Feb 10
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Il copione è sempre lo stesso: i Radicali partecipano ad una competizione elettorale, e poi ad un certo punto decidono di farsi pubblicità denunciando complotti ai loro danni, onde ottenere maggiore attenzione dai media.
Nostra Signora delle Tasse, al secolo Emma Bonino:
“Ho fatto le analisi del sangue stamattina e sono pronta a uno sciopero della fame e della sete contro la strage di legalità che ci discrimina nelle presenze in Rai e nella raccolta delle firme per le liste regionali. Perciò fatemi la grazia, per il rispetto che penso di meritare, e parlate di questa mia costosissima iniziativa non violenta di speranza e di lotta”.
E‘ in atto, aggiunge:
“Una discriminazione continua dei Radicali, tagliati sistematicamente fuori dalle trasmissioni e dai tg Rai, uno stravolgimento delle leggi elettorali regionali a campagna in corso e soprattutto un vero e proprio sabotaggio della raccolta di firme per la presentazione delle liste”.
Inoltre, la Bonino si scaglia contro gli esponenti del Pd (con cui è alleata nel Lazio), perché:
“Non hanno trovato il tempo di adempiere all’autenticazione delle firme e dei moduli di raccolta mandati ovunque a nostre spese, violando così l’articolo 4 della legge 43 del 1995 e impedendoci di comparire sulle schede elettorali”.
Infine, lancia un ultimatum al Governo, invocando addirittura il varo di una legge ad personam:
“Un decreto che abolisca la raccolta firme, la dimezzi, la procrastini… Insomma, facciano quel che credano – tanto di decreti last minute ne abbiamo contati a iosa negli ultimi anni – purché facciano”.
Ricapitolando.
La Bonino lamenta il fatto che i Radicali vengano censurati dalla Rai: sarà per questo che l’11 febbraio scorso ha partecipato per due ore alla trasmissione Annozero (come documenta il video pubblicato all’inizio di questo post).
Inoltre, è inviperita perché il suo partito non riesce a raccogliere le firme necessarie a presentare le liste alle Regionali, e pretende – non si capisce in base a quale principio – che le altre formazioni politiche (contro cui i Radicali si candidano) si diano da fare per aiutarlo. Scontata la replica – a nome del Pd – di Rosy Bindi:
“Non capisco perché dovremmo aiutarli dove sono candidati contro di noi. E se proprio hanno bisogno del nostro aiuto per autenticare le firme, non sia Emma a portare avanti la battaglia. Lei si concentri nel Lazio”.
“Le perplessità che ho sempre avuto sul nome che abbiamo scelto ora crescono. Io speravo che, accettata la candidatura da parte dell’intera coalizione, Emma Bonino non approfittasse della sua posizione per fare le battaglie radicali. Invece ne sta approfittando. E questo non è accettabile”.
Ed è proprio nell’ala cattolica del partito guidato da Bersani, che si registrano le critiche più forti nei confronti dell’esponente Radicale.
“È totalmente inopportuno dal punto di vista politico che, chi ha la rappresentanza del tutto, si candidi contro il tutto. Bene le liste radicali, ma la Bonino non può essere capolista”.
E sullo sciopero “minacciato“ dalla Bonino, chiosa:
“Gli elettori non ci capiscono”.
“Trovo che lasciar correre la Bonino a briglie sciolte, senza governare la situazione, sia un errore politico da matita blu”.
A quanto riferisce Monica Guerzoni sul Corriere della Sera, inoltre:
“I «popolari» del Lazio sono furiosi e meditano iniziative clamorose: una fiaccolata, o un contro-sciopero della fame, per protestare contro la Bonino capolista”, e “più d’uno avrebbe suggerito di cambiare candidato in zona Cesarini”.
L’armonia regna sovrana, insomma.
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