Parla il Blasco

Creativamente è un grande momento. Ho molte cose da dire, le canzoni vengono fuori quasi da sole. È tutto il resto che è un casino. Psicologicamente sono confuso, ho frequenti sbalzi di umore. Meno male che faccio l’artista. Fossi stato un bancario, mi avrebbero licenziato chissà quante volte.

Ho molte ansie e qualche angoscia. La mia autostima, poi, è sottoterra. Non è che se migliaia di fan mi dicono che sono un dio poi io mi ci senta. Anzi: più me lo dicono, più mi sento male. Perché io lo so come sono fatto dentro. Il punto è che non esiste un solo Vasco. Dentro di me ne convivono almeno due, ma forse anche di più. Ed è una lotta continua tra le diverse personalità per il controllo delle mie azioni. Uno dei miei difetti peggiori è che cerco sempre di compiacere gli altri. Sono bravo, in questo. Ho spesso usato il mio desiderio di far contenta la gente per sedurre il pubblico dal palco. Qualcuno dirà che è un talento, ma per me non lo è. Vorrei essere duro e puro, forte. Sembro il più bravo di tutti e invece sono una frana.

In un certo senso è un miracolo che io sia vivo, con tutte le sigarette che fumo e i tranquillanti che prendo per stare calmo.

Fosse per me, non andrei mai a dormire. Ogni mattina, quando riapro gli occhi, devo cominciare tutto da zero, mi tocca ricostruirmi completamente. Mi servono almeno due o tre ore. Meno male che c’è la musica. Suonare è un piacere fisico. E a me, poi, danno pure dei soldi. Ma certi giorni sento di essere al limite, sul punto di salutare tutti e salpare verso i mari del Sud” (Vasco Rossi).

D’altra parte, se non fosse così tormentato non sarebbe il Blasco. E la sua musica non riuscirebbe ad essere polvere di stelle (a volte).

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8 Responses to "Parla il Blasco"

  • rossana says:
  • Fra says:
  • camelot says:
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  • Fra says:
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