La Finocchiaro sia seria e smetta di mentire sul processo breve

Un annetto fa, dava prova di una spregiudicatezza e di un cinismo raccapriccianti, sentenziando:

Il reato di immigrazione clandestina non esiste in alcun Paese al mondo, nemmeno negli Stati Uniti d’America che pure hanno problemi di immigrazione da sempre”.

Come noto, invece, il reato d’immigrazione clandestina esiste negli Usa, così come in Germania (dov’è stato introdotto dai socialisti), nel Regno Unito, in Francia, in Belgio, in Olanda, in Svizzera e finanche nella Città del Vaticano.

Evidentemente, la Finocchiaro pensava di poter coglionare gli italiani, o semplicemente i propri elettori, propinando loro una sesquipedale menzogna.

Si dirà: in fondo tutti i politici mentono. E una frottola, per quanto grossa, la si perdona a chiunque. Senz’altro.

Il problema, però, è che la Finocchiaro mostra di essere recidiva. E di usare la menzogna come strumento abituale di lotta politica.

Qualche giorno fa, infatti, parlando degli effetti che potrebbe avere il ddl che mira ad introdurre il cosiddetto “processo breve”, ha dichiarato:

Processi come Eternit, Thyssen, Cirio e Parmalat andranno al macero”.

Fortunatamente per il Paese, è falso: se dovesse essere approvato il ddl di cui sopra, i succitati processi seguiterebbero ad essere celebrati, e non sarebbero sottoposti al termine dei sei anni di durata (oltre i quali scatterebbe la prescrizione).

La Finocchiaro, dunque, ha mentito nuovamente.

Come se non bastasse, poi, si è scoperta un’altra cosa. E cioè che la capogruppo al Senato del Partito democratico, nel luglio 2006, presentò una proposta di legge del tutto analoga a quella oggi formulata dal centrodestra.

Di più.

Mentre il disegno di legge che porta la firma di Gasparri e Quagliariello, stabilisce che debbano durare sei anni solo i processi a carico degli incensurati, e sempreché siano istruiti per giudicare “reati di non elevata pericolosità sociale”; la proposta di legge avanzata nel 2006 dalla Finocchiaro, era tesa ad introdurre il “processo breve” per tutti i reati in corso, finanche quelli di mafia!

Ma nemmeno questo, basta. Perché il ddl sottoscritto dalla Finocchiaro, non faceva altro che ricalcare una proposta di legge formulata nel 2004 da altri suoi colleghi di partito. Vale a dire: l’ex magistrato di Cassazione e presidente della Corte d’assise a Torino e Pinerolo, Elvio Fassone; l’ex magistrato e collaboratore di Giovanni Falcone, Giuseppe Ayala; l’allora responsabile giustizia dei Ds, Massimo Brutti; l’avvocato Guido Calvi; e l’ex pm che anni prima aveva indagato su Massimo D’Alema, Alberto Maritati.

Se questa proposta di legge finalizzata ad introdurre il “processo breve” fosse stata approvata, avrebbe prodotto danni:

“I processi allora in corso sarebbero stati dichiarati prescritti: in primo grado, in appello e in Cassazione. Tutti, anche quelli per i reati di mafia, di terrorismo, di pedofilia, di sequestro di persona, di furto aggravato, di circonvenzione di incapace, di sfruttamento dell’immigrazione clandestina, traffico di rifiuti, sfruttamento della prostituzione minorile, stragi. Invece esclusi dall’attuale testo del Pdl”.

Ancora. Se la pdl avanzata dagli esponenti dei Ds fosse divenuta legge della Repubblica, sarebbe caduto in prescrizione anche il processo intentato a carico di Cesare Previti, e che ha portato alla sua condanna.

Ecco, se la Finocchiaro e i dirigenti del Pd fossero persone serie, userebbero argomenti diversi contro il ddl presentato dal centrodestra.

Ad esempio il silenzio.

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23 Responses to "La Finocchiaro sia seria e smetta di mentire sul processo breve"

  • Simone82 says:
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