Nov 09
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Direi di partire da qui, dal Ddl di riordino dei servizi pubblici locali, presentato dal centrosinistra nella scorsa legislatura, e che mirava alla “privatizzazione dell’acqua” (formulazione decisamente impropria):
Come avrete notato, tra i firmatari di quella proposta di legge vi erano anche Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro. Precisamente chi, oggi, grida allo scandalo perché il centrodestra vuole liberalizzare i servizi pubblici locali e “privatizzare l‘acqua“.
Naturalmente, per questa ragione, Bersani e Di Pietro dimostrano di essere soltanto due cialtroni. Due politicanti privi di onestà intellettuale e morale.
Detto questo, vediamo di affrontare la questione più importante: davvero il centrodestra è intenzionato a privatizzare l’acqua?
Ovviamente no! Trattasi di un’assoluta, sesquipedale cazzata.
Il cosiddetto ddl salva-infrazioni, molto più modestamente, ha queste finalità:
“Il progetto governativo firmato da Fitto e Calderoli non prevede alcuna privatizzazione dell’acqua – il che vorrebbe dire, ovviamente, dei sistemi di gestione e distribuzione – e non è in alcun senso rivoluzionario”.
“Quello di cui si discute in Italia è solo se la gestione di acquedotti e reti debba essere lasciata in mano ai monopolisti attuali oppure se essa debba essere affidata tramite gara. Si tratta insomma di vedere se quello che c’è oggi va bene (come sembrano dirci i difensori dello status quo), oppure se non vi siano imprese disposte a farsi avanti per proporre una gestione dell’acqua potabile e delle fognature con standard qualitativi più alti e prezzi inferiori”.
“Lo spirito è quello di introdurre modalità di gestione efficiente di un servizio complesso, che va dalla captazione della risorsa idrica, il suo trasporto e potabilizzazione, e poi lo smaltimento dei reflui”.
“Quello di cui si discute sono le modalità di affidamento della gestione del servizio. Un servizio che costa, è delicato per le implicazioni sanitarie e di sicurezza, e richiede investimenti importanti per mantenere e sviluppare le reti. Oggi, più di un terzo dell’acqua che viene captata dagli acquedotti va perduta, con punte anche di gran lunga superiori alla metà”.
“Per fare tutte queste cose, servono responsabilità ed efficienza. Il sistema delle gare, che viene esteso dal progetto del governo, serve a perseguire questo obiettivo. Rendendo contendibile il mercato, si obbligano le imprese a offrire un servizio migliore. Se invece si assegna il monopolio eterno a una società pubblica, difficilmente si assisterà agli investimenti necessari: più facilmente, assunzioni facili“.
Ciò precisato, va ancora sottolineato qualcosa.
Quando il governo Prodi presentò il ddl sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, le forze comuniste della sua maggioranza vi si opposero utilizzando proprio il falso argomento della “privatizzazione dell’acqua”:
“Per la ministra Lanzillotta è solo “un equivoco”. Ma è difficile crederle (…). Scompare la moratoria sulla privatizzazione dell’acqua, chiesta a gran voce dai parlamentari del Prc. Il provvedimento, infatti, si limita a escludere da suo campo d’azione le reti e i servizi idrici. Ma l’attuale legislazione permette agli Ato (Ambiti Territoriali Ottimali, a cui spetta il governo delle reti idriche), di privatizzare l’erogazione del prezioso liquido”.
“Il governo ferma i processi di privatizzazione dell’acqua in corso nel paese. La moratoria è stata decisa ieri al termine di un vertice che si è tenuto a palazzo Chigi e al quale hanno partecipato il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, della Solidarietà sociale Paolo Ferrero e degli Affari regionali Linda Lanzillotta, insieme al sottosegretario alla presidenza del consiglio Enrico Letta. Nel corso della riunione è stato anche deciso di dar vita a un comitato dei ministri che avrà il compito di seguire il disegno di legge sulla privatizzazione dei servizi pubblici messo a punto dal ministro Lanzillotta. La richiesta di uno stop alle privatizzazioni era stata avanzata nei giorni scorsi da numerosi esponenti della maggioranza, e sollecitata anche dal ministro dell’Ambiente. «Occorre che il parlamento approvi rapidamente una moratoria per evitare che si acceleri furbescamente con le privatizzazioni», aveva detto Pecoraro Scanio, ricordando che il programma dell’Unione indica chiaramente come l’acqua sia un bene comune e non vada quindi privatizzato. «Anche la gestione deve essere pubblica – aveva proseguito il titolare dell’Ambiente – mentre alcune attività accessorie possono essere date ai privati»”.
Devo aggiungere altro?
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