Apr 09
23
Quando Lauzi cantò il suo liberalismo
“io canterò politico quando starete zitti
e tutti i vostri slogan saranno ormai sconfitti
quando sarete stanchi di starvene nel coro
a battere le mani solo se lo voglion loro
e avrete bisogno dell’individualismo
per vincere la noia di un assurdo conformismo.
io canterò politico ma il giorno è ancor lontano
per ora sono l’unico ad andare contromano
ma i miei finti colleghi che fan rivoluzioni
seduti sopra pacchi di autentici milioni
dovranno ritornare al ruolo di pulcini
lasciando intatto il candido e poetico Guccini.
io canterò politico ma sarò troppo vecchio
e ai giovani dell’epoca io romperò parecchio
il gusto del dissenso l’avranno ormai perduto
e il festival giù in piazza lascerà il paese muto
e pace nel silenzio sì questa è democrazia
ma il primo che lo nega voi lo cacciate via.
io canterò politico soltanto per la gente
ch’è pronta a riconoscere di non capirci niente
non è cambiando tattica o il nome del padrone
che il popolo ha finito d’esser preso per coglione
volete stare comodi, nessuno a disturbarvi
ebbé siete serviti potete masturbarvi” (continua su Fare Futuro Web Magazine).
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