Mar 09
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Dunque, del piano-casa che il governo è intenzionato a varare (e di cui si è parlato qui), domani sapremo tutto nei minimi dettagli; non appena il Consiglio dei Ministri lo avrà approvato.
Ciò che rileva, qui, è che il Cresme – il Centro ricerche economiche e sociali di mercato per l´edilizia e il territorio -, ha elaborato una stima dell’impatto che il suddetto piano potrebbe avere sull’economia nostrana.
Ebbene, l’istituto diretto da Lorenzo Bellicini, ha calcolato che se solo il 10% dei proprietari degli immobili interessati dal piano-casa, procedesse ad una ristrutturazione, verrebbero iniettati nell’economia la bellezza di circa 60 miliardi di euro (3 volte in più dell’importo stanziato dal Cipe per le infrastrutture). “Una somma” – ha commentato Bellicini – “incredibile“.
Non solo.
Il progetto in questione ha ricevuto il plauso di molti amministratori locali. Il che è rilevante perché saranno proprio loro a dover mettere in pratica il piano-casa.
Va segnalato, inoltre, che del fronte dei Sindaci e dei Presidenti di Regione che hanno ben accolto il provvedimento, fanno parte anche molti esponenti del Partito democratico.
Ad esempio Antonio Bassolino: il quale, addirittura, pare intenzionato a varare – sulla falsa riga del progetto berlusconiano – un proprio piano-caso per la Campania. Adducendo queste motivazioni:
“C’è una grande richiesta di case in una regione come la nostra. Dobbiamo realizzare più alloggi rispettando gli strumenti urbanistici nel pieno della legalità e un territorio che è stato già molto massacrato“.
In che modo dovrebbe prendere avvio, questo piano?
Da Palazzo Santa Lucia – sede della Regione Campania – fanno sapere che sarà messo a punto: “un pacchetto di semplificazione delle procedure” (così come prevede il piano berlusconiano).
In particolare, saranno “snellite” la Valutazione ambientale strategica (Vas) e la Valutazione d’impatto ambientale (Via):
“Nel primo caso «l’obiettivo è di addivenire al rapido chiarimento sulla casistica esclusa e alla compattazione dei tempi della procedura». Nel secondo, «saranno introdotte tutte le possibili forme di semplificazione, con particolare attenzione al rafforzamento della struttura regionale competente del procedimento».
La filosofia di fondo, dunque, è “accelerare l’iter tecnico-amministrativo delle opere“, e per raggiungere tale scopo “avvalersi dell’autorevole supporto della Prefettura di Napoli per conseguire con maggiore celerità le approvazioni e/o le autorizzazioni da parte degli enti preposti“.
Vedremo se anche in questo caso, non fosse altro che per mostrarsi coerente, Dario Franceschini parlerà di “rischio di cementificazione” (per la Campania); o se, invece, com´è più probabile, farà finta di niente, applicando il solito doppiopesismo molto in voga a sinistra.
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