Gioacchino Genchi: contro Berlusconi hanno agito apparati dello stato

Dunque, tutto ciò che da due mesi a questa parte, letame puro, viene riversato addosso a Berlusconi – il caso Noemi; le 5000 foto scattate non si sa come dal fotografo Zappadu; la prostituta D’Addario che riesce ad intrufolarsi a Palazzo Grazioli, per ricattare il Premier e guadagnarsi la ribalta nazionale -, non esce fuori dal nulla, per mera casualità o soltanto per qualche errore commesso da chi avrebbe dovuto tutelare la sicurezza di Berlusconi. Non è possibile.

Tutte le tessere del mosaico sono state accuratamente preparate, con un lavoro minuzioso e certosino, da uno staff di “veri professionisti“; al fine di ottenere un prodotto di qualità sopraffina, credibile ed utile alla bisogna: un’”arma sporca” in grado di distruggere l’immagine di Berlusconi, onde costringerlo alle dimissioni.

Tutto ciò, agli occhi di chi trama, si è reso necessario per le seguenti ragioni.

Visto che le inchieste giudiziarie – il più delle volte finite in archiviazioni – non sono riuscite in tanti anni a scalfirne i consensi, era necessario trovare una nuova “bomba” per abbattere Berlusconi. Quale? Quella dei presunti scandali sessuali.

I “professionisti”, dunque, dopo aver svolto una preziosa attività di consulenza – e aver suggerito ai pupari quale nuovo e convincente argomento essi avrebbero potuto utilizzare per “abbattere” Berlusconi -, sono passati alla fase B: la preparazione e il confezionamento dell’ordigno esplosivo. Ultimata l’arma, poi, si è passati all’attacco. Ovviamente a ridosso di una consultazione elettorale: quando un’esplosione, provoca più danni.

Prima si è giocata la carta Noemi: per settimane intere, il gruppo di potere che ha ordito il Piano, con l’ausilio del “manganello di carta”, la Repubblica, si è mosso sul tavolo verde puntando ogni centesimo sulla ragazza di Portici; pensando la biondina partenopea fosse argomento sufficiente ad indurre Berlusconi al suicidio politico, a lasciare Palazzo Chigi.

Così non è stato: Silvio IV ha resistito all’onda d’urto, è riuscito – non senza difficoltà – a mantenere i nervi saldi, e a non gettare la spugna. Le elezioni europee sono passate, il consenso del Cav. è rimasto in linea con quello di sempre. L’arma-Noemi, dunque, è stata richiusa nel cassetto, e classificata come “difettosa e non più utilizzabile”. Non a caso, dall’8 giugno, da quando si è votato per le Europee, di lei si è smesso di parlare (se in Italia ci fossero cittadini intelligenti, qualcuno chiederebbe conto a la Repubblica di tale improvviso silenzio; visto che il quotidiano di Largo Fochetti, per settimane, ha rivolto sdegnate richieste di chiarimenti al Premier, in merito a Noemi. Richieste che, dalla sera alla mattina, e senza una plausibile ragione, hanno cessato di essere avanzate).

Un Piano che si rispetti, però, non può prevedere il ricorso ad un’arma soltanto: sarebbe una cosa da pivelli. Se si inceppa, che fai: smetti di colpire? Non è possibile.

Ecco allora uscire dal cilindro, con un tempismo decisamente stupefacente – a ridosso dei ballottaggi per le Amministrative – l’altra bomba: la prostituta Patrizia D’Addario. Una donna sbucata dal nulla, che s’introduce a Palazzo Grazioli, residenza romana del Premier, con le migliori intenzioni: registrare una conversazione con il Cav., onde incastrarlo e sputtanarlo in pubblico. Una cosa semplicissima, che sarebbe stata possibile a chiunque. D’altra parte Berlusconi è un signor nessuno, ed entrare a casa sua muniti di telecamera e registratore per realizzare “una prova compromettente”, è un‘inezia. Sempreché, ovviamente – e qui si arriva all’oggetto del post -, si disponga di una copertura ai massimi livelli.

Una copertura fornita da “veri professionisti”. Di cui ci parla Gioacchino Genchi (che non richiede di certo presentazioni):

Si presentano in alta uniforme, generali accompagnati da eserciti di trombe e grancasse”, “individui che danno la sensazione di onnipotenza a chi raggiunge le stanze dei bottoni”.

Quello è il momento più difficile anche per la democrazia. Perché quando anche i governanti vengono coinvolti nel sistema degli apparati, quello è il momento in cui i potentissimi diventano vittime di soggetti che stanno loro accanto. Il potere di questo potere è inimmaginabile. Questi soggetti danno la sensazione al leader di essere grande e potente. Ma poi si è visto cosa succede”.

Genchi, poi, giudica ancheimpossibileche il fotografo Zappaduabbia potuto carpire delle foto all’interno senza che qualcuno lo abbia avvisato di appostarsi sulla montagnetta sopra Villa Certosa”, in quantoaltri fotografi ci sono andati e sono stati fermati un minuto dopo”.

Inoltre:

Le foto dell’aeroporto sono scandalose: non si può rimanere fermi davanti a un aeroporto per giorni e mesi interi aspettando che arrivi l’aeroplano. Qualcuno che dall’interno delle istituzioni organizza i voli di Stato, ha avvisato quando partiva e con chi a bordo. I voli di Stato sono partiti tante altre volte e i fotografi non si sono mobilitati, perché qualcuno ha avvertito chi c’era a bordo”.

E in ultimo, l’affondo:

Berlusconi è stato tradito da qualcuno del suo entourage. Da un suo fedelissimo. Altrimenti tanti fatti non sarebbero successi”.

L’affare, è proprio il caso di dire, s‘ingrossa (non quello di Berlusconi, che ha smesso di funzionare nel ‘97).

P.S.: con ogni probabilità martedì, quando le urne saranno chiuse, della D’Addario non si parlerà più. Non avrebbe senso. Anche perché l’inchiesta barese, che non riguarda Berlusconi, dovrebbe coinvolgere due esponenti del Partito democratico. I quali, a quanto si narra, in cambio di rapporti sessuali con prostitute – “offerti” loro a mo’ di tangenti – avrebbero concesso lauti appalti ad imprenditori. La prossima bomba contro Berlusconi, invece, verrà lanciata poco prima del G8 a l’Aquila.

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32 Responses to "Gioacchino Genchi: contro Berlusconi hanno agito apparati dello stato"

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