Gen 10
26
Francamente a volte si fa non poca fatica a comprendere cosa passi per la testa dei dirigenti del centrodestra; ammesso, beninteso, gli stessi dispongano di una testa, cioè di intelligenza (cosa di cui non possiamo avere certezza, mancandone testimonianza).
Si fa fatica a comprendere cosa passi per la testa dei dirigenti del centrodestra, perché talvolta essi compiono scelte a tal punto masochistiche, che è impossibile afferrarne la ratio; a meno che, ovviamente, non si pensi le prendano onde procurarsi nocumento, nel qual caso, allora, è possibile comprenderne e logica e utilità.
E’ il caso, ad esempio, della nomina di D’Alema a presidente del Copasir: il comitato parlamentare di controllo dei Servizi segreti.
Trattasi di un incarico assai delicato; di un ufficio che – sempre – dovrebbe essere ricoperto da persona dotata di alcune imprescindibili qualità: assoluta democraticità; comprovata onestà; altissimo senso dello Stato e delle Istituzioni; condivisione delle alleanze occidentali.
Bene. D’Alema non ha nemmeno una di tali caratteristiche: è un ex comunista non pentito; risulta aver percepito – lo ha confessato – un finanziamento illecito per il Pci, quando ne era segretario regionale pugliese; essendo un ex comunista non pentito, non ha mai nemmeno preso le distanze dal fatto che il Pci venisse finanziato illegalmente da una potenza nemica, l’Unione Sovietica; da Ministro degli Esteri è arrivato a sostenere si dovesse dialogare con i terroristi antisemiti di Hamas; ha epurato, non ricandidandoli, Peppino Caldarola e Umberto Ranieri perché li considerava troppo filo-israeliani.
Fin qui, le questioni di principio; di politica – sia concesso – “alta”. Ma ci sono altre ragioni per contestare, e vibratamente, la nomina di D’Alema a presidente del Copasir.
Da un anno Berlusconi è sotto il fuoco incrociato di una serie di poteri forti, il cui unico obiettivo – lo abbiamo ribadito a perdifiato – è quello di farlo fuori “politicamente“; e se non vi riescono con le buone, lo abbiamo potuto appurare, allora son pronti a ricorrere finanche al gioco sporco: assoldando lo psicolabile di turno. Come “tradizione” internazionale insegna: quando c’è un personaggio scomodo, l’arma perfetta per farlo fuori è un malato di mente. Non lascia traccia dei mandanti; e se anche dovesse confessare di essere stato assoldato da qualcuno (Servizi segreti deviati, naturalmente), nessuno gli crederebbe. Un’arma perfetta, soprattutto se riesce a far fuori l’”obiettivo”.
Ora, siccome non ci si chiama Antonio Di Pietro – e dunque non si è protetti dall’immunità/impunità di cui lo stesso usufruisce – e pertanto non ci si può prendere il lusso di esternare tutto ciò che si pensa, perché altrimenti si finirebbe con l’esser querelati per diffamazione (o peggio), ci si limiterà a dire questo.
A nostro modesto parere, la nomina di D’Alema a presidente del Copasir – fortemente voluta da alcuni dirigenti dell’ex Forza Italia – faciliterà la vita a quanti vogliono far fuori (politicamente) Berlusconi.
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