Apr 10
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Fini e i suoi uomini vengono accusati, in queste ore, di minacciare una scissione sol per ragioni di potere e cadreghe. Balle! Essi sollevano questioni politiche che meritano di essere prese in considerazione.
“Il problema è soprattutto politico. Quello che noi chiediamo è innanzitutto una svolta sulle questioni economiche e sociali. Riteniamo Giulio Tremonti il miglior Ministro dell’Economia dei paesi occidentali, capace di coniugare rigore nei conti e credibilità internazionale a un Paese che ha il terzo debito pubblico del globo. Il problema è un altro. Di quello che resta in cassa, nella disponibilità dell’Esecutivo, noi vorremmo sapere quanto e come viene speso. Soprattutto vorremmo sapere chi decide come si spendono i soldi degli italiani e come si forma tale decisione. Ad oggi ci sembra indiscutibile una forte trazione leghista nelle scelte fondamentali per la nostra economia, ovvero per il futuro dell’Italia”.
Maria Ida Germontani (finiana):
“La riforma fiscale è prioritaria”.
Mario Baldassarri (finiano):
“Non è questione di poltroncine. Non si può dire che si farà la riforma fiscale nel 2013 a parità di gettito (leggere anche questo, nda), perché così confermiamo le tasse di Visco: resto esterrefatto”.
Quello che deve esser chiaro è che se il Pdl continua ad essere subalterno alla Lega e ad assecondarne le richieste, finirà per non rispettare la madre di tutte le promesse elettorali: la riduzione della pressione fiscale sotto il 40% entro la fine della legislatura. Riduzione che, come più volte abbiamo raccontato, Tremonti e la Lega non renderanno possibile perché essa è incompatibile con il varo del Federalismo fiscale.
D’altra parte, il Ministro dell’Economia è sempre stato chiaro in proposito:
“La riduzione delle tasse verrà come dividendo del federalismo fiscale”.
Traduco: la riduzione delle tasse avverrà tra 7-8 anni, per effetto dell’entrata in vigore del Federalismo fiscale, e sempreché quest’ultimo si dimostri utile allo scopo. Cosa tutt’altro fuorché certa. Lo ha ammesso finanche il responsabile economico della Lega:
“Più che di risparmio immediato, da domani si avrà un sistema più competitivo”.
“A regime, ovvero nel giro di cinque anni, il risparmio a famiglia si aggirerà attorno ai 500 euro all’anno, sempre se si riuscirà ad aggredire il mostro: ovvero l’evasione fiscale, che è distribuita in maniera molto difforme, e la spesa pubblica improduttiva, anche questa distribuita in modo assolutamente difforme”.
Traduzione: il Federalismo fiscale farà risparmiare 500 euro annui a famiglia, sempreché si riesca – grazie ad esso – a ridurre l’evasione fiscale e la spesa pubblica improduttiva. Se non si raggiungono questi due obiettivi, il Federalismo fiscale non consentirà d‘abbattere la pressione fiscale (in tempi relativamente brevi).
Inoltre, che la riduzione delle tasse e la messa all’opera del Federalismo fiscale siano obiettivi inconciliabili tra loro, lo sa anche Berlusconi (Il Giornale, 03/11/2009):
“Il Cavaliere è stato categorico, soprattutto dopo che gli hanno spiegato nel dettaglio perché per abbassare la pressione fiscale bisognava attendere “l’entrata a regime del federalismo fiscale”. Che, tradotto, significa la prossima legislatura, anno 2013”.
Va tutto bene, Madama la Marchesa?
Non credo proprio: se non si riducono al più presto le tasse (e la spesa pubblica), è impossibile rilanciare l’economia in tempi brevi. E se non si rilancia l’economia quanto prima, l’Italia tornerà ai livelli pre-crisi tra 7-8 anni.
Ai berlusconiani sta bene, tutto ciò?
Ne dubito.
(Continua, forse).
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