Ott 09
27
Oltre
“Perché quando si scopre che un personaggio pubblico si accompagna con prostitute trans se ne fa un caso “peggiore”, che diventa meno grave se ad essere frequentate sono prostitute “normali”? ?E’ una domanda ricorrente, che non può trovare una risposta razionale, che non sia quella del pregiudizio, in base al quale si giudicano peggiori le scappatelle con le persone “peggiori”.
Leggendo i giornali e guardando i servizi televisivi delle varie testate giornalistiche l’attenzione morbosa è sulle preferenze intime del personaggio di turno. Non sul tradimento, sull’immoralità personale, ma sulla “morfologia” dell’accompagnatrice. E’ amaro constatarlo, ma la stampa si sta comportando in modo assolutamente inqualificabile , parlando di “prostituti” , declinando tutto al maschile, e descrivendo le persone transessuali (TUTTE e nessuna esclusa) come prostitute volgari ed eccessive, dedite all’uso di sostanze stupefacenti e protagoniste di torbidi festini . C’e’ invece un mondo mai raccontato, mai alla ribalta dei riflettori televisivi, che è quello delle persone transessuali che lavorano (o che cercano disperatamente di lavorare, tra mille soprusi, discriminazioni ed umiliazioni), che hanno principi morali ineccepibili, che sono sposate o regolarmente conviventi, che hanno titoli di studio qualificati (lauree, diplomi), e che non si iscrivono negli albi delle “professioniste del peccato” o del sesso, ma degli architetti, degli ingegneri, degli avvocati, dei medici, fino a diventare dirigenti del SSN” (Francesca Eugenia Busdraghi, continua su Libertiamo.it).