Gen 10
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Puglia, rischio scissione in casa Pd
Molti dirigenti del partito schierati a favore di Nichi Vendola mugugnano: vorrebbero poter scegliere il candidato alla Presidenza della Regione mediante primarie. Bersani, però, vi si oppone: dal cilindro ha già tirato fuori il nome di Francesco Boccia, per far contento Casini, e non intende fare marcia indietro.
Per tale ragione, gli scontenti – un composito arcipelago che include i franceschiniani, una parte dei bersaniani e dei mariniani, e i supporter di Michele Emiliano – minacciano la scissione: o il partito accetta che il candidato venga scelto dal “popolo dei gazebo”, o essi daranno vita alla lista scissionista “Democratici per Vendola” e sosterranno la candidatura del Governatore uscente.
Fabiano Amati, attuale assessore regionale pidino alle Opere Pubbliche:
“Sarà chi assumerà la decisione di candidare Boccia senza le primarie a scindersi dal Pd”.
Alberto Losacco, luogotenente pugliese di Franceschini:
“E’ paradossale che non vogliano le primarie proprio quelli che hanno vinto sull’idea del partito solido. Che paura hanno? Se il partito è solido, vincerà Boccia”.
“Se non si fanno le primarie, previste dal nostro statuto, si creerà uno strappo democratico ed è chiaro che qualcuno potrà sentirsi legittimato a fare una lista per Vendola”.
Lo stesso Dario Franceschini, via Twitter, ha dichiarato:
“Le primarie sono una regola fondativa e irrinunciabile del Pd: anche per i candidati a Presidente di Regione“.
Nel frattempo, e per correre ai ripari, Nichi Vendola sta cercando di ottenere – alla chetichella – una “legge ad partitum” che cancelli l’attuale soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale pugliese, altrimenti il suo movimento, “Sinistra, Ecologia e Libertà”, non riuscirà ad eleggere nemmeno un consigliere regionale.
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