Ott 09
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2,7 milioni di euro, all’incirca, spesi dal 1999 ad oggi: per acquistare case e terreni.
2,1 milioni di euro, all’incirca, intascati dal 1996 ad oggi: 1 milione netto incamerato per effetto di guadagni; 700.000 euro entrati in cassa grazie a querele vinte; 954.317.914 di lire introitati grazie ad una donazione della contessa Malvina Borletti.
I conti non tornano.
Antonio Di Pietro, come racconta Filippo Facci – citando una ricostruzione catastale del patrimonio immobiliare dell’ex pm, elaborata da Giulio Sansevero -, nell’arco di un decennio ha acquistato un considerevole numero di immobili e terreni. E stando alle sue dichiarazioni dei redditi, avrebbe speso molto più di quanto ha guadagnato nello stesso periodo.
Vediamo come.
Nel 1999 Di Pietro acquista due appartamenti attigui – che a seguito di lavori, ne diverranno uno solo – a Busto Astirzio, per totali 370 metri quadrati, al costo di 845.166.000 di lire. Rivenderà il tutto, nel 2004, al prezzo di 665.533,46 euro.
Il 3 gennaio 2002, poi, compra una casa di 180 metri quadrati a Roma, in via Merulana. Al costo di 400.000 euro circa. E’ l’appartamento in cui soggiorna quando è nella capitale.
Il 19 marzo 2003, invece, il figlio del leader dell‘Idv, Cristiano, acquista assieme alla moglie, Lara, un attico di 173 metri quadrati nel paesello d’origine, Montenero di Bisaccia. Alla modica somma di 200.000 euro circa. Antonio Di Pietro, in proposito, ha raccontato che il suddetto attico sarebbe stato acquistato grazie ai proventi derivanti dall’alienazione di un immobile ubicato a Curno. Racconta Facci, però, che: “Dell’operazione, così come descritta, non risulta per ora traccia catastale”.
Veniamo, poi, al 28 marzo 2003: Di Pietro compra un immobile di 190 metri quadrati a Bergamo, in via dei Partigiani. Nel medesimo giorno, inoltre, sua moglie acquista – nello stesso stabile – un monolocale di 48 metri quadrati. Alle due unità immobiliari, infine, vanno aggiunti due cantine ed un garage. Totale dell’esborso: tra i 700 e gli 800.000 euro.
Il primo aprile 2003, poi, Antonio Di Pietro dà vita alla An. To. Cri: una società a responsabilità limitata, dal capitale sociale di 50.000 euro, che ha – sostiene Facci – un “obiettivo non dichiarato”. Vale a dire: la “gestione immobiliare” delle case dell’ex pm.
A questo punto, è bene ricordare alcune cose: innanzitutto, il partito Italia dei Valori è gestito, essendone una diretta emanazione, una sua proprietà, dall’associazione Italia dei Valori. Quest’ultima, vede come soci: Antonio Di Pietro (che ne è il presidente), sua moglie, Susanna Mazzoleni (che è subentrata nel 2004), e Silvana Mura, che è anche la tesoriera del partito Italia dei Valori. I soldi del finanziamento pubblico, inoltre, vengono gestiti dall’associazione, e non dal partito che pure, a termini di legge, dovrebbe esserne il legittimo percettore (e per questo motivo, la Corte dei Conti ha avviato un’inchiesta su Di Pietro). Per dare qualche cifra: l’Italia dei Valori, a titolo di finanziamento pubblico, ha ricevuto dalla sua nascita fino al 2007, qualcosa come 20 milioni di euro. Memorizzate questi dettagli.
Il 20 aprile 2004, la An. To. Cri. compra un appartamento di 188 metri quadri, ubicato in via Felice Casati a Milano. Costo della transazione: 614.500 euro. Dopodiché, come racconta Facci:
“Subito dopo l’acquisto, la società affitta l’appartamento al partito dell’Italia dei Valori per 2.800 euro al mese, cifra che va a coprire e superare la rata mensile del mutuo che intanto è stato acceso dalla stessa An. To. Cri.. Antonio Di Pietro cioè affitta ad Antonio Di Pietro e Silvana Mura versa soldi a Silvana Mura: i soldi sono sempre quelli del finanziamento pubblico. In concreto significa che Di Pietro, cioè la An. To. Cri., con il denaro pubblico del partito, cioè dei contribuenti, acquista casa per sé”.
Proseguiamo.
Il 7 giugno del 2005, la An. To. Cri. acquista un immobile di 235 metri quadri a Roma, in via Principe Eugenio. L’importo è pari ad 1.045.000 euro. Anche in questo caso, la società di cui Di Pietro è socio unico, fitta il suddetto immobile al partito guidato dallo stesso Di Pietro, alla modica somma di 54.000 euro annui, che – dice Facci – “coprono il mutuo acceso nel frattempo. Di Pietro acquista e affitta a se stesso. Ma con soldi pubblici”. E, continua ancora il giornalista:
“In seguito ad articoli di stampa e interpellanze parlamentari che scoprirono l’altarino, Di Pietro nel 2007 deciderà di vendere l’immobile a 1.115.000 euro. Il giochino però continua tranquillamente per l’appartamento milanese di via Casati. A tutt’oggi”.
Veniamo al 23 dicembre 2005: Susanna Mazzoleni, la moglie di Di Pietro, acquista due appartamenti in via del Pradello a Bergamo, per un importo pari a 400 o 500.000 euro.
Qualche mese dopo, il 16 marzo 2006, Antonio Di Pietro mette ancora mano al portafogli e acquista, al costo di 261.661 euro, una casa di 178 metri quadri in via Antonio Locatelli a Bergamo.
Il 6 aprile 2007, poi, l’ex pm acquista a Montenero di Bissaccia, una masseria ubicata dinanzi ad un’altra che è sempre di sua proprietà. Costo dell’operazione: 70.000 euro, cui vanno aggiunti 150.000 euro per la ristrutturazione.
Sempre nel 2007, poi, il leader dell’Italia dei Valori rimette a nuovo la masseria ricevuta in eredità dal padre, al costo di 300.000 euro. Va anche detto, sottolinea Facci, che:
“Nella stessa zona, Di Pietro possiede 33 “frazionamenti”, ereditati o acquistati da parenti e familiari, per complessivi 16 ettari. I suoi terreni confinano inoltre con quelli che la sorella Concettina ha ricevuto a sua volta in eredità”.
Siamo ancora nel 2007, in questo caso parliamo di Cristiano Di Pietro: questi compra, in località Montenero di Bisaccia, due lotti di terreno di 700 metri quadri. Costo della transazione: 150.000 euro.
Veniamo, poi, al 2008: Tonino Di Pietro acquista un appartamento di 60 metri quadri a Milano, in piazza Dergano. Per un importo che va dai 250 ai 350.000 euro.
In conclusione.
2,7 milioni di euro, circa, spesi dal 1999 ad oggi, per comprare terreni e case; 2,1 milioni di euro, grossomodo, incamerati dal 1996 ai giorni nostri.
I conti non tornano.
P.S.: l’importo di circa 2,7 milioni di euro, ovviamente, non tiene conto delle somme sborsate dalla moglie e dal figlio di Di Pietro, per acquistare case o terreni.
Aggiornamento del 31 ottobre 2012.
Con tre anni di ritardo, la Gabanelli scopre che ci sono diverse anomalie negli acquisti immobiliari di Antonio Di Pietro. Ecco il video dell’ultima puntata di Report.
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