Partito democratico e Mafia
Il Partito democratico non ha solo rapporti organici con la Camorra e con la ‘Ndrangheta (come ha raccontato anche Roberto Saviano): il Partito democratico ha anche colleganze con la Mafia.
A testimoniarlo, non solo i Comuni siciliani ch’esso guidava, e che sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose (penso a Siculiana e a Canicattì, ad esempio), ma anche un atteggiamento alquanto disinvolto nei confronti di personaggi non proprio immacolati, diciamo così.
Pensiamo, ad esempio, a Vladimiro Crisafulli: già esponente e parlamentare dei Ds, è stato filmato – ed intercettato – mentre intratteneva un colloquio d’affari con il boss di Enna, Raffaele Bevilacqua (uomo vicino a Bernardo Provenzano). Al Nazareno, questo episodio non ha creato imbarazzo alcuno; e, infatti, Crisafulli è stato tranquillamente candidato alle Politiche del 2008. Oggi è senatore.
C’è anche qualcos’altro che lo riguarda. Nell’aprile scorso, il pm di Enna, Alessandro Severi, ha chiesto per Crisafulli una condanna a 13 mesi di reclusione, per interruzione di pubblico servizio, blocco stradale e resistenza a pubblico ufficiale, in relazione ad una protesta organizzata dallo stesso, in concorso con altri, per il mancato riconoscimento dell’Università Kore.
Ciò che deve far riflettere, tuttavia, è il fatto che a Crisafulli e ad altri personaggi “chiacchierati” come lui, i vertici nazionali del Pd non abbiano mai chiesto di fare un passo indietro. Ed anzi: in alcuni casi, al Nazareno hanno preferito schierarsi con queste persone, piuttosto che con chi ne chiedeva l’espulsione. Una situazione paradossale. A tal punto, che gli stessi vertici nazionali del Pd hanno finito per avallare la giubilazione, decisa a livello locale, di chi si opponeva ai vari Crisafulli.
E’ successo a Giuseppe Arnone: cacciato dal Pd, solo perché denunciava i legami tra esponenti del suo partito e la Mafia. Ora si è rivolto alla Magistratura:
“E’ incredibile che io, che da anni mi batto contro le infiltrazioni mafiose nella politica degli affari, debba rivolgermi ad un giudice per impedire a un personaggio del genere e ai suoi sodali di cacciarmi dal partito”.
“Voglio chiarire le ragioni per le quali il gruppo di potere siciliano che ha quali capi Vladimiro Crisafulli e Angelo Capodicasa vuole impedire che io sia (…) uno dei dirigenti del Pd in Sicilia, solo perché ho posto con forza la evidente incompatibilità statutaria, prima ancora che etica, politica, morale, che doveva impedire la ricandidatura di Mirello Crisafulli e Angelo Capodicasa alle elezioni del 2008”.
“Entrambi sono stati candidati ed eletti perché fu D’Alema a vincere quella battaglia”.
“Non sono un caso, né una eccezionale coincidenza le condanne in primo grado di uno dei “gemelli politici” di Capodicasa, il signore delle tessere, Calogero Gueli, del figlio e del genero, a complessivi 20 anni di carcere. Il figlio di Gueli è dentro anche per aver pestato un oppositore politico del padre, Giuseppe Sferrazza, servendosi dell’aiuto di un uomo già coinvolto nell’omicidio di un carabiniere”.
“Per questo episodio Gueli ebbe il massimo di solidarietà e copertura politica, gli misero addirittura a disposizione i locali della federazione quando in un’occasione ritenne pure di attaccare la magistratura che lo inquisiva”.
“Per la irresponsabilità di Capodicasa vale anche la pena di ricordare il totale silenzio degli ex Ds quando lo scorso anno Gueli ha pubblicamente lanciato, nei miei confronti, un’ampia sequela di minacce di morte, auspicando tra l’altro che venissi “squartato come un suino, da due cavalli spinti in opposte direzioni””.
“Pure a Siculiana gli amministratori che hanno subito lo scioglimento per mafia e andranno adesso a processo, sono tutti uomini di Capodicasa e anche lì silenzi, omertà, coperture. E che dire di Canicattì dove il sindaco diessino, talmente generoso da candidarsi alle regionali per portare i voti necessari a garantire la rielezione di Capodicasa, è stato condannato con l’aggravante di mafia (il consiglio è stato sciolto). A Favara si è ritenuto normale, da parte di Capodicasa e del gruppo dirigente diessino, ricandidare il sindaco uscente malgrado avesse un’imputazione di associazione per delinquere (…) mentre a Ribera vi è una storia simile a quella di Crisafulli”.
Un ultimo dettaglio: Crisafulli e Capodicasa, in quanto dalemiani, hanno sostenuto Pier Luigi Bersani alle primarie del Pd.
Aggiornamento e rettifica:
In data 25 novembre 2009, Calogero Gueli è stato assolto dall’accusa di concorso in associazione mafiosa.
Leggi altre news su per il Popolo delle Libertà.
noto che metti i legami con associazioni a delinquere solo quelli in cui è coinvolto il pd, però ti dimentichi che un po tutti i partiti hanno qualcuno che ci collabora e ne evidenzi sempre e solo questi; anzi mi sa (non voglio dire cazzate, corregimi se sbaglio), che solo idv non ha attualmente nessuno infatti, è l’unica che la combatte ciò lo dimostra l’agenda rossa
Risposta a francisc:
L’Italia dei Valori? Leggi qui.
il dramma e’ che invece di distanziarsi dai figuri locali, i partiti, che in linea di principio non possono essere responsabili delle azioni dei singoli, poi sembrano non farne a meno.
vale per tutti, ahime’*. ci sono accuse, condanne, contro accuse, appelli, ma nella sostanza non si entra mai. la soluzione non e’ cercare le mele bacate in ogni partito (come i populisti e i forcaioli vorrebbero fare), la soluzione e’ levare dalle grinfie della politica alcune competenze. un nome su tuttti? le asl. cominciamo da li e vedremo quanto sara meno appettibile per la criminalita’ infiltrarsi nella (o mascherarsi da) politica. altrimenti per uno che ne cacci, 3 ne arruolano. un ladro ben motivato entra pure al louvre, bisogna evitare che ci sia il motivo dell’infiltrazione non cercare di arginarle sommariamente.
ps. ovviamente non sto dicendo che non vadano cercate le responsabilita’ personali dei singoli e di chi li copre.
Risposta a ruys:
Io sono più pessimista, ma solo perché sono napoletano. E penso che la criminalità organizzata, per quanto la si possa arginare, è impossibile da estirpare. Anche perché è ovunque, e non si presenta con la coppola in testa…e comunque a Roma, difficilmente capiscono cosa sia la criminalità organizzata, ne hanno un’idea molto vaga (diciamo anche che non gliene fotte una mazza)….
non so se sono ottimista, ma credo sia evidente come la totale soggezione delle asl alla politica locale sia portatrice di corruzione dall’interno e attiri criminalita’ dall’esterno. e che una risposta preliminare dovrebbe essere limitare la presenza della politica in certi settori. io non trovo troppo scandalo ormai nei discorsi da “vergini” ad esempio da parte del pd, perche non do troppa bada alla propaganda: sono piu preoccupato da cosa questo gioco dialettico tra le parti nasconda. non vorrei fare questo esempio perche voglio fare un discorso in generale, ma ad esempio a te pare normale che un governo di centro destra nomini come commissario alla sanita’ bassolino? c’e qualcosa di estremamente beffardo in tutto cio.
Hai ragione ad essere pessimista, ma oltre al danno si aggiunge la beffa quando il sistema giudiziario o la magistratura e’ andata rotoli e ha permesso un sistema di illegalita’ diffusa.
il vero dramma e’ che “COLLEGANZE” non e’ italiano.
Risposta a Michael:
Ha proprio ragione! Devi essere un elettore di Di Pietro….
Risposta a ruys:
Ovvio che no. La nomina di Bassolino è stata vergognosa. Ma forse mirava a far sì che continuasse lui ad essere responsabile dello sfacelo campano…
Risposta a bruno:
Nel Mezzogiorno tutto è illegalità, purtroppo…
Il 25 novembre 2009, la quarta sezione della Corte d’Appello di Palermo ha assolto Calogero Gueli dal reato di concorso esterno in associazione delinquenziale di stampo mafioso, per non aver commesso il fatto. Io non so se Arnone sia un tipo scomodo; so solo che egli ha da intentato una guerra giudiziaria e mediatica contro Gueli. Sempre per restare ai fatti: alla fine Arnone ha sempre subito disfatte in tutti i processi nei quali è stato, a vario titolo, contrapposto a Gueli. Citiamo, siamo nel 2008, l’assoluzione perchè “il fatto non sussiste” pronunziata dalla Corte di Appello di Palermo, per il presunto abuso edilizio che Gueli avrebbe commesso per avere costruito, a detta di Arnone, una villa con piscina abusiva. Tutto quanto solo per rimanere ai fatti e non alle opinioni o desiderata.
Il signor Arnone purtroppo conosce un unico sentimento:l’INVIDIA. Si arroga il diritto di moralizzatore,ma in tutti i processi , in cui perseguita (ormai lo hanno capito anche i bambini),il CORRETTISSIMO On. Gueli,ne e’sempre uscito con le ossa rotte. Se il signor Arnone somigliasse in parte all’ On. Gueli non saremmo in pericolo. L’On. Gueli ha sempre combattuto la mafia.ha sempre agito nella legalità , è di una onestà intellettuale palpabile, ed ha sempre uno sguardo carezzevole verso i deboli e gli indifesi
Purtroppo c’e’ gente che conosce un unico sentimento:l’INVIDIA.Gente che si arroga il diritto di moralizzatore, ma in tutti i processi, in cui si perseguita (ormai lo hanno capito anche i bambini),il CORRETTISSIMO On. Gueli,ne sono sempre usciti con le ossa rotte.Se piu’ uomini somigliassero in parte all’ On. Gueli non saremmo in pericolo.L’On. Gueli ha sempre combattuto la mafia, ha sempre agito nella legalita’,e’di onesta’ intellettuale palpabile,ed ha sempre uno sguardo carezzevole verso i deboli e gli indifesi.
All’Esimio On.Gueli. Questa mia riflessione nei suoi riguardi e’ spontanea e sincera. Purtroppo la “vita”si e’ divertita a ferire discriminando un onesto galantuomo,qual’e’ l’On. Gueli,ripagato con ignominia e calunnia da amici e delatori.Lo sbaglio mai ammesso,presto o tardi, ricadra’su coloro che ingiustamente gli hanno fatto del male in perfetta malafede,ma il buono e bravo On. Gueli si distinguera’ sempre come uomo schietto e libero,ma soprattutto giusto,e,come uomo politico che e’ sempre stato e sempre sara’ e che IDDIO lo benedica.