Nel PdL, oltre a quella di Fini, ci sono almeno altre 9 correnti (l’ultima è stata ufficializzata oggi)

Siate clementi, qui si è febbricitanti.

Negli ultimi giorni Fini è stato attaccato per molteplici ragioni. Gli è piovuta sul capo, in particolar modo, l’accusa d’aver dato vita ad una “corrente interna” al PdL (secondo certuni è un fatto gravissimo, perché nel partito non dovrebbero esservene).

Prima di proseguire, però, è opportuno riportare preliminarmente ciò che qui si scriveva in tempi non sospetti (il 28 settembre 2008):

Quantunque non sia ancora “nato”, il Popolo della Libertà vede già fiorire correnti, al proprio interno. Il che, intendiamoci, non è affatto un male. Anzi. Le correnti – se tali davvero sono, e quindi danno voce e corpo a posizioni politiche e filoni di pensiero diversi -, sono l’Abc di ogni partito propriamente detto. E vengono incontro, inoltre, all’esigenza di chi voglia costruire un partito-paese, un partito in grado di raccogliere il 50,1% dei suffragi.

Senza pluralità di posizioni, senza “polifonia”, senza un certo tipo di ragionevole “eterodossia”, nessun soggetto politico può ambire a traguardi considerevoli, come quello succitato.

Per queste ragioni, dunque, il fatto che nel costituendo Pdl si registri un iper-attivismo finalizzato a dare vita a diverse “piccole patrie”, va visto di buon occhio.

Purché, però, queste correnti garantiscano il rispetto di alcune semplici condizioni: innanzitutto, che non si limitino ad essere cordate di potere; in secondo luogo, che non nascano semplicemente con l’obiettivo di non far perdere rilievo ai colonnelli di ciascuno dei partiti fondatori (e che, quindi, non si traducano nella “corrente di An”, nella “corrente di Forza Italia” e via discorrendo); in ultimo – e forse è la cosa più importante -, che riescano a mettere assieme, ciascuna, esponenti di tradizioni partitiche diverse, ma accomunati da medesime posizioni politiche e culturali. Acciocché sia possibile individuare all’interno del costituendo partito in questione, alcuni filoni politico-culturali essenziali: quello cattolico-liberale, quello cattolico-sociale (e tradizionalista), quello laico-liberale (aperto ad istanze libertarie). Queste tradizioni, fuse assieme, formano un partito liberal-conservatore”.

Naturalmente, il pirlacchione che qui scrive, non essendo Valium Feltri e quindi non cambiando idea a seconda dei calzini che indossa, a distanza di un anno ed otto mesi la pensa ancora allo stesso modo. Premesso tutto ciò, arriviamo al dunque.

Nel PdL, checché ne dica la sedicente stampa di destra, esistono molteplici correnti. Il sottoscritto ne ha contate almeno nove, e il computo non tiene conto di quella cui ha dato vita il Presidente della Camera.

Passiamo in rassegna queste “anime“.

 1) Rete Italia raccoglie gli esponenti di Comunione e Liberazione, e fa capo a Roberto Formigoni e Maurizio Lupi.  Tale corrente, prima o poi, potrebbe creare dei problemi a Silviuccio nostro: “Il Celeste”, infatti, vuole succedergli alla guida del centrodestra (lo ha dichiarato apertis verbis).

 2) Riformismo&Libertà è guidata da Fabrizio Cicchitto e dà riparo ai socialisti del PdL; anche se il suo fondatore, quando l’ha tenuta a battesimo, si è affrettato a precisare: “Non è una corrente. Non farò mai una corrente socialista interna al Pdl perché il mio riferimento è Berlusconi”. Excusatio non petita, accusatio manifesta.

 3) Italia Protagonista è la corrente capitanata da Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa (quest’ultimo, come vedremo in seguito, oggi ha ufficializzato la nascita di un’ulteriore “anima” all’interno del Pdl).

 4) Promotori della Libertà, come tutti sappiamo, è la corrente iper-berlusconiana capeggiata da Michela Brambilla; ad essa ha aderito anche Sandro Bondi.

5) Taske Force Italia rappresenta un’altra corrente di pretoriani berlusconiani. A guidarla ci sono: Franco Frattini, l’atticciato e sempre più alticcio Giorgio Stracquadanio (l’animatore de Il Predellino) e Mario Valducci. Codesta “frazione”, oltreché per supportare Silviuccio nostro, è venuta a vita anche per contrastare lo strapotere di Denis Verdini. Dunque è una classica “cordata di potere”, in puro stile Prima Repubblica. In questo modo è stata presentata: “La chiameremo Task Force Italia, e avrà distretti territoriali per raccogliere ovunque le proposte della gente. Hanno già aderito molti parlamentari e Frattini è anche in trattative per acquistare il quotidiano l’Opinione. Ora, però, per favore, non parlate di corrente. Siamo soltanto berlusconiani di ferro”. Anche in questo caso: escusatio non petita, accusatio manifesta.

 6) ResPublica è la corrente (e la Fondazione) di Giulio Tremonti.

 7) Nuova Italia, invece, è la corrente (e la Fondazione) di Gianni Alemanno.

8 ) Destra-PdL, nata appena 13 giorni fa, è la corrente capeggiata da Domenico Nania.

9) La nostra destra, che ha visto la luce proprio oggi, infine, è guidata (a quanto pare) da Ignazio La Russa.

Insomma, solo a Gianfranco Fini si vorrebbe impedire di avere una corrente.

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16 Responses to "Nel PdL, oltre a quella di Fini, ci sono almeno altre 9 correnti (l’ultima è stata ufficializzata oggi)"

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