Feb 10
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E’ che Di Pietro è fatto così; è un ciarlatano:
“Il patto è chiaro. Se De Luca è condannato si dimette”.
“Dal punto di vista legale è innocente fino a fine processo”.
“Dal punto di vista politico, e questo non è giustizialismo a vanvera, gli chiederei di dimettersi subito dopo una eventuale condanna”. Questo dichiarava Totonno il 9 febbraio, per giustificare il proprio appoggio al pluri-inquisito candidato Pd alla Presidenza della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Il fatto è che De Luca, però, ha già riportato una condanna – in primo grado – a 4 mesi di reclusione.
Ce lo racconta Maicol Travaglio:
“(…) Per strappare l’appoggio di Di Pietro, De Luca s’è impegnato con lui a dimettersi “in caso di condanna”. Ovviamente intendeva condanna di primo grado: in caso di sentenza definitiva le dimissioni sarebbero superflue, visto che per legge i sindaci, i presidenti di Provincia e di Regione condannati per reati contro la Pubblica amministrazione devono lasciare obbligatoriamente la poltrona(…) ”.
“Ma c’è una notizia che De Luca si guarda bene dal diffondere: una condanna in primo grado l’ha già subita. la prima condanna di un pubblico amministratore per gli scandali della monnezza in Campania è stata emessa proprio nei confronti suoi e dell’ex sindaco Mario De Biase il 25 giugno 2004 dal giudice Emiliana Ascoli: 4 mesi di reclusione e 12 mila euro di ammenda a De Luca e 6 mesi e 16 mila euro a De Biase per aver violato le norme igienico-sanitarie del decreto Ronchi autorizzando lo sversamento di rifiuti (una montagna di 20 mila tonnellate) in un sito di stoccaggio provvisorio e abusivo a Ostaglio, una piazzola a ridosso della Salerno-Reggio Calabria (…)”.
“Il 26 gennaio 2010, nel processo di appello per la discarica abusiva, il pg Ennio Bonadies ha comunicato che il reato contestato ai due imputati è prescritto. De Biase ha detto di voler rinunciare alla prescrizione per essere assolto nel merito. De Luca pare di no (…)”.
Di Pietro è proprio un paraculo.
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