Gen 09
24
Partiamo da questa dichiarazione di Umberto Bossi:
“Fino a marzo. Tremonti ha chiesto tempo fino a marzo, e noi gli daremo tempo fino a marzo“.
“Tremonti dice che deve fare i conti, che sta cercando di risparmiare i soldi per il federalismo fiscale. Staremo a vedere“.
Il leader della Lega, quindi, ammette che l´introduzione del Federalismo fiscale avrà un costo per le casse dello stato e, dunque, per il contribuente; e per questo motivo, Tremonti “sta cercando di risparmiare i soldi” per finanziarla.
Ma una stima approssimativa del costo di tale riforma, esiste o no?
Certo che esiste, e a fornirla è il sottosegretario Guido Crosetto:
“Se non ricordo male, durante il passato governo Berlusconi venne fatto uno studio. Il costo della riforma calcolato allora era superiore ai cento miliardi“.
100 miliardi di euro: il triplo del valore della manovra finanziaria triennale, adottata dal centrodestra, quest´estate; circa 30 miliardi di euro in più, di ciò che ogni anno paghiamo in interessi sul debito pubblico. Una enormità !
Ricapitolando.
Abbiamo le pezze al culo; stiamo vivendo la peggiore crisi economica internazionale dal 1929; la domanda estera di nostri prodotti, nel 2009, nostro malgrado è destinata a crollare; aumenta il ricorso alla cassa integrazione; abbiamo bisogno di soldi per finanziare un ampliamento degli ammortizzatori sociali, e per cercare di stimolare la domanda interna, onde contenere la decrescita del Pil che, tra i tanti effetti negativi, porterebbe anche ad un peggioramento del rapporto deficit/Pil e del rapporto debito/Pil (per non parlare, poi, della contrazione del gettito fiscale, legata al calo dei consumi). E noi che facciamo?
Invece di reperire risorse attraverso tagli di spesa e risparmi, onde abbassare le tasse a famiglie ed imprese – per rilanciare i consumi e facilitare la sopravvivenza delle nostre aziende (sui mercati esteri) -, ci mettiamo a conservare soldi nel salvadanaio, per finanziare una riforma che costa almeno 100 miliardi di euro, e che quasi certamente porterà ad un aumento della pressione fiscale (leggasi: tasse)?
Si può essere più coglioni?
Ne dubito.
Ciò detto, vanno fatte alcune considerazioni spicce.
La Lega è un partito votato anche da persone di sinistra, così come è costituita finanche da comunisti: si pensi al capogruppo lumbard al consiglio comunale meneghino, Matteo Salvini; il quale, in occasione dell´elezione del Parlamento Padano, si presentò con una sua lista denominata “comunisti padani” (sic!). Ora, le persone di sinistra – è notorio – hanno scarso interesse per l´aumento delle tasse, anche perché tra di essi si annida, con ogni probabilità , il maggior numero di evasori fiscali.
Viceversa, il Popolo della Libertà è votato da persone di destra (o di centrodestra, se preferite). E a queste, l´aumento della pressione fiscale fa girare le palle, e nemmeno poco: reclamano lo “stato minimo”, non lo stato Leviatano, grosso e grasso.
Per questo motivo, lorsignori del Pdl è bene stiano molto attenti: se dovesse aumentare la pressione fiscale anche solo di 1 euro, infatti, noi li manderemmo a fare in culo in 10 minuti.
Chiaro?
Se volete, votate Ok.
Leggi altre news su per il Popolo delle Libertà .