Mar 09
1
Soru, lo squalo, vuole disfarsi de l’Unità
Mala tempora currunt.
Tempi bui, all’Unità . Tempi di crisi.
Eh, già . Perché dopo la sonora sconfitta patita dal tanto amato Padrone, le cose minacciano di mettersi male, per i giornalisti del quotidiano fondato da Antonio Gramsci.
Renatino Soru, infatti, pare voglia ridimensionare la propria partecipazione nella società che edita l’Unità . Ma per farlo, cioè per disfarsi in tutto o in parte delle quote di capitale sociale che detiene, ha bisogno preliminarmente di mettere a posto il bilancio del giornale diretto da Concita De Gregorio.
Come fare?
Semplice: licenziando alcuni giornalisti (leggasi: precari), riducendo la foliazione del quotidiano, imponendo il prepensionamento ad alcuni membri della redazione, mettendo uno stop ad alcune collaborazioni troppo costose (si parla di Marco Travaglio e di Furio Colombo).
D’altra parte, c’è da capirlo, povero Renatino: dopo la “trombatura” in Sardegna che ha di fatto polverizzato ogni suo futuro politico, a cosa accidenti gli servirebbe continuare ad essere proprietario di un quotidiano di partito che, tra le tante cose, ha chiuso il 2008 con perdite dell´ammontare di 8 milioni di euro?
A nulla, ovviamente. Sarà anche di sinistra, Soru, ma mica è fesso. E’ pur sempre un imprenditore; e un imprenditore deve far profitti e avere un´impresa sana: ciò che il quotidiano fondato da Gramsci, non è.
Per questo motivo, il comitato di redazione de l´Unità è in agitazione:
“La redazione de l’Unità , riunita in assemblea, esprime il suo forte allarme dinnanzi al drastico piano di ristrutturazione presentato ieri dall´azienda al Comitato di redazione e ai fiduciari di Milano, Firenze e Bologna: un piano che compromette il giornale e le sue prospettive di sviluppo, l´occupazione, i livelli salariali e la professionalità dei giornalisti, colpendo in modo particolare il precariato. Tutto questo contraddice nettamente i significativi riscontri di vendite che si registrano nonostante il quadro recessivo che investe drammaticamente l´intero mondo dell´editoria. La forte preoccupazione sull´impatto di un tale piano sulla qualità del prodotto viene, tra l´altro, espressamente condivisa dalla direzione del giornale. Chiediamo alla proprietà e all´azienda di ritirare le proposte avanzate e di ricercare, senza soluzioni preconfezionate e in un confronto aperto e vero con le rappresentanze sindacali, le soluzioni più opportune per evitare traumatiche lacerazioni e consentire al giornale di continuare ad esistere, di crescere e di svilupparsi. Ogni confronto dovrà ripartire necessariamente dalla qualità del prodotto. D´accordo con la Federazione nazionale della Stampa e con le associazioni regionali di stampa romana, lombarda, toscana e dell´Emilia Romagna, i giornalisti de l´Unità , riuniti in assemblea permanente, hanno affidato al Comitato di redazione un pacchetto di cinque giorni di sciopero da articolare nelle forme e nei tempi che la rappresentanza sindacale riterrà necessari”.
La lotta è dura e non ci fa paura.
Leggi altre news su per il Popolo delle Libertà .