Arrestato l’ex vice governatore della Puglia, Sandro Frisullo. Solidarietà a lui
Se fosse stato arrestato il giorno dopo la chiusura delle urne, qui nemmeno si sarebbe commentata la notizia; o, quantomeno, il commento sarebbe stato ben diverso. Il problema è che Sandro Frisullo, l’ex vice di Vendola alla guida della Regione Puglia, è stato arrestato a 10 giorni dal voto, e ciò rischia di incidere pesantemente sull’esito del medesimo. Ed è intollerabile: per ragioni di principio, ma non solo.
E’ intollerabile perché Frisullo è stato tradotto in carcere non perché a suo carico sia stata emessa una sentenza definitiva di condanna (nel qual caso nessuno avrebbe proferito verbo), ma perché gli si è applicato il regime di custodia cautelare, la carcerazione preventiva; e quest’ultima, come dovrebbe essere noto, può essere autorizzata in tre casi: pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato.
Siccome, però, Frisullo è sotto indagine da circa un anno, ci si chiede: se avesse voluto fuggire, non l’avrebbe già fatto? Se avesse voluto inquinare le prove, non ne avrebbe già avuto tutto il tempo? E visto che non è più vice presidente della Regione Puglia, e quindi non dispone più del potere che gli avrebbe consentito di commettere i reati che la Procura di Bari gli addebita, come cacchio avrebbe potuto reiterare il reato – o i reati – di cui è accusato? E’ un mistero.
E’ intollerabile l’arresto di Frisullo, inoltre, perché puzza di “operazione politica”; d’altra parte la Procura di Bari, e non da oggi, è come la Procura di Milano: agisce sulla base di interessi politici ben precisi; è costituita quasi per intero da “militanti” di Magistratura Democratica; e condanna o assolve a seconda del volere e della convenienza di alcuni signorotti che spadroneggiano – e da troppo tempo – in quel di Puglia.
Alcune vicende possono aiutare a spiegare quanto su asserito: Michele Emiliano, quando era pubblico ministero in quella Procura, mise sotto indagine alcuni fedelissimi di D’Alema (il satrapo di Puglia) con un’inchiesta denominata “Arcobaleno”. “Naturalmente” – nel senso che diversamente non poteva andare (diciamo francamente) – gli amici di D’Alema, alla fine dell’indagine, furono dal primo all’ultimo tutti scagionati. E il buon Emiliano venne ricompensato con la candidatura a Sindaco di Bari. Mera coincidenza.
Correva l’anno 1994. Un altro pubblico ministero di quella Procura, Alberto Maritati, stava indagando su alcuni presunti illeciti commessi a danno della sanità regionale. Per questo motivo ebbe ad imbattersi nell’imprenditore Francesco Cavallari: considerato da tutti, allora, il Ras della Sanità pugliese. Costui, per aggiudicarsi appalti ed altro, “oliava” i partiti di quella Regione, e i politici che li governavano. E olia oggi, e olia domani, il Cavallari finì per oliare – con 20 milioni di lire destinati al Pci pugliese – Massimo D’Alema: lo statista de noantri.
Baffino, e lo confessò in Tribunale, da Cavallari aveva accettato di buon grado il finanziamento illecito di cui sopra. Siccome, però, la “dazione” era stata fatta nel 1985, e da allora erano trascorsi molti anni, il reato finì in prescrizione prima ancora che il processo giungesse a conclusione; per questo motivo, Massimino D’Alema fu esonerato dall’onere di far visita alle patrie galere. Maritati, il pubblico ministero di quel processo, invece, chissà perché – ripetete con me: chissà perché! – anni dopo fu “nominato” da D’Alema senatore dei Ds, prima, e poi sottosegretario nel suo governo (oggi è senatore del Pd). Una mera coincidenza, naturalmente. Come nient’altro che una coincidenza è il fatto che Cavallari, nell’agosto del 2009, intervistato da Panorama abbia dichiarato (senza venire successivamente né smentito né querelato dai chiamati in causa):
“Io consegnai personalmente a D’Alema 20 milioni in contanti in una busta bianca durante una cena a casa mia. Ma non finì lì. In altre due occasioni gli diedi due finanziamenti illeciti da 15 milioni che gli portai al consiglio regionale. Successivamente gli feci avere altre due tranche sempre da 15: in tutto 80 milioni di lire”.
Ma nell’inchiesta si è sempre parlato solo di 20 milioni (sottolinea il giornalista).
“Nell’agenda inizialmente annotai il nome “D’Alema“ poi, vista la cresciuta confidenza, lo indicai coma “Massimo”. Maritati non mi ha creduto”.
Ecco, se disponessimo dell’immunità/impunità parlamentare di cui si avvale Di Pietro per calunniare e diffamare chiunque, senza patirne le conseguenze, aggiungeremmo altro; siccome, però, ne siamo privi, ci asterremo dal commentare questo inquietante episodio.
Andiamo avanti.
Sempre l’ex pm pugliese Alberto Maritati, l’intimo amico e “salvatore” di Massimino D’Alema, sarebbe al centro del complotto (su cui oggi s’indaga) ordito ai danni del Cavaliere, e concretatosi – come ricordiamo tutti – nella visita a Palazzo Grazioli della escort Patrizia D’Addario: la damigella di registratore munita. A dirlo non è il sottoscritto, ma Maicol Travaglio: l’ex dipendente di Berlusconi poi passato all’altra sponda (e in tutti i sensi).
E, guarda caso, proprio l’amichetto di Maritati, Massimino D’Alema, pochi giorni prima che scoppiasse l’affaire D’Addario apertis verbis lasciava intendere di essere già al corrente di tutto:
“L’opposizione sia pronta in caso di scosse”.
“Nella vicenda italiana potranno avvenire delle scosse anche perché Berlusconi non è uomo che accetti il declino politico e umano, animato com’è da un mito dell’eterna giovinezza, miti sempre pericolosi”.
“Ciò richiede che l’opposizione sia in grado di assumersi le proprie responsabilità e anche che sia nella pienezza delle sue funzioni”.
La Procura di Bari indagava sulla D’Addario; Maritati, avendo lavorato nella stessa e conservando ancora vividi rapporti amicali con alcuni inquirenti lì impiegati, da uno – o più – di essi ricevette la “soffiata”; la spifferò, quindi, al “compagno di prebende” D’Alema; e quest’ultimo, alla fine, non riuscì a fare a meno di divulgarla urbi et orbi con la dichiarazione summenzionata (uno più uno, dalle mie parti, fa solo e soltanto due).
Per tutte queste ragioni, qui si è convinti che se oggi, a 10 giorni dalle votazioni, la Procura di Bari ha deciso di arrestare Frisullo, non è perché ragioni tecnico-giuridiche lo rendessero necessario.
Se oggi, a 10 giorni dalle votazioni, si è arrestato Frisullo, è solo perché si voleva aiutare qualcuno. E questo qualcuno, che sta a sinistra, aveva bisogno di qualcosa che danneggiasse Vendola (di cui Frisullo è stato vice), mettendolo in difficoltà, per rendergli – quantomeno – più ardua la riconferma in Puglia (un “laboratorio politico”, per taluni).
Per questo motivo, qui non si può che esprimere solidarietà a Sandro Frisullo.
Leggi altre news su per il Popolo delle Libertà.
Questo arresto dimostra una sola cosa……..la magistratura non ha colore politico.
Come mai quando indagano uno di sinistra questo si DIMETTE mentre quando ad essere indagato è uno di destra si grida allo scandalo?
Ultima curiosità, ma Travaglio lo leggi o ne parli per sentito dire?
Infine leggiti questa bella intervista a Vendola (da cornice):
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201003articoli/53250girata.asp
RIsposta a carlo:
Perdonami, ma perché non leggi i post prima di commentarli?
Camelot dice:-RIsposta a carlo: Perdonami, ma perché non leggi i post prima di commentarli?-
Camelot… Io invece sono sicuro che i post li leggono, eccome! Solo che sono esperti a MENAR IL CAN PER L’AIA… Capisci a me.
Ciao.
p.s. Scusa Cam, volevo dirti che faccio fatica ad aprire il tuo sito, nel senso che ci metto tempo… Problemi?
Caio.
c’è una cosa che non torna nel post: se la procura di bari è schierata ed è amica di D’Alema, perchè avrebbe arrestato frisullo, dalemiano doc, a 10 gg dal voto?
Risposta a gigi:
Ottima domanda: perché D’Alema si è abbeverato, ha attinto, a Sun Tzu. Sa che per vincere una guerra si può, si deve, sacrificare qualcosa o qualcuno, anche di vicino. Il suo nemico, ora, è Vendola. E va fermato, prima che sia troppo tardi. Prima che possa davvero lanciare – come alcuni dicono – un’Opa al Pd.
Risposta a Dodi:
Ciao, Dodi. Grazie per la segnalazione. Non ci sono – o non dovrebbero esserci – problemi (almeno spero)…fammi sapere se hai ancora problemi a collegarti….