Lug 09
2
E’ una situazione inaccettabile.
Mi spiego.
La cosiddetta inchiesta di Bari coinvolge, senza tema di smentita, molteplici esponenti locali del Partito democratico; i quali, secondo gli inquirenti, avrebbero concesso appalti – nel settore sanitario – all’imprenditore Gianpaolo Tarantini, in cambio di prestazioni sessuali con prostitute pagate dallo stesso. Tutto questo, è scritto nero su bianco nei verbali del processo. Verbali il cui contenuto ieri è divenuto noto, grazie ad un ottimo articolo di Cristiana Lodi apparso su Libero.
Ancora.
Il fatto che l’inchiesta di Bari riguardi esponenti del Partito democratico, esponenti di stretta osservanza dalemiana, è circostanza di cui si ha conoscenza da circa 15 giorni. Prova ne sia il fatto, ad esempio, che il pirla che scribacchia su questo blog, il 21 giugno – nel post scriptum di questo post – asseriva: “L’inchiesta barese, che non riguarda Berlusconi, dovrebbe coinvolgere due esponenti del Partito democratico. I quali, a quanto si narra, in cambio di rapporti sessuali con prostitute – “offerti” loro a mo’ di tangenti – avrebbero concesso lauti appalti ad imprenditori“.
Ora, il sottoscritto era a conoscenza di queste cose perché legge quotidianamente Libero. E Libero è da giorni che racconta i dettagli della succitata inchiesta.
Premesso tutto questo, allora, arriviamo al dunque.
Come mai la stampa nazionale, quella che vende milioni di copie al giorno – il Corriere della Sera, la Repubblica e La Stampa di Torino – non dà informazioni su questa inchiesta? Come mai non parla del coinvolgimento – certo – di esponenti del Partito democratico? Come mai non riporta il contenuto dei verbali dell’inchiesta?
Cosa c’è, in Italia non si può parlare di indagini penali con annessi e connessi pruriginosi, se non quando si abbia la certezza che riguardino esponenti del centrodestra, ovvero Silvio Berlusconi?
E i telegiornali?
Perché i Tg che hanno fracassato lo scroto per mesi interi con Noemi e Patrizia D’Addario, ora non raccontano minuziosamente le verità che emergono dai verbali di questa inchiesta; e cioè che alcune prostitute venivano “offerte” – a mo’ di tangenti – a politici pugliesi del Pd, da imprenditori che in cambio ne ricavavano appalti nel settore sanitario? E perché non si racconta che, oltre al già noto Tarantini, v’è almeno un altro imprenditore coinvolto (secondo gli inquirenti), e si tratta di un imprenditore di sinistra, Enrico Intini?
A queste domande, piacerebbe avere risposte. Il silenzio che fin qui si è registrato, è inaccettabile.
Ciò detto, vediamo ora cosa racconta l’ex parlamentare dei Ds, Peppino Caldarola, sulla vera inchiesta di Bari:
“Non manca niente nello scandalo della Sanità pugliese. Il Pd è al di sotto di ogni sospetto. Ci sono le escort di lusso che venivano ospitate in un appartamento della centrale via Roberto da Bari per incontri con esponenti del Pd, ci sono le cene elettorali al ristorante da Tuccino a Polignano, ci sono incontri dello stesso tipo nella famosa e lussuosa Masseria San Domenico, c’è forse la droga, ci sono gli appalti truccati, ci sono due imprenditori coinvolti, oltre a Giampi Tarantini, compare Enrico Intini, vicino alla sinistra, accusato di turbativa d’asta, corruzione e associazione a delinquere, ci sono assessori della giunta regionale a dir poco disinvolti, c’è persino una «gola profonda», probabilmente un giovane imprenditore, che descrive al pm Pino Scelsi festini e gare falsificate, c’è una dirigente della Asl Bari 1, Lea Cosentino, vicina al Pd, indagata e destituita. La Puglia politica assiste alle continue scosse di un terremoto che riguarda da vicino il Partito democratico (…)
Il Pd assiste attonito alle continue rivelazioni che scuotono stati maggiori che sembravano solidissimi. Al centro della bufera uno degli uomini più fidati e più cari a Massimo D’Alema, l’ex vice presidente regionale Sandro Frisullo. Se crolla lui crolla una intera struttura amicale e politica costruita in venti anni di predominio nella sinistra. Frisullo è un politico di lungo corso, mai chiacchierato prima d’ora, che sarebbe coinvolto negli incontri con le escort ingaggiate da Tarantini, alcune di queste pagate mensilmente con assegni con molti zero per incontri con uomini politici di riguardo, stando a quanto scrivono i giornali locali. L’azzeramento della giunta regionale è il rimedio in extremis che ha deciso Nichi Vendola dopo una inchiesta interna condotta da un suo fedelissimo, l’assessore attuale alla Sanità, Tommaso Fiore e dopo aver chiesto ai magistrati di essere ascoltato. Chi conosce Vendola sa che non avrebbe sopportato a lungo che la sua giunta fosse al centro dell’inchiesta. Finora non risulta alcun avviso di garanzia a carico dei suoi colleghi, ma dopo aver costretto alle dimissioni i suoi assessori, il presidente ha detto, a proposito di Frisullo: «Ora avrà le mani libere per difendersi meglio». Una dichiarazione liquidatoria (…).
Inchieste giudiziarie e veleni politici caratterizzeranno il prossimo anno della giunta Vendola. Molti si chiedono che cosa farà a questo punto Massimo D’Alema. Lo scandalo pugliese si incunea nel suo sistema di relazioni sia politiche sia imprenditoriali. D’Alema deve decidere se dare una scialuppa di salvataggio per il fedelissimo Frisullo o abbandonarlo al suo destino. Ma soprattutto deve prendere le contromisure di fronte alla inquietante alleanza fra Emiliano e Vendola. Finora non ha avuto dubbi. Riconferma per Emiliano, via libera per Vendola che con il suo gruppo politico potrebbe aderire al Pd dopo il fallimento delle europee. Se Emiliano e Vendola dovessero decidere di approfittare delle inchieste per dare un colpo al dalemismo, il quadro potrebbe cambiare. Il pallino è nelle mani del sindaco di Bari Emiliano. Tutti sanno che il sindaco pensa che è arrivato il momento per giocare in proprio. La «scossa» continua“.
Quando avremo l’onore di leggere queste cose su la Repubblica, sul Corriere della Sera e su La Stampa?
Leggi altre news su per il Popolo delle Libertà.