Brevemente – e sommariamente – la riassumo: “Le leggi razziali varate dal Fascismo furono un´infamia. Un´infamia che non può essere imputata solo al Regime (che quelle leggi emanò), ma anche a tutti quelli che ad esse non si opposero come avrebbero potuto. Dunque di quella vergogna, almeno in parte, furono responsabili anche la società , gli italiani, e la Chiesa”.
Parole forti. Soprattutto perché pronunciate da un signore che, spesse volte, viene accusato di essere troppo condiscendente nei confronti del politicamente corretto (polemizzare con la Chiesa, con il Vaticano, da destra, sicuramente non è politicamente corretto).
E, tuttavia, gli argomenti usati da Fini mi sembrano assolutamente condivisibili. Dirò di più: ha detto solo e soltanto ovvietà (non a caso Veltroni s’è detto d’accordo con il Presidente della Camera).
Il Fascismo, infatti, come molti altri regimi dittatoriali ebbe un consenso largo, stratificato e diffuso. E fu visto di buon´occhio anche Oltretevere (leggasi: Patti Lateranensi).
Ora, è chiaro che occorra distinguere tra “responsabilità materiale” (da attribuirsi a chi varò le leggi razziali) e “responsabilità morale” (da attribuirsi a tutti coloro che, avendo potere, non si adoperarono a sufficienza perché quelle leggi venissero eliminate). Non penso, tuttavia,° fosse intenzione di Fini equiparare i due tipi di responsabilità .
Ciò detto, però, devo constatare come la reazione odierna dell´Osservatore Romano (organo della Santa Sede), sia un po´ troppo scomposta. E tale da rappresentare un vero e proprio incidente diplomatico.
Ha scritto, infatti, il quotidiano del Vaticano:
“Sorprende e amareggia che uno degli eredi politici del fascismo, che dell’infamia delle leggi razziali fu unico responsabile e dal quale pure da tempo egli vuole lodevolmente prendere le distanze chiami ora in causa la Chiesa cattolica. Dimostrando approssimazione storica e meschino opportunismo politico“.
Queste parole, oltre ad essere volgari, perché offensive sul piano personale, nei confronti di Fini (ma questo è un fatto che passa in secondo piano), sono un´offesa alla Repubblica Italiana. Perché indirizzate al Presidente della Camera, la terza massima carica dello Stato.
Per questo motivo auspico che lorsignori del Vaticano abbiano a scusarsi, quanto prima: uno stato estero non può permettersi di offendere la Repubblica Italiana, magari pensando di farla franca e di non patire conseguenze.
Pretendiamo scuse ufficiali da parte della Santa Sede.
Se volete, votate Ok.
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