Feb 10
22
Farsi male è da pirla
Quando c’è da fare incetta di potere e poltrone i politici danno il peggio di sé: come fameliche fiere in cerca di cibo, si mostrano noncuranti del sangue che devono spargere per saziarsi.
Facile criticarli quando si comportano così; e anche molto demagogico. Ma sono i cittadini – in fin dei conti – ad avere il coltello dalla parte del manico, e a decidere cosa sia giusto e cosa no.
E i cittadini mostrano ognora disappunto per le lotte – ancorché fisiologiche – che si consumano all’interno dei partiti: vorrebbero da questi unità e coesione. Sempre. Le considerano garanzia di stabilità e di buon governo. Viceversa aborriscono contrasti e divisioni perché temono possano tradursi in cattiva politica: quella del “tirare a campare” e del “galleggiamento”; quella del non decidere e del non fare.
Ecco, lo spettacolo che in questi giorni sta offrendo il Popolo della Libertà, lacerato come pare da contrasti interni, rischia di disorientarne – e non poco – l’elettorato, e di fiaccarne l’ottimismo.
Sarebbe bene che i mammasantissima del partito lo capissero, e che recuperassero senno ed equilibrio rapidamente.
Il caravanserraglio, l’ammuina e le lotte di potere disgustano l’elettore di centrodestra e potrebbero invogliarlo a disertare le urne.
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