Gen 09
31
Di Pietro, il legalitario che ha deliberatamente violato gli articoli 278 e 279 del codice penale
Dal blog di Antonio Di Pietro, “Resistere, reagire, informare”:°
“L’appello a Napolitano.
Signor Presidente, lo sa che questa mattina si sta cercando, ancora una volta, di farci lo scherzetto che è stato fatto a Piazza Navona? Credo che in una civile piazza dei cittadini italiani abbiano il diritto di manifestare. Si può non essere d’accordo su quanto abbiamo fatto e su quanto stiamo facendo, ma è un nostro diritto, garantito dalla Costituzione, poter dire che quello che fanno determinate persone non ci convince? Ci possiamo permettere, signor Presidente della Repubblica, di accogliere in questa piazza anche qualcuno di noi che non è d’accordo su alcuni suoi silenzi? Possiamo permettercelo o no? O siamo degli eversori? Siamo dei cittadini normali che ci permettiamo di dire a lei, signor Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere l’arbitro, che a volte il suo giudizio ci pare poco da arbitro e poco da terzo. Lo possiamo dire o no? Noi la rispettiamo, abbiamo il senso delle istituzioni, vogliamo essere tranquilli. Oggi, un cittadino ha messo un manifesto, uno striscione, dove senza offendere nessuno dice “Napolitano dorme, l’Italia insorge”. Perché lo hanno sequestrato? Chi ha ordinato di sequestrare questo manifesto? Perché non c’è possibilità di manifestare senza bastoni, senza nulla? Stiamo semplicemente dicendo che non siamo d’accordo sul fatto che si lasci passare il lodo Alfano (…) Lo possiamo dire o no? Rispettosamente, ma il rispetto è una cosa, il silenzio è un’altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio.”.
“Noi ribadiamo che c’è necessità di una nuova legge elettorale che ridia in mano ai cittadini la possibilità di scegliersi i propri dipendenti. Vogliamo una legge che risolva il conflitto d’interessi. Vogliamo al più presto una legge che preveda la non candidabilità delle persone condannate, una legge che preveda l’impossibilità di assumere incarichi di governo, locale e centrale, di persone rinviate a giudizio (…)”.
“Tutto queste cose noi chiediamo alle istituzioni, e per queste cose ci appelliamo a lei signor Capo dello Stato, lo faccia un discorso coraggioso, dica che devono andare fuori dal tempio i mercanti, dica che devono andare fuori dal Parlamento i condannati, lo dica e noi l’approveremo e troverà striscioni diversi. Non si lamenti se poi qualcuno vede nel silenzio un accondiscendenza (l´apostrofo manca, perché Di Pietro non l´ha messo, ndr)”.
Articolo 278 del codice penale:
“Chiunque offende l´onore o il prestigio del Presidente della Repubblica° è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Articolo cosi´ modificato dalla L. 11 novembre 1947, n. 1317″.
Articolo 279 del codice penale:
“Chiunque, pubblicamente, fa risalire al Presidente della Repubblica il biasimo o la responsabilità degli atti del Governo° è punito con la reclusione fino ad un anno e con la multa da lire duecentomila a due milioni. Articolo cosi´ modificato dalla L. 11 novembre 1947, n. 1317″.
Poiché ha deliberatamente violato queste norme, Di Pietro è stato denunciato per vilipendo al Capo dello Stato.
Se volete, votate Ok.
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